Since a long time ago, the school dropout rate has been one of the most significant problems in society and in the Education system of the European countries. However, many of them report a gradual reduction year by year. For this reason, many EU Countries have decided to implement strategies aimed at preventing and fighting premature dropout from the youngest, setting specific objectives to reach out. The "Europe 2020" and "Education and Training - ET2020" are two programs that represent the main strategies of EU on the subject, whose main goal is to reduce the school dropout rate under 10 % within end 2020. According to the latest data updated in 2019, the drop-out rate, i.e. the number of students who left school prior completing their cycle, represents the 10,3 % out of the European average, a figure that gets very close to the set goal. On the other hand, unfortunately, the situation of Italy differs from most of other EU Countries; here, the percentage of dispersion is still high and the figures are too distant yet, from either the European average or the set goal: 14,5 % in 2018, with a 0,5 % increase compared to the previous year. In addition to dropouts, there are several factors causing early school leaving, since it is considered as a multidimensional phenomenon and it is affected by many causes; you can refer to ESL, acronym for early school leavers, or to Low Achievers (i.e. young people with low competence levels on basis subjects), and NEET (standing for young people Neither in Employment or in Education or Training). The latter are periodically monitored, both at European or at national level. Moreover, various policies have been experienced and tested to prevent and avoid early school leaving: some examples are Second Chance Schools, the Youth Star Program and the "Youth on the Move" Program. in Italy, aside all these institutional and European projects, the C.P.I.A. (Provincial Centres for Adult Education), system born in 2012 following the Permanent Territorial Centres, have had the main aim to allow people over 16 years old., to complete their previously abandoned qualifications. Their actions have therefore the effect of fighting educational deficit and school dropouts. All these institutions - giving a second chance to all those who, for various reasons, have decided to leave their studies prematurely- represent today an active player to fight school dispersion and early leaving.
Da molto tempo, ormai, il tasso di dispersione scolastica è uno dei problemi più rilevanti all'interno della società e nell'ambito dell'istruzione dei vari Paesi europei, anche se, in alcuni casi, con risultati gradualmente inferiori anno dopo anno. È per questo che i vari Stati dell'Unione Europea hanno deciso di attuare alcune strategie per prevenire e contrastare l'abbandono prematuro da parte dei giovani, prefissando degli obiettivi specifici da raggiungere. Si fa riferimento a due strategie in particolare: la Strategia “Europa 2020” e il Programma “Education and Training – ET2020”, in cui uno degli obiettivi fondamentali è appunto quello di ridurre il tasso di abbandono scolastico sotto il 10% entro il 2020. Secondo gli ultimi dati aggiornati al 2019, il tasso di drop-out, ossia gli studenti che hanno lasciato la scuola prima di completare il proprio corso di studi, nella media europea rappresenta il 10,3%, dato che si è avvicinato molto all'obiettivo prefissato. La situazione italiana, invece, risulta essere purtroppo diversa da quella dei maggiori Paesi europei; vi è una percentuale ancora molto alta di dispersione e soprattutto ancora troppo distante sia dalla media europea che dall'obiettivo prefissato: 14,5% nel 2018, con un aumento di 0,5% rispetto all'anno precedente. Oltre ai drop-out, sono diversi i protagonisti della dispersione scolastica, in quanto essa viene considerata un fenomeno multidimensionale e condizionato da vari fattori; si può far riferimento agli ESL, acronimo di Early School Leavers, letteralmente “abbandono scolastico precoce”, i Low Achievers, giovani con livelli di competenza insufficienti nelle materie di base e i NEET, ragazzi che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in nessuna attività di formazione. Anch'essi vengono periodicamente monitorati sia a livello europeo che nazionale. Inoltre, sono diverse le politiche di prevenzione e di contrasto all'abbandono scolastico che sono state sperimentate ed utilizzate, come per esempio le Scuole della Seconda Opportunità, il Programma “Youthstart” e il Programma “Youth on the Move”. Ma sulla base di tutto ciò, nel contesto italiano, oltre alla varie strategie istituzionali e ai programmi europei, possono essere considerati degli importanti strumenti per la lotta alla dispersione scolastica anche i C.P.I.A., cioè i Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti, nati nel 2012 a seguito dei Centri Territoriali Permanenti, con l'obiettivo principale di permettere agli adulti, con più di 16 anni di età, di completare titoli di studio abbandonati precedentemente e, di conseguenza, contrastare il deficit formativo e l'abbandono scolastico. Dare una seconda opportunità a tutti coloro che hanno deciso, per vari motivi, di lasciare prematuramente gli studi, risulta essere quindi una delle prerogative essenziali di queste istituzioni, che di conseguenza si vedono protagoniste attive nel contrasto della dispersione scolastica.
