Food contamination due to chemical and biological elements, is a significant problem due to the impact that it can have on human's health, both in the short and long term. Recently the issue of microplastic and nanoplastic contamination in food is emerging, specifically in fish products, as plastic fragments can be swallowed by marine animals. The plastic ingested by fish can go directly into our food, due to the natural process of the food chain. The dangers inherited in microplastics are related to their ability to carry dangerous chemicals (including those intentionally added during production), as well as environmental contaminants that are adsorbed into the surface of the microplastic during their use and presence in the environment. These hazardous substances are for example styrene, toxic metals (mercury and lead), phthalates, bisphenol A (BPA), polychlorinated biphenyls (PBC) and polycyclic aromatic hydrocarbons. Humans consume microplastic through different channels. You can ingest it by eating fish, or as new studies have shown, we can find microplastics in salt, beer and even honey. We can breathe it through the air or consume it in food, which contains minimal quantities of the plastic packages in which it is contained. For this reason, it is difficult to completely avoid the problem. The most important aspects is that prior to reaching the food chain, microplastics migrate to the soil, water and therefore, subsequently through contaminated raw materials, reach humans. Due to continuous release of plastic waste into the environment and fragmenting qualytis of plastic, the number of microplastic will continue to increase in the global waters. The prevalence of microplastics in aquatic systems makes these particles highly available for the fish populations. Furthermore, exposure to microplastics can cause various health problems for the fish. The information we have available on the negative effects of these substances on the human body is still scarce and fragmented. It will be necessary to carry out further research to evaluate the extent of phenomenon, in addition to taking into consideration the size and components of the microplastics. Due to the scarce amount of information we have on the effects microplastics have on the human body, it will be necessary to carry out further research to evaluate the extent of the phenomenon, while taking into consideration the size and components of the microplastics. In addition to this, there are a number of strategies for controlling and blocking the development of the contamination. It is certain that the production of plastic will continue to increase in the coming decades, with regard to this, management and monitoring strategies should be addressed by evaluating and investigating the sources and inputs of plastic in the food chain with consequences on the human health.
La contaminazione alimentare dovuta ad agenti chimici e biologici è un problema importante soprattutto per l'impatto che può avere sulla salute umana sia a breve termine che a lungo termine. Recentemente sta emergendo la questione della contaminazione da microplastiche e nanoplastiche negli alimenti, soprattutto nei prodotti ittici, in quanto i frammenti plastici possono essere inghiottiti dagli animali marini. Attraverso la catena alimentare, la plastica ingerita dai pesci può arrivare direttamente nei nostri alimenti. I pericoli insiti nelle microplastiche sono legati alla loro capacità di veicolare sostanze chimiche pericolose (comprese quelle aggiunte intenzionalmente in fase produttiva), nonché contaminanti ambientali che possono venire assorbiti sulla loro superficie durante il loro uso e la permanenza nell'ambiente. Queste sostanze pericolose sono ad esempio stirene, metalli tossici (mercurio e piombo), ftalati, bisfenolo A (BPA), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici. L'uomo consuma la microplastica attraverso molti canali. Può ingerirla mangiando pesce, o come emerge da nuovi studi, possiamo ritrovare le microplastiche nel sale, birra e miele, respirarla nell'aria oppure consumarla nel cibo, che contiene quantità minime delle confezioni di plastica in cui è contenuto. Per questo motivo, è difficile evitare completamente il problema. L'aspetto più importante e che prima di pervenire nella catena alimentare, le microplastiche migrano nel suolo, nell'acqua e successivamente attraverso le materie prime contaminate, giungono all'uomo. A causa della continua emissione di rifiuti di plastica nell'ambiente e della frammentazione della plastica, il numero di microplastiche continuerà ad aumentare nelle acque globali. La prevalenza di microplastiche nei sistemi acquatici rende queste particelle altamente disponibili per le popolazioni ittiche. Per di più l'esposizione alle microplastiche può causare anche vari problemi di salute ai pesci. Le informazioni che abbiamo a disposizione sugli effetti negativi di queste sostanze sul corpo umano sono ancora scarse e frammentarie. Sarà necessario effettuare ulteriori ricerche per valutare l'estensione del fenomeno, tenendo in considerazione anche la dimensione e i componenti delle microplastiche. Purtroppo attualmente non esistono norme valide a livello globale per salvaguardare la nostra sicurezza alimentare contro la contaminazione da plastiche negli alimenti. Le informazioni che si hanno a disposizione sugli effetti negativi di queste sostanze sul corpo umano sono ancora scarse e frammentarie. Sarà necessario effettuare ulteriori ricerche per valutare l'estensione del fenomeno, tenendo in considerazione anche la dimensione e i componenti delle microplastiche. Mancano anche una serie di strategie per controllare e bloccare lo sviluppo di questo problema. La ragione certa è che la produzione di materie plastiche continuerà ad aumentare nei prossimi decenni, in merito a questo le strategie di gestione e di monitoraggio dovrebbero essere affrontate valutando e indagando le fonti e gli ingressi della plastica nella catena alimentare con conseguenze sulla salubrità della salute umana.
