L'aspettativa di vita in molte regioni del mondo è in aumento grazie al miglioramento dell'assistenza sanitaria, dello stile di vita e dell'alimentazione. Tutto ciò, però, ha portato anche ad enormi implicazioni economiche dovute al concomitante aumento di soggetti colpiti dalle principali malattie e disabilità legate all'età. Nello svolgimento della tesi sono partita dall'analisi dei fattori socioeconomici e degli stili di vita in grado di influenzare i processi legati alla longevità. Infatti, da studi svolti sui centenari sono emersi comportamenti comuni, legati allo stile di vita, che ne hanno promosso la longevità. Tra questi, l'attività fisica, una dieta ricca di frutta, verdure e legumi e un quasi assente uso di tabacco e alcol sembrano svolgere un ruolo importante. Per quanto riguarda invece il background genetico, esso sembra incidere per il 20-30%. In particolare, sono stati identificati alcuni geni associati ad una maggiore longevità, che sono stati raggruppati in quattro categorie funzionali: 1) geni correlati alla resistenza allo stress ossidativo. Si tratta di geni che svolgono un ruolo importante nel ridurre il grado di ossidazione cellulare, quest'ultimo legato allo sviluppo di malattie legate all'età senile. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che interventi nutrizionali e farmacologici che aumentano la produzione di specie reattive dell'ossigeno, promuovono la longevità attivando la fosforilazione ossidativa mitocondriale ed innescando percorsi di segnalazione a valle che promuovono la risposta adattativa; 2) geni coinvolti nel garantire l'integrità della lunghezza dei telomeri (TERT e TERC) e geni codificanti le sirtuine che mediano l'estensione della durata della vita dovuta alla restrizione calorica; 3) geni metabolici, coinvolti nel metabolismo e nella divisione cellulare. Tra questi, APOE è uno dei geni più comunemente associati alla longevità umana e il cui prodotto svolge un ruolo importante nel confezionamento e nel trasporto delle lipoproteine a bassa densità, partecipando, altresì, a molteplici processi cellulari, come processi ossidativi, infiammazione, attivazione dei macrofagi e omeostasi delle cellule gliali e neuronali. Altri due geni importanti appartenenti a questa categoria sono il gene TXNRD, codificante la tioredossina reduttasi che riduce la tioredossina ossidata catalizzando contemporaneamente la conversione di NADPH in NADP+, e il gene mTOR codificante una serina-treonina chinasi coinvolta nei processi cellulari di base come la crescita cellulare, la proliferazione, l'apoptosi e l'infiammazione. L'inibizione del complesso mTOR con la rapamicina è attualmente l'unico trattamento farmacologico in grado di aumentare la durata della vita di tutti gli organismi modello studiati; 4) Fattori di crescita. In particolare, la via di segnalazione attivata dal fattore 1 di crescita insulino-simile (IGF1), conservata evolutivamente in diverse specie, sembra essere coinvolta in molte funzioni necessarie per il metabolismo, la crescita, la riproduzione e nel controllo della longevità.
Longevità tra fattori ambientali e genetica
OLIVIERI, GIULIA
2019/2020
Abstract
L'aspettativa di vita in molte regioni del mondo è in aumento grazie al miglioramento dell'assistenza sanitaria, dello stile di vita e dell'alimentazione. Tutto ciò, però, ha portato anche ad enormi implicazioni economiche dovute al concomitante aumento di soggetti colpiti dalle principali malattie e disabilità legate all'età. Nello svolgimento della tesi sono partita dall'analisi dei fattori socioeconomici e degli stili di vita in grado di influenzare i processi legati alla longevità. Infatti, da studi svolti sui centenari sono emersi comportamenti comuni, legati allo stile di vita, che ne hanno promosso la longevità. Tra questi, l'attività fisica, una dieta ricca di frutta, verdure e legumi e un quasi assente uso di tabacco e alcol sembrano svolgere un ruolo importante. Per quanto riguarda invece il background genetico, esso sembra incidere per il 20-30%. In particolare, sono stati identificati alcuni geni associati ad una maggiore longevità, che sono stati raggruppati in quattro categorie funzionali: 1) geni correlati alla resistenza allo stress ossidativo. Si tratta di geni che svolgono un ruolo importante nel ridurre il grado di ossidazione cellulare, quest'ultimo legato allo sviluppo di malattie legate all'età senile. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che interventi nutrizionali e farmacologici che aumentano la produzione di specie reattive dell'ossigeno, promuovono la longevità attivando la fosforilazione ossidativa mitocondriale ed innescando percorsi di segnalazione a valle che promuovono la risposta adattativa; 2) geni coinvolti nel garantire l'integrità della lunghezza dei telomeri (TERT e TERC) e geni codificanti le sirtuine che mediano l'estensione della durata della vita dovuta alla restrizione calorica; 3) geni metabolici, coinvolti nel metabolismo e nella divisione cellulare. Tra questi, APOE è uno dei geni più comunemente associati alla longevità umana e il cui prodotto svolge un ruolo importante nel confezionamento e nel trasporto delle lipoproteine a bassa densità, partecipando, altresì, a molteplici processi cellulari, come processi ossidativi, infiammazione, attivazione dei macrofagi e omeostasi delle cellule gliali e neuronali. Altri due geni importanti appartenenti a questa categoria sono il gene TXNRD, codificante la tioredossina reduttasi che riduce la tioredossina ossidata catalizzando contemporaneamente la conversione di NADPH in NADP+, e il gene mTOR codificante una serina-treonina chinasi coinvolta nei processi cellulari di base come la crescita cellulare, la proliferazione, l'apoptosi e l'infiammazione. L'inibizione del complesso mTOR con la rapamicina è attualmente l'unico trattamento farmacologico in grado di aumentare la durata della vita di tutti gli organismi modello studiati; 4) Fattori di crescita. In particolare, la via di segnalazione attivata dal fattore 1 di crescita insulino-simile (IGF1), conservata evolutivamente in diverse specie, sembra essere coinvolta in molte funzioni necessarie per il metabolismo, la crescita, la riproduzione e nel controllo della longevità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/125576