The silence of women has always been appreciated, since ancient times, in fact Sophocles already claimed that «silence brings adornment to the woman»; this is also confirmed by philosophy and Christianity. Byzantine society, in its cultural background, takes into account all these warnings and invitations on female silence, leading the woman to pursue this practice, as it is considered a virtue. So, the woman keeps silent, both for her own choice and for a male imposition, however, this absence of voices does not imply a lack of communication: in fact, despite the word plays an important role in the human being and being deprived of it implies a liberticidal gesture, the silence can however transmit ideas and emotions, such as pain and fear. The woman not only does not speak, but also plays a silent role in Byzantine literature, which is mostly written by men who tell of other men. The female figure thus becomes marginal in male writing as much as in everyday life, in which her own name is hidden, going to lose even that last part of her identity. Therefore silence, whether chosen or not, has a thousand facets to investigate and discover.
Il silenzio delle donne è sempre stato apprezzato, fin dall'antichità, infatti già Sofocle sosteneva che «alla donna il silenzio reca grazia»; ciò è ribadito anche dalla filosofia e dal cristianesimo. La società bizantina, nel suo bagaglio culturale, tiene conto di tutti questi ammonimenti e inviti sul silenzio femminile, portando la donna a perseguire tale pratica, in quanto considerata una virtù. La donna così tace, sia per una propria scelta sia per un'imposizione maschile, però, questa assenza di voci non implica una mancanza di comunicazione: infatti, nonostante la parola giochi un ruolo importante nell'essere umano ed esserne privati implichi un gesto liberticida, il tacere può comunque trasmettere idee ed emozioni, come il dolore e la paura. La donna non solo non parla, ma riveste un ruolo silente anche nella letteratura bizantina, la quale è per la maggior parte scritta dagli uomini che raccontano di altri uomini. La figura femminile diventa, così, marginale nella scrittura maschile tanto quanto nella vita di tutti i giorni, in cui il suo stesso nome proprio viene celato, andando a perdere anche quell'ultima parte della sua identità. Perciò il silenzio, sia scelto sia subito, ha mille sfaccettature da indagare e scoprire.
Alla donna il silenzio reca grazia
MONTALDO, SARA
2019/2020
Abstract
Il silenzio delle donne è sempre stato apprezzato, fin dall'antichità, infatti già Sofocle sosteneva che «alla donna il silenzio reca grazia»; ciò è ribadito anche dalla filosofia e dal cristianesimo. La società bizantina, nel suo bagaglio culturale, tiene conto di tutti questi ammonimenti e inviti sul silenzio femminile, portando la donna a perseguire tale pratica, in quanto considerata una virtù. La donna così tace, sia per una propria scelta sia per un'imposizione maschile, però, questa assenza di voci non implica una mancanza di comunicazione: infatti, nonostante la parola giochi un ruolo importante nell'essere umano ed esserne privati implichi un gesto liberticida, il tacere può comunque trasmettere idee ed emozioni, come il dolore e la paura. La donna non solo non parla, ma riveste un ruolo silente anche nella letteratura bizantina, la quale è per la maggior parte scritta dagli uomini che raccontano di altri uomini. La figura femminile diventa, così, marginale nella scrittura maschile tanto quanto nella vita di tutti i giorni, in cui il suo stesso nome proprio viene celato, andando a perdere anche quell'ultima parte della sua identità. Perciò il silenzio, sia scelto sia subito, ha mille sfaccettature da indagare e scoprire.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/126405