In recent years Italian consumers of beef require that the product derives from a supply chain that takes place from birth to the table on national soil in combination with a sustainable breeding system with reduced antibiotic use and respect for animal welfare throughout the cycle. The first part of the work was aimed at identifying, through a corporate survey, the types and the feeding systems present in intensive open-cycle beef cattle breeding in the Po Plain. To understand the technical-economic choices undertaken by farmers, in response to an increase in the price of raw materials combined with a stagnation in the meat market resulting from a slight contraction in demand (Ismea, 2018). The management of the utilized agricultural area (SAU) of the company the most widespread cultivation is that of the maize, mainly used for the production of grain, but in some cases used for the production of silage or whole mash. Less common is the cultivation of autumn-winter cereals, which are destined for the production of cereals sold on the market, on the other hand straw is totally reused in the farm. In recent years, silage grains have been spreading, as an alternative to straw in ration. In many companies, especially those without land, the use of various industrial sub-products is huge. The economic analysis in the years 2016-2018 showed that the self-production of food and the choice of efficient by-products from the point of view of food, allows companies to have greater revenues, regardless of the breed reared and the accretions obtained. In the second part of the work, a feeding test was carried out, where two types of ration (dry diet and wet diet) and two breeds (Piemontese and Blonde d'Aquitaine) were compared. The two evaluated diets (isoenergetics and isoproteins) were based exclusively on dry food and the second on the insertion of the silage forage grain. The test showed that the wet ration resulted in a more stable and constant ingestion with consequent greater weight gains per day, despite the ingestion of dry substance was lower. Furthermore, the unified diet has led to lower feeding costs. As for the quality of the meat, evaluated on a portion of Longissimus dorsi taken at the height of the sixth rib, it emerged that the "Wet" diet had a slightly higher water content and a lower protein content independently of the breed.
Negli ultimi anni i consumatori italiani di carne bovina richiedono che il prodotto derivi da una filiera che si realizzi dalla nascita fino alla tavola su suolo nazionale in abbinamento a un sistema di allevamento sostenibile con un ridotto uso di antibiotici e il rispetto del benessere animale durante tutto il ciclo. La prima parte del lavoro aveva lo scopo di individuare, attraverso una survey aziendale, quali sono le tipologie e i sistemi di alimentazione, presenti negli allevamenti di bovini da carne intensivi a ciclo aperto nella Pianura Padana. Per comprendere le scelte tecnico-economiche intraprese dagli allevatori, in risposta ad un aumento del prezzo delle materie prime abbinato ad una stagnazione del mercato della carne conseguente ad una lieve contrazione della domanda (Ismea, 2018). La gestione della superficie agricola utilizzata (SAU), vede come coltura più diffusa quella del mais, utilizzato principalmente per la produzione di granella, ma in alcuni casi utilizzato per la produzione di insilato o di pastone integrale. Meno diffusa è la coltivazione di cereali autunno-vernini, i quali vengono destinati alla produzione di cereali venduti poi sul mercato, per contro la paglia viene totalmente reimpiegata in azienda. Negli ultimi anni si sta diffondendo l'insilamento dei cereali vernini, in alternativa alla paglia in razione. In molte aziende, soprattutto quelle senza terra, l'impiego di diversi sotto-prodotti industriali è ingente Dall'analisi economica negli anni 2016-2018 è emerso che l'autoproduzione degli alimenti e la scelta dei sottoprodotti efficienti dal punto di vista dell'alimentazione, permette alle imprese di avere maggiori ricavi, indipendentemente dalla razza allevata e dagli accrescimenti ottenuti. Nella seconda parte del lavoro, è stata realizzata una prova di alimentazione, dove sono stati messi a confronto due tipologie di razione (dieta secca e dieta umida) e due razze (Piemontese e la Blonde d'Aquitaine). Le due diete valutate (isoenergetiche e isoproteiche) si basavano una esclusivamente su alimenti secchi e la seconda sull'inserimento del Frumento foraggero insilato. Dalla prova è emerso che la razione umida ha determinato un'ingestione più stabile e costante con conseguenti maggiori accrescimenti ponderali giornalieri, malgrado l'ingestione di sostanza secca fosse inferiore. Inoltre la dieta umida ha determinato minori costi di alimentazione. Per quanto riguarda la qualità della carne, valutata su una porzione di Longissimus dorsi prelevato all'altezza della sesta costola, è emerso che la dieta ¿Umida¿ presentava indipendentemente dalla razza un contenuto in acqua leggermente superiore ed un tenore proteico inferiore.
Autoproduzione degli alimenti in aziende bovine da carne a ciclo aperto e interazione tra alimentazione e qualità della carne
VENERA, LUCA
2017/2018
Abstract
Negli ultimi anni i consumatori italiani di carne bovina richiedono che il prodotto derivi da una filiera che si realizzi dalla nascita fino alla tavola su suolo nazionale in abbinamento a un sistema di allevamento sostenibile con un ridotto uso di antibiotici e il rispetto del benessere animale durante tutto il ciclo. La prima parte del lavoro aveva lo scopo di individuare, attraverso una survey aziendale, quali sono le tipologie e i sistemi di alimentazione, presenti negli allevamenti di bovini da carne intensivi a ciclo aperto nella Pianura Padana. Per comprendere le scelte tecnico-economiche intraprese dagli allevatori, in risposta ad un aumento del prezzo delle materie prime abbinato ad una stagnazione del mercato della carne conseguente ad una lieve contrazione della domanda (Ismea, 2018). La gestione della superficie agricola utilizzata (SAU), vede come coltura più diffusa quella del mais, utilizzato principalmente per la produzione di granella, ma in alcuni casi utilizzato per la produzione di insilato o di pastone integrale. Meno diffusa è la coltivazione di cereali autunno-vernini, i quali vengono destinati alla produzione di cereali venduti poi sul mercato, per contro la paglia viene totalmente reimpiegata in azienda. Negli ultimi anni si sta diffondendo l'insilamento dei cereali vernini, in alternativa alla paglia in razione. In molte aziende, soprattutto quelle senza terra, l'impiego di diversi sotto-prodotti industriali è ingente Dall'analisi economica negli anni 2016-2018 è emerso che l'autoproduzione degli alimenti e la scelta dei sottoprodotti efficienti dal punto di vista dell'alimentazione, permette alle imprese di avere maggiori ricavi, indipendentemente dalla razza allevata e dagli accrescimenti ottenuti. Nella seconda parte del lavoro, è stata realizzata una prova di alimentazione, dove sono stati messi a confronto due tipologie di razione (dieta secca e dieta umida) e due razze (Piemontese e la Blonde d'Aquitaine). Le due diete valutate (isoenergetiche e isoproteiche) si basavano una esclusivamente su alimenti secchi e la seconda sull'inserimento del Frumento foraggero insilato. Dalla prova è emerso che la razione umida ha determinato un'ingestione più stabile e costante con conseguenti maggiori accrescimenti ponderali giornalieri, malgrado l'ingestione di sostanza secca fosse inferiore. Inoltre la dieta umida ha determinato minori costi di alimentazione. Per quanto riguarda la qualità della carne, valutata su una porzione di Longissimus dorsi prelevato all'altezza della sesta costola, è emerso che la dieta ¿Umida¿ presentava indipendentemente dalla razza un contenuto in acqua leggermente superiore ed un tenore proteico inferiore.File | Dimensione | Formato | |
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