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Introduzione e obiettivi: il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha segnalato all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella suddetta città. La sintomatologia prevede febbre, tosse, mal di gola, sintomi gastrointestinali e, nei casi più gravi, alterazioni respiratorie. Il 9 gennaio 2020, il CDC cinese riferisce che è stato individuato l'agente causale dell'infezione “2019-Ncov”. L'emergenza modifica l'assetto delle strutture sanitarie e pone gli operatori di fronte a problematiche anche di carattere etico. Materiali e metodi: l'obiettivo dell'elaborato è analizzare qual è stato il ruolo dell'infermiere, nella specifica realtà del DEA di Pinerolo, rispetto alla gestione dei flussi durante una pandemia, figura che solitamente viene approfondita per ruoli e competenze in un contesto caratterizzato dal sovraffollamento. La ricerca bibliografica sulle banche dati Pubmed e Cinhal è stata il punto di partenza ma, il vero e proprio fulcro dell'elaborato sono stati i protocolli aziendali interni all'ASLT TO3 i quali, fornivano indicazioni rispetto alle nuove modalità di gestione del reparto seguendo l'evoluzione epidemiologica della pandemia. Risultati: apportare modifiche nell'organizzazione delle strutture e nell'assetto del personale sanitario ha posto gli operatori nella condizione di dover sviluppare competenze nuove e di approfondirne delle altre, adattandole al contesto. Una figura innovativa è stata l'introduzione dell'infermiere di pre-triage, figura preposta all'identificazione precoce dei casi sospetti. Sono stati inoltre creati sia percorsi “puliti” e “sporchi” sia vere e proprie aree di isolamento che potessero ospitare il paziente durante le varie fasi del processo assistenziale. Conclusioni: il nostro servizio sanitario pubblico, le strutture di Emergenza-Urgenza, si sono trovati investiti di un grande impegno “non previsto”, nonostante il virus fosse presente già da vari mesi prima della registrazione dei primi casi confermati. Nell'ipotesi di una ricaduta epidemica, l'infermiere non dovrebbe farsi cogliere impreparato ma piuttosto consapevole della complessità dell'emergenza sanitaria Covid-19. Ciò significherà, in qualità di professionisti, essere dotati fin dal primo momento, di grande elasticità e adattamento ai nuovi modelli assistenziali e organizzativi.

IL RUOLO DELL'INFERMIERE NELLA GESTIONE DEI FLUSSI IN UNA SITUAZIONE DI EMERGENZA SANITARIA - Analisi dell'esperienza del DEA di Pinerolo

ANDREOLI, BEATRICE
2019/2020

Abstract

Introduzione e obiettivi: il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha segnalato all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella suddetta città. La sintomatologia prevede febbre, tosse, mal di gola, sintomi gastrointestinali e, nei casi più gravi, alterazioni respiratorie. Il 9 gennaio 2020, il CDC cinese riferisce che è stato individuato l'agente causale dell'infezione “2019-Ncov”. L'emergenza modifica l'assetto delle strutture sanitarie e pone gli operatori di fronte a problematiche anche di carattere etico. Materiali e metodi: l'obiettivo dell'elaborato è analizzare qual è stato il ruolo dell'infermiere, nella specifica realtà del DEA di Pinerolo, rispetto alla gestione dei flussi durante una pandemia, figura che solitamente viene approfondita per ruoli e competenze in un contesto caratterizzato dal sovraffollamento. La ricerca bibliografica sulle banche dati Pubmed e Cinhal è stata il punto di partenza ma, il vero e proprio fulcro dell'elaborato sono stati i protocolli aziendali interni all'ASLT TO3 i quali, fornivano indicazioni rispetto alle nuove modalità di gestione del reparto seguendo l'evoluzione epidemiologica della pandemia. Risultati: apportare modifiche nell'organizzazione delle strutture e nell'assetto del personale sanitario ha posto gli operatori nella condizione di dover sviluppare competenze nuove e di approfondirne delle altre, adattandole al contesto. Una figura innovativa è stata l'introduzione dell'infermiere di pre-triage, figura preposta all'identificazione precoce dei casi sospetti. Sono stati inoltre creati sia percorsi “puliti” e “sporchi” sia vere e proprie aree di isolamento che potessero ospitare il paziente durante le varie fasi del processo assistenziale. Conclusioni: il nostro servizio sanitario pubblico, le strutture di Emergenza-Urgenza, si sono trovati investiti di un grande impegno “non previsto”, nonostante il virus fosse presente già da vari mesi prima della registrazione dei primi casi confermati. Nell'ipotesi di una ricaduta epidemica, l'infermiere non dovrebbe farsi cogliere impreparato ma piuttosto consapevole della complessità dell'emergenza sanitaria Covid-19. Ciò significherà, in qualità di professionisti, essere dotati fin dal primo momento, di grande elasticità e adattamento ai nuovi modelli assistenziali e organizzativi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/125647