ABSTRACT Introduzione: secondo gli articoli 13 e 32 della Costituzione della Repubblica Italiana (1948), un trattamento sanitario deve essere sempre incentrato sul rispetto della dignità e della libertà della persona: la contenzione si configura come intervento in antitesi a questi principi. Le limitate conoscenze delle alternative alla contenzione evidenziano la necessità di interventi formativi finalizzati alla revisione delle motivazioni che spingono all'utilizzo della contenzione, all'applicazione delle linee guida, al miglioramento delle competenze infermieristiche per ridurre il ricorso a questa pratica attraverso strategie alternative. Obiettivo: descrivere le competenze che un infermiere deve possedere per aderire al 'No restraining' in SPDC. Materiali: ricerca su banche dati di EBN, quali Pubmed, Cochrane, CINHAL, Il Pensiero Scientifico,ILISI; testi; dispense siti web; volantini. Metodi: interviste, revisione della letteratura, osservazione diretta in SPDC Risultati: questa pratica è diffusa in ambiente ospedaliero (10%) e nelle strutture residenziali (27%). Nella realtà odierna, emergono un soddisfacente livello di assistenza, carenze di collaborazione d'équipe e di valutazione oggettiva del rischio. Conclusioni: i risultati documentano l'estensione del problema della contenzione fisica negli ospedali e nelle strutture residenziali. Vista la correlazione con studi simili, questi dati forniscono una rappresentazione realistica: un punto di partenza per attuare interventi con lo scopo di ridurre la frequenza e la durata della contenzione, incrementando le competenze infermieristiche e le alternative, basate sull'evidenza scientifica, per raggiungere gli obiettivi – come prevenzione delle cadute o la gestione di agitazione – per cui, anche se con molte incertezze, la contenzione continua ad essere utilizzata.

'No restraining' in SPDC: le competenze dell'infermiere

VALLANA, VITTORIA
2019/2020

Abstract

ABSTRACT Introduzione: secondo gli articoli 13 e 32 della Costituzione della Repubblica Italiana (1948), un trattamento sanitario deve essere sempre incentrato sul rispetto della dignità e della libertà della persona: la contenzione si configura come intervento in antitesi a questi principi. Le limitate conoscenze delle alternative alla contenzione evidenziano la necessità di interventi formativi finalizzati alla revisione delle motivazioni che spingono all'utilizzo della contenzione, all'applicazione delle linee guida, al miglioramento delle competenze infermieristiche per ridurre il ricorso a questa pratica attraverso strategie alternative. Obiettivo: descrivere le competenze che un infermiere deve possedere per aderire al 'No restraining' in SPDC. Materiali: ricerca su banche dati di EBN, quali Pubmed, Cochrane, CINHAL, Il Pensiero Scientifico,ILISI; testi; dispense siti web; volantini. Metodi: interviste, revisione della letteratura, osservazione diretta in SPDC Risultati: questa pratica è diffusa in ambiente ospedaliero (10%) e nelle strutture residenziali (27%). Nella realtà odierna, emergono un soddisfacente livello di assistenza, carenze di collaborazione d'équipe e di valutazione oggettiva del rischio. Conclusioni: i risultati documentano l'estensione del problema della contenzione fisica negli ospedali e nelle strutture residenziali. Vista la correlazione con studi simili, questi dati forniscono una rappresentazione realistica: un punto di partenza per attuare interventi con lo scopo di ridurre la frequenza e la durata della contenzione, incrementando le competenze infermieristiche e le alternative, basate sull'evidenza scientifica, per raggiungere gli obiettivi – come prevenzione delle cadute o la gestione di agitazione – per cui, anche se con molte incertezze, la contenzione continua ad essere utilizzata.
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