Introduction: Infectious disease that appeared in early 2019, COVID has had a strong impact both from a socio-health and economic point of view, putting a strain on human and economic resources worldwide. As of March 2020, the period in which the MDG declared pandemic status, 118,000 cases were estimated in 114 countries with around 4000 deaths. The rapid spread immediately alarmed the scientific community to study the different treatments in order to obtain an effective cure that can reduce mortality and favor the clinical improvement of infected subjects. Among the different therapeutic options, there is that of the administration of plasma from patients cured of COVID in order to develop a passive immunity that can deal with the viral infection. Plasma therapy is effective in terms of clinical improvement in patients suffering from severe IR pneumonia especially when associated with so-called "traditional" therapies such as cortisone and antiviral drugs. This treatment, also called hyperimmune serum, is a transfusion of hyperimmune immunoglobulins (ie. which have a high acquired immunity) prepared from the plasma of a donor with a high title of antibodies against a specific pathogenic organism (in this the antigen is precisely the betacoronavirus). In this way, the administration of plasma determines a passive immunity of the patient against the pathogen but different from vaccination which instead causes an active adaptive immunity, ie a more prolonged immunization by the latter. This makes it clear that IR is not the only possible use of this drug but that it can also be used in terms of temporary prophylaxis of infectious diseases even if there are few studies to describe its effectiveness. Objective, Materials and Methods: The objective of the study is to evaluate the efficacy of plasma therapy in patients with moderate or severe respiratory insufficiency in terms of improvement of the clinical status. 28 items were included. The exclusion criteria were low-evidence articles as a case report. Among the outcomes used: the disease-specific mortality index (7-28 days), the reduction in viral CRP, the increase in antibody titer and a general improvement in respiratory symptoms. Among the secondary ones, the pulmonary radiological picture and non-specific symptoms such as asthenia, pain (myalgia, bones pain, abdominal pain) or the improvement of some evaluation such as the SOFA score. Results and Discussion: According to the results, the majority of patients had a marked improvement in their clinical condition where as the severity and plasma dose increased, the patient's response increased (measured in terms of reduced CRP, symptomatology reduced clinical, lower SOFA score and improved chest X-ray) up to a cut-off that seems to be situations of overt sepsis or multi-organ dysfunction referred to as "organ failure COVID-19". However, there are many uncertainties as to why in apparently similar clinical situations there are nevertheless often discordant results (such as the clinical improvement of intubated patients in which not all respond with the same effectiveness to treatment). If it is true that the benefits that have had on positive COVID patients are real and measured, it is also true that studies are needed that consider the patient from a global point of view by analyzing the underlying pathologies and any polypharmacy therapies at home and in hospital in order to have a sample with a more in-depth and known clinical history.
Abstract: Introduzione: Patologia infettiva comparsa verso gli inizi del 2019, il COVID ha avuto un forte impatto sia dal punto di vista sociosanitario che da quello economico mettendo a dure prova le risorse umane ed economiche a livello mondiale. A marzo del 2020, periodo in cui l’OSM ha dichiarato lo status di pandemia, sono stati stimati 118 mila casi in 114 paesi con circa 4000 decessi. La rapida diffusione ha immediatamente allarmato la comunità scientifica a studiare i diversi trattamenti al fine di ottenere una cura efficace che possa ridurre la mortalità e favorire il miglioramento clinico dei soggetti contagiati. Tra le diverse opzioni terapeutiche, esiste quella della somministrazione di plasma da pazienti guariti dal COVID al fine di sviluppare un’immunità passiva che possa fronteggiare l’infezione virale. La plasmaterapia è efficace in termini di miglioramento clinico nei pazienti affetti da gravi polmoniti in IR specialmente se associato alle terapie dette “tradizionali” come cortisonici ed antivirali. Tale trattamento, chiamato anche siero iperimmune è una trasfusione di immunoglobuline iperimmuni (ossia che presentano un’elevata immunità acquisita) preparate dal plasma di un donatore con alto titolo di anticorpi contro uno specifico organismo patogeno (in questo l’antigene è per l’appunto il betacoronavirus). In questo modo la somministrazione di plasma determina una immunità passiva del paziente contro il patogeno ma differente dalla vaccinazione che provoca invece una immunità adattativa attiva ossia un immunizzazione più prolungata da parte di quest’ultimo. Ciò fa capire che l’IR non è l’unico utilizzo possibile di questo farmaco ma che può essere adoperato anche in termini di profilassi momentanea delle malattie infettive anche se tuttavia ci sono pochi studi a descriverne l’efficacia. Obiettivo, Materiali e Metodi: L’obiettivo dello studio è valutare l’efficacia della plasmaterapia nei pazienti affetti da insufficienza respiratoria moderata o grave in termini di miglioramento dello stato clinico. Sono stati inclusi 28 articoli. I criteri di esclusione erano gli articoli a bassa evidenza come case report. Fra gli outcome utilizzati: l’indice di mortalità specifica per patologia (7-28gg), la riduzione della PCR virale, l’aumento del titolo anticorpale e un miglioramento generale dei sintomi respiratori. Fra quelli secondari il quadro radiologico polmonare e i sintomi aspecifici come astenia, algia (mialgia, osteoalgia, addominalgia) o il miglioramento di alcune di valutazione come ad esempio il punteggio SOFA. Risultati e Discussione: Secondo quanto ricavato dai risultati, la maggior parte dei pazienti ha avuto un netto miglioramento delle condizioni cliniche dove all’aumentare della gravità e della dose di plasma, si aumentava la risposta del paziente (misurato in termini di PCR ridotta, sintomatologia clinica ridotta, punteggio SOFA minore e miglioramento della radiografia del torace) fino ad un certo cut-off che pare siano le situazioni di sepsi conclamata o disfunzioni multiorgano denominata come “organ failure COVID-19”. Se è pur vero che i benefici che si hanno sui pazienti COVID positivi sono reali e misurati, è anche altrettanto vero che sono necenecessari studi che considerino il paziente dal punto di vista globale analizzandone le patologie alla base e le eventuali polifarmacoterapie domiciliari e in regime di ricovero al fine di aver a disposizione un campione con una storia clinica più approfondita.
