La natura, grazie ai suoi processi ecosistemici, genera diverse funzioni (ecologica, sociale e produttiva). Se a queste l’uomo dà dei valori, i quali sono associati alla capacità di soddisfare i propri bisogni, ecco che si ottengono i Servizi Ecosistemici (SE). Essi sono di quattro tipi: Fornitura, Regolazione, Supporto e Culturali. In particolare i servizi ecosistemici culturali (SEC) sono i benefici non materiali che le persone ottengono dagli ecosistemi attraverso l’arricchimento spirituale, lo sviluppo cognitivo, la riflessione, la ricreazione e le esperienze estetiche. Ad incidere sul benessere umano, infatti, non c’è solo l’approvvigionamento di materiale e cibo, oppure la prevenzione dai rischi naturali, ma anche il miglioramento del proprio benessere psico-fisico. Se i servizi di fornitura, regolazione e supporto vengono percepiti in maniera più immediata, visto il loro uso diretto e indiretto e la relativa “veloce” erogazione di benefici, quelli culturali hanno una natura “intangibile”. Questa caratteristica è dovuta soprattutto alla loro difficoltà di valutazione in termini economici, che però rappresenta solo una parte della Valutazione Totale (VT) di un ecosistema. Nonostante ciò è comunque possibile fare una Valutazione Economica Totale (VET) che tenga conto del valore d’uso (diretto, indiretto e di opzione) e il valore di non-uso (valore di eredità e di esistenza). Per capire come i SEC possano rientrare nella valutazione ambientale occorre tenere conto della pluralità di valori che le persone attribuiscono loro e i vari benefici interconnessi tra loro. Questo permetterà di fare delle valutazioni il più possibili corrette e che tengano conto di tutte le parti interessate alla pianificazione del territorio (cittadini, imprese, ecc.). La valutazione partecipativa presenta, infatti, tre grandi vantaggi: 1) sviluppo di empatia tra decisori e cittadini, che porta ad un aumento del consenso sociale sulle scelte da compiere; 2) far diminuire i conflitti tra gruppi di persone con interessi opposti; 3) integrare la conoscenza scientifica a quella tradizionale del luogo. Questo si può vedere in due casi studio, uno in un paesaggio agro-forestale nei Paesi Bassi e l’altro nella foresta di Gottingen in Germania, in cui si è visto come il valore economico e sociale dei SEC non possa essere ignorato conseguentemente ai benefici a loro annessi. Anche per questo motivo, la pianificazione selvicolturale è importante, soprattutto quando implementata dalla partecipazione attiva delle parti sociali. Grazie a queste, si sono riusciti a stabilire dei primi parametri selvicolturali che possano contribuire alla gestione del bosco per la fruizione dei SEC, come mostrato nei casi studio della foresta di Tlemcen in Algeria e la valorizzazione del paesaggio delle foreste della British Columbia (CAN) e dei monti del Matese (IT). Oltre ciò si può apprezzare come la foresta possa essere un ambiente in cui diffondere arte, grazie alla land art, e coltura, come gli asili in bosco. Il compito dei decisori politici locali e dei proprietari forestali sarebbe quello di considerare non solo il Valore Economico Totale, ma anche il valore che le persone danno a quell’ecosistema e alle sue componenti. Proprio a causa dell’emergenza sanitaria, la gente ha riscoperto di avere un maggior legame con la natura. Nonostante le restrizioni, la maggior parte di essa sentiva l’esigenza di un contatto diretto con l’ambiente naturale. Inoltre, la politica sta pian piano riconoscendo il ruolo fondamentale dei SE e dei SEC sia a livello nazionale (TUFF, Strategia Forestale Nazionale), sia a livello europeo (European Green Deal e Recovery Fund). Tuttavia, è doveroso notare come i passi da fare siano ancora molti, soprattutto nel coinvolgimento delle persone nella pianificazione del loro territorio.
