In this work we want to analyze one of the most important liturgical drama today known, the Benediktbeuern's Ludus de nativitate (ms. München, Staatsbibliothek, Clm 4660). A very special example of these ceremonies, so different from the other liturgical drama of the same period because of its extension, complexity and completeness. The singularity of this drama is due to its strong connection with the sphere of the schola, that allows to read it not only as a theatrical or liturgical ceremony, but also as a real school exercise. By a careful interpretation, we want to demonstrate that, staging the Nativity of Christ, this drama actually gives a lection about relationship between faith and reason. Giving some informations about this text we show the different positions of the critics about its date and its author and, in the same time, we give our new considerations. It must be accept that, at the current state of the studies, the most sure date for this drama it is the period between the middle of XII century and 1230. Regarding the author, instead, the only certainty, for its rich contents, it is that it could be very near to the sphere of the schola, so, probably, it could be a student of an Episcopal school. For the interpretation of the drama, we decided to divide it into the five typical episodes of Christmas time: the Ordo prophetarum, the Nativity, the Ordo Stellae, the Officium pastorum e the Ordo Rachelis. We have described the origin of each of these and highlighted how they appear in the Benediktbeuern's Ludus de nativitate. Particularly, we demonstrated that the problem of the rational comprehension of the Virgin's childbirth, which emerges in the disputation between Archisynagogus and Augustinus it constitutes the central theme of the drama. In fact, the character of Arcisynagogus is not a rabbi, but a scholasticus, who would try to understand the Virgin's childbirth using the logica nova. A method that this drama condemn. Augustinus, the real fulcrum of ceremony, declares that he doesn't want try to explain the Virgin's childbirth in a philosophical way. For him, it is not possible explain the mistery of faith using only the reason, without the faith itself. So, he urges the Jews to look at all the episodes of drama. The choice of making of Augustinus the chief of Prophets it recalls the extraordinary importance that the thought of the real Augustinus has for this drama.

Con questo lavoro s'intende analizzare uno dei più importanti documenti sul dramma liturgico medievale di cui oggi disponiamo: il Ludus de nativitate di Benediktbeuern (ms. München, Staatsbibliothek, Clm 4660). Un testo unico nel suo genere, che si distingue dagli altri uffici liturgici dello stesso periodo per via della sua notevole estensione, complessità e completezza. L'assunto di base è che la singolarità di questo dramma sia dovuta al suo forte legame con l'ambiente della schola che consente di poterlo leggere, oltre che come elemento para-teatrale e para-liturgico, anche come un vero e proprio esercizio scolastico. Attraverso un'analisi accurata, s'intende dimostrare come, nel raccontare la Natività di Gesù, il suo intento, in realtà, sia quello di fornire una precisa lezione sul rapporto tra fede e ragione. Nel contestualizzare il testo si è cercato di descrivere le diverse posizioni esistenti riguardo alla sua possibile datazione e al suo autore, fornendo, al contempo, alcune considerazioni originali. Occorre prendere atto che, allo stato attuale degli studi, la collocazione cronologica più certa per questo dramma è il periodo compreso tra la metà del XII sec. e il 1230. A proposito dell'autore, invece, l'unico punto fermo, visto il suo ricco contenuto, fatto di molti canti liturgici e numerosi rimandi alla cultura classica, alla filosofia e alle arti liberali, è che dovesse di certo essere molto vicino all'ambiente della schola, per cui, è facile che fosse un «chierico», cioè uno studente di una scuola episcopale. Quindi, nell'intraprendere l'analisi vera e propria del dramma, si è deciso di suddividerlo nei cinque episodi tipici del «ciclo natalizio» di cui si compone: l'Ordo prophetarum, la Natività, l'Ordo Stellae, l'Officium pastorum e l'Ordo Rachelis. Abbiamo descritto l'origine di ciascuno di questi e messo in risalto come siano resi nel Ludus de nativitate di Benediktbeuern, sottolineandone le differenze rispetto alla tradizione. In particolare, abbiamo messo in rilievo come la questione della comprensione razionale del parto della Vergine, che emerge nella disputa tra Agostino e l'Arcisinagogo, costituisca il tema centrale di tutto il dramma. La figura del Capo della Sinagoga, infatti, con la sua richiesta, si rivela non essere tanto un rabbino, quanto, piuttosto, uno scholasticus, desideroso di affrontare la quaestio del parto della Vergine secondo i dettami della logica nova. Un approccio che, in questo Ludus de nativitate, si desidera condannare, come appare evidente nella risposta di Agostino. Il personaggio del vescovo d'Ippona, vero fulcro di tutta la cerimonia, dichiara apertamente di non voler affrontare in modo filosofico la questione. Per lui non è possibile comprendere i misteri divini senza la fede e, per questo motivo, esorta i Giudei ad assistere a quanto si verificherà, accettando Gesù come il Salvatore. È grazie a questo espediente che si succedono tutti gli altri episodi, ai quali l'Ordo prophetarum sembra fare da premessa. Non solo. La scelta di far ricoprire al personaggio di Agostino il ruolo di capo dei Profeti nell'Ordo prophetarum va al di là del semplice riferimento al sermone pseudo-agostiniano Sermo de symbolo, considerato dalla critica la principale fonte, in generale, per questo episodio. Essa richiama la straordinaria importanza che il pensiero del vero Agostino ha per questo dramma.