Plasmaterapia, un possibile trattamento per i pazienti COVID
CIARDULLO, MARCO
2019/2020
Abstract
Abstract: Introduzione: Patologia infettiva comparsa verso gli inizi del 2019, il COVID ha avuto un forte impatto sia dal punto di vista sociosanitario che da quello economico mettendo a dure prova le risorse umane ed economiche a livello mondiale. A marzo del 2020, periodo in cui l’OSM ha dichiarato lo status di pandemia, sono stati stimati 118 mila casi in 114 paesi con circa 4000 decessi. La rapida diffusione ha immediatamente allarmato la comunità scientifica a studiare i diversi trattamenti al fine di ottenere una cura efficace che possa ridurre la mortalità e favorire il miglioramento clinico dei soggetti contagiati. Tra le diverse opzioni terapeutiche, esiste quella della somministrazione di plasma da pazienti guariti dal COVID al fine di sviluppare un’immunità passiva che possa fronteggiare l’infezione virale. La plasmaterapia è efficace in termini di miglioramento clinico nei pazienti affetti da gravi polmoniti in IR specialmente se associato alle terapie dette “tradizionali” come cortisonici ed antivirali. Tale trattamento, chiamato anche siero iperimmune è una trasfusione di immunoglobuline iperimmuni (ossia che presentano un’elevata immunità acquisita) preparate dal plasma di un donatore con alto titolo di anticorpi contro uno specifico organismo patogeno (in questo l’antigene è per l’appunto il betacoronavirus). In questo modo la somministrazione di plasma determina una immunità passiva del paziente contro il patogeno ma differente dalla vaccinazione che provoca invece una immunità adattativa attiva ossia un immunizzazione più prolungata da parte di quest’ultimo. Ciò fa capire che l’IR non è l’unico utilizzo possibile di questo farmaco ma che può essere adoperato anche in termini di profilassi momentanea delle malattie infettive anche se tuttavia ci sono pochi studi a descriverne l’efficacia. Obiettivo, Materiali e Metodi: L’obiettivo dello studio è valutare l’efficacia della plasmaterapia nei pazienti affetti da insufficienza respiratoria moderata o grave in termini di miglioramento dello stato clinico. Sono stati inclusi 28 articoli. I criteri di esclusione erano gli articoli a bassa evidenza come case report. Fra gli outcome utilizzati: l’indice di mortalità specifica per patologia (7-28gg), la riduzione della PCR virale, l’aumento del titolo anticorpale e un miglioramento generale dei sintomi respiratori. Fra quelli secondari il quadro radiologico polmonare e i sintomi aspecifici come astenia, algia (mialgia, osteoalgia, addominalgia) o il miglioramento di alcune di valutazione come ad esempio il punteggio SOFA. Risultati e Discussione: Secondo quanto ricavato dai risultati, la maggior parte dei pazienti ha avuto un netto miglioramento delle condizioni cliniche dove all’aumentare della gravità e della dose di plasma, si aumentava la risposta del paziente (misurato in termini di PCR ridotta, sintomatologia clinica ridotta, punteggio SOFA minore e miglioramento della radiografia del torace) fino ad un certo cut-off che pare siano le situazioni di sepsi conclamata o disfunzioni multiorgano denominata come “organ failure COVID-19”. Se è pur vero che i benefici che si hanno sui pazienti COVID positivi sono reali e misurati, è anche altrettanto vero che sono necenecessari studi che considerino il paziente dal punto di vista globale analizzandone le patologie alla base e le eventuali polifarmacoterapie domiciliari e in regime di ricovero al fine di aver a disposizione un campione con una storia clinica più approfondita.File | Dimensione | Formato | |
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