L’11 marzo 2020 l’OMS dichiara lo stato di pandemia di Covid-19, una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus, e il mondo si prepara ad adoperare nuove misure urgenti di contenimento del contagio, rivoluzionando la vita di tutti noi. Così, da una “innocente influenza” ad un virus spietato ed estremamente contagioso, la popolazione mondiale si ritrova dall’oggi al domani a dover salutare le proprie abitudini quotidiane, quali scuola, lavoro e hobby, a dover rinchiudersi in casa con il proprio nucleo familiare e a dover abbandonare il contatto fisico per colpa dell’instaurazione del distanziamento sociale, in via precauzionale per il contagio del coronavirus. Nel presente lavoro di tesi mi sono occupata dell’analisi riguardo l’uso intensivo dei media digitali durante l’epidemia di Covid-19, che ha messo alle strette istituzioni ed imprese, cercando una soluzione che pone rimedio alle misure restrittive precauzionali, mandando avanti attività sia di tipo lavorativo che scolastico, ma soprattutto tenendo informati i cittadini su quanto possa accadere fuori. Attraverso l’esperienza passata e una conoscenza approfondita riguardo il mondo dei media, viene presentata la rilevanza della comunicazione in questa situazione emergenziale, che deve essere chiara ed efficace, capace di connettere i cittadini con le autorità pubbliche, in modo da instaurare un clima di fiducia. Inoltre, vediamo come la tecnologia ci possa essere d’aiuto per quanto riguarda l’intrattenimento, la socialità e la ricerca di informazioni durante il lockdown, cercando di “abbreviare” le distanze e di favorire l’interazione sociale in maniera virtuale. Molto importante è anche l’adozione dello Smart Working, ossia la modalità di lavoro da casa, che permette la continuazione della maggior parte delle attività lavorative. Sebbene la digitalizzazione abbia favorito l’aggiornamento continuo della situazione ai cittadini, in modo tale da garantirgli sicurezza e tranquillità, troviamo anche il fenomeno opposto chiamato infodemia, ossia una diffusione rapida e di vasta portata di informazioni sia precise che non sull’argomento, che genera confusione e diventa, come definisce l’OMS stesso, peggio dell’effettivo virus. Un altro aspetto analizzato in questo elaborato, verificatosi soprattutto durante il periodo di “reclusione” durato quasi 3 mesi, è la ripresa della videochiamata, un servizio quasi dato per scontato che diventa così fondamentale in una circostanza in cui viene vietata ogni minima forma di contatto fisico ravvicinato. Per questo tipo di tesi compilativa è servita un’intensa fase di ricerca riguardo dati e informazioni certificate sulla strategia di comunicazione adoperata dalle istituzioni e autorità pubbliche, accompagnati dalla storia dei media digitali e della loro importanza, grazie a libri specializzati nel tema e da una conoscenza approfondita sull’argomento. Da ciò è emerso come la digitalizzazione sia riuscita a diffondersi ampiamente, portando un salto di qualità per le nostre vite, semplificando la maggior parte delle nostre abitudini quotidiane ed essendoci di grande aiuto durante questo periodo storico molto importante e limitante. Ma si è anche evidenziato come l’utilizzo dei media debba essere attuato in maniera responsabile e non estrema, per poter garantire dei risultati efficienti e non controproducenti. Infine, possiamo affermare come il Covid-19 e tutte le sue conseguenze abbiano instaurato una nuova “normalità”, una nuova routine, che, nel bene e nel male, ci è stata favorita dalla comunicazione e gli strumenti annessi, favorendoci un contatto virtuale, in attesa di riabbracciarci un domani.

Coronavirus: l'importanza dei media per la comunicazione globale durante la pandemia.

LONGO, SILVIA
2019/2020

Abstract

L’11 marzo 2020 l’OMS dichiara lo stato di pandemia di Covid-19, una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus, e il mondo si prepara ad adoperare nuove misure urgenti di contenimento del contagio, rivoluzionando la vita di tutti noi. Così, da una “innocente influenza” ad un virus spietato ed estremamente contagioso, la popolazione mondiale si ritrova dall’oggi al domani a dover salutare le proprie abitudini quotidiane, quali scuola, lavoro e hobby, a dover rinchiudersi in casa con il proprio nucleo familiare e a dover abbandonare il contatto fisico per colpa dell’instaurazione del distanziamento sociale, in via precauzionale per il contagio del coronavirus. Nel presente lavoro di tesi mi sono occupata dell’analisi riguardo l’uso intensivo dei media digitali durante l’epidemia di Covid-19, che ha messo alle strette istituzioni ed imprese, cercando una soluzione che pone rimedio alle misure restrittive precauzionali, mandando avanti attività sia di tipo lavorativo che scolastico, ma soprattutto tenendo informati i cittadini su quanto possa accadere fuori. Attraverso l’esperienza passata e una conoscenza approfondita riguardo il mondo dei media, viene presentata la rilevanza della comunicazione in questa situazione emergenziale, che deve essere chiara ed efficace, capace di connettere i cittadini con le autorità pubbliche, in modo da instaurare un clima di fiducia. Inoltre, vediamo come la tecnologia ci possa essere d’aiuto per quanto riguarda l’intrattenimento, la socialità e la ricerca di informazioni durante il lockdown, cercando di “abbreviare” le distanze e di favorire l’interazione sociale in maniera virtuale. Molto importante è anche l’adozione dello Smart Working, ossia la modalità di lavoro da casa, che permette la continuazione della maggior parte delle attività lavorative. Sebbene la digitalizzazione abbia favorito l’aggiornamento continuo della situazione ai cittadini, in modo tale da garantirgli sicurezza e tranquillità, troviamo anche il fenomeno opposto chiamato infodemia, ossia una diffusione rapida e di vasta portata di informazioni sia precise che non sull’argomento, che genera confusione e diventa, come definisce l’OMS stesso, peggio dell’effettivo virus. Un altro aspetto analizzato in questo elaborato, verificatosi soprattutto durante il periodo di “reclusione” durato quasi 3 mesi, è la ripresa della videochiamata, un servizio quasi dato per scontato che diventa così fondamentale in una circostanza in cui viene vietata ogni minima forma di contatto fisico ravvicinato. Per questo tipo di tesi compilativa è servita un’intensa fase di ricerca riguardo dati e informazioni certificate sulla strategia di comunicazione adoperata dalle istituzioni e autorità pubbliche, accompagnati dalla storia dei media digitali e della loro importanza, grazie a libri specializzati nel tema e da una conoscenza approfondita sull’argomento. Da ciò è emerso come la digitalizzazione sia riuscita a diffondersi ampiamente, portando un salto di qualità per le nostre vite, semplificando la maggior parte delle nostre abitudini quotidiane ed essendoci di grande aiuto durante questo periodo storico molto importante e limitante. Ma si è anche evidenziato come l’utilizzo dei media debba essere attuato in maniera responsabile e non estrema, per poter garantire dei risultati efficienti e non controproducenti. Infine, possiamo affermare come il Covid-19 e tutte le sue conseguenze abbiano instaurato una nuova “normalità”, una nuova routine, che, nel bene e nel male, ci è stata favorita dalla comunicazione e gli strumenti annessi, favorendoci un contatto virtuale, in attesa di riabbracciarci un domani.
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