Strategie e programmi per contrastare la dispersione scolastica I C.P.I.A. come “scuole di seconda opportunità”
BUSATO, VALERIA
2019/2020
Abstract
Da molto tempo, ormai, il tasso di dispersione scolastica è uno dei problemi più rilevanti all'interno della società e nell'ambito dell'istruzione dei vari Paesi europei, anche se, in alcuni casi, con risultati gradualmente inferiori anno dopo anno. È per questo che i vari Stati dell'Unione Europea hanno deciso di attuare alcune strategie per prevenire e contrastare l'abbandono prematuro da parte dei giovani, prefissando degli obiettivi specifici da raggiungere. Si fa riferimento a due strategie in particolare: la Strategia “Europa 2020” e il Programma “Education and Training – ET2020”, in cui uno degli obiettivi fondamentali è appunto quello di ridurre il tasso di abbandono scolastico sotto il 10% entro il 2020. Secondo gli ultimi dati aggiornati al 2019, il tasso di drop-out, ossia gli studenti che hanno lasciato la scuola prima di completare il proprio corso di studi, nella media europea rappresenta il 10,3%, dato che si è avvicinato molto all'obiettivo prefissato. La situazione italiana, invece, risulta essere purtroppo diversa da quella dei maggiori Paesi europei; vi è una percentuale ancora molto alta di dispersione e soprattutto ancora troppo distante sia dalla media europea che dall'obiettivo prefissato: 14,5% nel 2018, con un aumento di 0,5% rispetto all'anno precedente. Oltre ai drop-out, sono diversi i protagonisti della dispersione scolastica, in quanto essa viene considerata un fenomeno multidimensionale e condizionato da vari fattori; si può far riferimento agli ESL, acronimo di Early School Leavers, letteralmente “abbandono scolastico precoce”, i Low Achievers, giovani con livelli di competenza insufficienti nelle materie di base e i NEET, ragazzi che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in nessuna attività di formazione. Anch'essi vengono periodicamente monitorati sia a livello europeo che nazionale. Inoltre, sono diverse le politiche di prevenzione e di contrasto all'abbandono scolastico che sono state sperimentate ed utilizzate, come per esempio le Scuole della Seconda Opportunità, il Programma “Youthstart” e il Programma “Youth on the Move”. Ma sulla base di tutto ciò, nel contesto italiano, oltre alla varie strategie istituzionali e ai programmi europei, possono essere considerati degli importanti strumenti per la lotta alla dispersione scolastica anche i C.P.I.A., cioè i Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti, nati nel 2012 a seguito dei Centri Territoriali Permanenti, con l'obiettivo principale di permettere agli adulti, con più di 16 anni di età, di completare titoli di studio abbandonati precedentemente e, di conseguenza, contrastare il deficit formativo e l'abbandono scolastico. Dare una seconda opportunità a tutti coloro che hanno deciso, per vari motivi, di lasciare prematuramente gli studi, risulta essere quindi una delle prerogative essenziali di queste istituzioni, che di conseguenza si vedono protagoniste attive nel contrasto della dispersione scolastica.File | Dimensione | Formato | |
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