LA COLTURA E LA CULTURA DEL BOSCO Gestione del bosco e valutazione del suo ruolo nel fornire i servizi ecosistemici culturali
DE VINCENTIS, OSVALDO
2019/2020
Abstract
La natura, grazie ai suoi processi ecosistemici, genera diverse funzioni (ecologica, sociale e produttiva). Se a queste l’uomo dà dei valori, i quali sono associati alla capacità di soddisfare i propri bisogni, ecco che si ottengono i Servizi Ecosistemici (SE). Essi sono di quattro tipi: Fornitura, Regolazione, Supporto e Culturali. In particolare i servizi ecosistemici culturali (SEC) sono i benefici non materiali che le persone ottengono dagli ecosistemi attraverso l’arricchimento spirituale, lo sviluppo cognitivo, la riflessione, la ricreazione e le esperienze estetiche. Ad incidere sul benessere umano, infatti, non c’è solo l’approvvigionamento di materiale e cibo, oppure la prevenzione dai rischi naturali, ma anche il miglioramento del proprio benessere psico-fisico. Se i servizi di fornitura, regolazione e supporto vengono percepiti in maniera più immediata, visto il loro uso diretto e indiretto e la relativa “veloce” erogazione di benefici, quelli culturali hanno una natura “intangibile”. Questa caratteristica è dovuta soprattutto alla loro difficoltà di valutazione in termini economici, che però rappresenta solo una parte della Valutazione Totale (VT) di un ecosistema. Nonostante ciò è comunque possibile fare una Valutazione Economica Totale (VET) che tenga conto del valore d’uso (diretto, indiretto e di opzione) e il valore di non-uso (valore di eredità e di esistenza). Per capire come i SEC possano rientrare nella valutazione ambientale occorre tenere conto della pluralità di valori che le persone attribuiscono loro e i vari benefici interconnessi tra loro. Questo permetterà di fare delle valutazioni il più possibili corrette e che tengano conto di tutte le parti interessate alla pianificazione del territorio (cittadini, imprese, ecc.). La valutazione partecipativa presenta, infatti, tre grandi vantaggi: 1) sviluppo di empatia tra decisori e cittadini, che porta ad un aumento del consenso sociale sulle scelte da compiere; 2) far diminuire i conflitti tra gruppi di persone con interessi opposti; 3) integrare la conoscenza scientifica a quella tradizionale del luogo. Questo si può vedere in due casi studio, uno in un paesaggio agro-forestale nei Paesi Bassi e l’altro nella foresta di Gottingen in Germania, in cui si è visto come il valore economico e sociale dei SEC non possa essere ignorato conseguentemente ai benefici a loro annessi. Anche per questo motivo, la pianificazione selvicolturale è importante, soprattutto quando implementata dalla partecipazione attiva delle parti sociali. Grazie a queste, si sono riusciti a stabilire dei primi parametri selvicolturali che possano contribuire alla gestione del bosco per la fruizione dei SEC, come mostrato nei casi studio della foresta di Tlemcen in Algeria e la valorizzazione del paesaggio delle foreste della British Columbia (CAN) e dei monti del Matese (IT). Oltre ciò si può apprezzare come la foresta possa essere un ambiente in cui diffondere arte, grazie alla land art, e coltura, come gli asili in bosco. Il compito dei decisori politici locali e dei proprietari forestali sarebbe quello di considerare non solo il Valore Economico Totale, ma anche il valore che le persone danno a quell’ecosistema e alle sue componenti. Proprio a causa dell’emergenza sanitaria, la gente ha riscoperto di avere un maggior legame con la natura. Nonostante le restrizioni, la maggior parte di essa sentiva l’esigenza di un contatto diretto con l’ambiente naturale. Inoltre, la politica sta pian piano riconoscendo il ruolo fondamentale dei SE e dei SEC sia a livello nazionale (TUFF, Strategia Forestale Nazionale), sia a livello europeo (European Green Deal e Recovery Fund). Tuttavia, è doveroso notare come i passi da fare siano ancora molti, soprattutto nel coinvolgimento delle persone nella pianificazione del loro territorio.File | Dimensione | Formato | |
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