Il Ludus de nativitate di Benediktbeuern. Traduzione, interpretazione e commento

FERRERO MERLINO, PAOLO
2014/2015

Abstract

Con questo lavoro s'intende analizzare uno dei più importanti documenti sul dramma liturgico medievale di cui oggi disponiamo: il Ludus de nativitate di Benediktbeuern (ms. München, Staatsbibliothek, Clm 4660). Un testo unico nel suo genere, che si distingue dagli altri uffici liturgici dello stesso periodo per via della sua notevole estensione, complessità e completezza. L'assunto di base è che la singolarità di questo dramma sia dovuta al suo forte legame con l'ambiente della schola che consente di poterlo leggere, oltre che come elemento para-teatrale e para-liturgico, anche come un vero e proprio esercizio scolastico. Attraverso un'analisi accurata, s'intende dimostrare come, nel raccontare la Natività di Gesù, il suo intento, in realtà, sia quello di fornire una precisa lezione sul rapporto tra fede e ragione. Nel contestualizzare il testo si è cercato di descrivere le diverse posizioni esistenti riguardo alla sua possibile datazione e al suo autore, fornendo, al contempo, alcune considerazioni originali. Occorre prendere atto che, allo stato attuale degli studi, la collocazione cronologica più certa per questo dramma è il periodo compreso tra la metà del XII sec. e il 1230. A proposito dell'autore, invece, l'unico punto fermo, visto il suo ricco contenuto, fatto di molti canti liturgici e numerosi rimandi alla cultura classica, alla filosofia e alle arti liberali, è che dovesse di certo essere molto vicino all'ambiente della schola, per cui, è facile che fosse un «chierico», cioè uno studente di una scuola episcopale. Quindi, nell'intraprendere l'analisi vera e propria del dramma, si è deciso di suddividerlo nei cinque episodi tipici del «ciclo natalizio» di cui si compone: l'Ordo prophetarum, la Natività, l'Ordo Stellae, l'Officium pastorum e l'Ordo Rachelis. Abbiamo descritto l'origine di ciascuno di questi e messo in risalto come siano resi nel Ludus de nativitate di Benediktbeuern, sottolineandone le differenze rispetto alla tradizione. In particolare, abbiamo messo in rilievo come la questione della comprensione razionale del parto della Vergine, che emerge nella disputa tra Agostino e l'Arcisinagogo, costituisca il tema centrale di tutto il dramma. La figura del Capo della Sinagoga, infatti, con la sua richiesta, si rivela non essere tanto un rabbino, quanto, piuttosto, uno scholasticus, desideroso di affrontare la quaestio del parto della Vergine secondo i dettami della logica nova. Un approccio che, in questo Ludus de nativitate, si desidera condannare, come appare evidente nella risposta di Agostino. Il personaggio del vescovo d'Ippona, vero fulcro di tutta la cerimonia, dichiara apertamente di non voler affrontare in modo filosofico la questione. Per lui non è possibile comprendere i misteri divini senza la fede e, per questo motivo, esorta i Giudei ad assistere a quanto si verificherà, accettando Gesù come il Salvatore. È grazie a questo espediente che si succedono tutti gli altri episodi, ai quali l'Ordo prophetarum sembra fare da premessa. Non solo. La scelta di far ricoprire al personaggio di Agostino il ruolo di capo dei Profeti nell'Ordo prophetarum va al di là del semplice riferimento al sermone pseudo-agostiniano Sermo de symbolo, considerato dalla critica la principale fonte, in generale, per questo episodio. Essa richiama la straordinaria importanza che il pensiero del vero Agostino ha per questo dramma.
ITA
In this work we want to analyze one of the most important liturgical drama today known, the Benediktbeuern's Ludus de nativitate (ms. München, Staatsbibliothek, Clm 4660). A very special example of these ceremonies, so different from the other liturgical drama of the same period because of its extension, complexity and completeness. The singularity of this drama is due to its strong connection with the sphere of the schola, that allows to read it not only as a theatrical or liturgical ceremony, but also as a real school exercise. By a careful interpretation, we want to demonstrate that, staging the Nativity of Christ, this drama actually gives a lection about relationship between faith and reason. Giving some informations about this text we show the different positions of the critics about its date and its author and, in the same time, we give our new considerations. It must be accept that, at the current state of the studies, the most sure date for this drama it is the period between the middle of XII century and 1230. Regarding the author, instead, the only certainty, for its rich contents, it is that it could be very near to the sphere of the schola, so, probably, it could be a student of an Episcopal school. For the interpretation of the drama, we decided to divide it into the five typical episodes of Christmas time: the Ordo prophetarum, the Nativity, the Ordo Stellae, the Officium pastorum e the Ordo Rachelis. We have described the origin of each of these and highlighted how they appear in the Benediktbeuern's Ludus de nativitate. Particularly, we demonstrated that the problem of the rational comprehension of the Virgin's childbirth, which emerges in the disputation between Archisynagogus and Augustinus it constitutes the central theme of the drama. In fact, the character of Arcisynagogus is not a rabbi, but a scholasticus, who would try to understand the Virgin's childbirth using the logica nova. A method that this drama condemn. Augustinus, the real fulcrum of ceremony, declares that he doesn't want try to explain the Virgin's childbirth in a philosophical way. For him, it is not possible explain the mistery of faith using only the reason, without the faith itself. So, he urges the Jews to look at all the episodes of drama. The choice of making of Augustinus the chief of Prophets it recalls the extraordinary importance that the thought of the real Augustinus has for this drama.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/12621