INQUINAMENTO DELLE MICROPLASTICHE NELL'AMBIENTE E NEGLI ALIMENTI
CAMINITI, ANGELICA
2019/2020
Abstract
La contaminazione alimentare dovuta ad agenti chimici e biologici è un problema importante soprattutto per l'impatto che può avere sulla salute umana sia a breve termine che a lungo termine. Recentemente sta emergendo la questione della contaminazione da microplastiche e nanoplastiche negli alimenti, soprattutto nei prodotti ittici, in quanto i frammenti plastici possono essere inghiottiti dagli animali marini. Attraverso la catena alimentare, la plastica ingerita dai pesci può arrivare direttamente nei nostri alimenti. I pericoli insiti nelle microplastiche sono legati alla loro capacità di veicolare sostanze chimiche pericolose (comprese quelle aggiunte intenzionalmente in fase produttiva), nonché contaminanti ambientali che possono venire assorbiti sulla loro superficie durante il loro uso e la permanenza nell'ambiente. Queste sostanze pericolose sono ad esempio stirene, metalli tossici (mercurio e piombo), ftalati, bisfenolo A (BPA), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici. L'uomo consuma la microplastica attraverso molti canali. Può ingerirla mangiando pesce, o come emerge da nuovi studi, possiamo ritrovare le microplastiche nel sale, birra e miele, respirarla nell'aria oppure consumarla nel cibo, che contiene quantità minime delle confezioni di plastica in cui è contenuto. Per questo motivo, è difficile evitare completamente il problema. L'aspetto più importante e che prima di pervenire nella catena alimentare, le microplastiche migrano nel suolo, nell'acqua e successivamente attraverso le materie prime contaminate, giungono all'uomo. A causa della continua emissione di rifiuti di plastica nell'ambiente e della frammentazione della plastica, il numero di microplastiche continuerà ad aumentare nelle acque globali. La prevalenza di microplastiche nei sistemi acquatici rende queste particelle altamente disponibili per le popolazioni ittiche. Per di più l'esposizione alle microplastiche può causare anche vari problemi di salute ai pesci. Le informazioni che abbiamo a disposizione sugli effetti negativi di queste sostanze sul corpo umano sono ancora scarse e frammentarie. Sarà necessario effettuare ulteriori ricerche per valutare l'estensione del fenomeno, tenendo in considerazione anche la dimensione e i componenti delle microplastiche. Purtroppo attualmente non esistono norme valide a livello globale per salvaguardare la nostra sicurezza alimentare contro la contaminazione da plastiche negli alimenti. Le informazioni che si hanno a disposizione sugli effetti negativi di queste sostanze sul corpo umano sono ancora scarse e frammentarie. Sarà necessario effettuare ulteriori ricerche per valutare l'estensione del fenomeno, tenendo in considerazione anche la dimensione e i componenti delle microplastiche. Mancano anche una serie di strategie per controllare e bloccare lo sviluppo di questo problema. La ragione certa è che la produzione di materie plastiche continuerà ad aumentare nei prossimi decenni, in merito a questo le strategie di gestione e di monitoraggio dovrebbero essere affrontate valutando e indagando le fonti e gli ingressi della plastica nella catena alimentare con conseguenze sulla salubrità della salute umana.File | Dimensione | Formato | |
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