I Papillomavirus umani (HPV) sono piccoli virus a DNA appartenenti alla famiglia dei Papillomaviridae. Sono stati identificati più di 100 tipi di HPV che infettano l’uomo a livello cutaneo-mucoso e di questi 40 sono associati a patologie sia benigne sia maligne del tratto genitale. L’infezione da HPV è una delle malattie a trasmissione sessuale più diffusa al mondo che colpisce sia donne che uomini soprattutto in età giovanile. Nel 90% dei casi l’infezione è transitoria e si risolve nel giro di 1-2 anni grazie all’azione del sistema immunitario, la persistenza dell’infezione con un HPV ad alto rischio oncogeno è invece la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per lo sviluppo di neoplasie. Il carcinoma al collo dell’utero è stato il primo cancro ad essere riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad un’infezione virale da HPV, il cui Dna è presente nel 99,7% dei casi. L’individuazione dell’HPV come agente causale nell’insorgenza del tumore cervicale ha aperto la strada alla prevenzione primaria attraverso la vaccinazione. I vaccini al momento disponibili sono: Cervarix (bivalente), Gardasil (quadrivalente) e Gardasil-9 (9-valente). Tutti e tre prevengono le lesioni causate dai genotipi più frequenti: 16 e 18, responsabili del 70% dei casi di cancro cervicale, entrambi i Gardasil proteggono anche da HPV6 e HPV11 e Gardasil9 estende la protezione verso altri cinque genotipi: 31, 33, 45, 52 e 58. La prevenzione secondaria si basa sulla diagnosi precoce dei precursori del carcinoma invasivo. Ad oggi sempre più paesi stanno effettuando un cambiamento nel test di screening primario da Pap-test, basato sull’osservazione al microscopio delle mutazioni morfologiche nelle cellule della cervice, ad HPV-test, basato sull’individuazione di DNA, mRNA o altri marcatori virali mediante metodiche di biologia molecolare. Nonostante siano stati messi a punto strumenti efficaci di prevenzione il cancro alla cervice si posiziona al quarto posto fra i tumori femminili per incidenza e mortalità: nel 2020 ci sono stati 604.127 nuovi casi e 341.831 morti, la maggior parte dei quali nei paesi in via di sviluppo. Il 17 novembre 2020 l’OMS ha lanciato una strategia per l’eliminazione del tumore alla cervice uterina, in quanto una delle patologie tumorali maggiormente prevenibile e curabile, a cui hanno aderito 194 paesi. Il raggiungimento degli obiettivi porterebbe entro il 2050 ad un calo dei casi di oltre il 70%.

Human Papillomavirus (HPV) e carcinoma al collo dell'utero: aspetti epidemiologici e programmi di prevenzione

ARESE, VALENTINA
2019/2020

Abstract

I Papillomavirus umani (HPV) sono piccoli virus a DNA appartenenti alla famiglia dei Papillomaviridae. Sono stati identificati più di 100 tipi di HPV che infettano l’uomo a livello cutaneo-mucoso e di questi 40 sono associati a patologie sia benigne sia maligne del tratto genitale. L’infezione da HPV è una delle malattie a trasmissione sessuale più diffusa al mondo che colpisce sia donne che uomini soprattutto in età giovanile. Nel 90% dei casi l’infezione è transitoria e si risolve nel giro di 1-2 anni grazie all’azione del sistema immunitario, la persistenza dell’infezione con un HPV ad alto rischio oncogeno è invece la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per lo sviluppo di neoplasie. Il carcinoma al collo dell’utero è stato il primo cancro ad essere riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad un’infezione virale da HPV, il cui Dna è presente nel 99,7% dei casi. L’individuazione dell’HPV come agente causale nell’insorgenza del tumore cervicale ha aperto la strada alla prevenzione primaria attraverso la vaccinazione. I vaccini al momento disponibili sono: Cervarix (bivalente), Gardasil (quadrivalente) e Gardasil-9 (9-valente). Tutti e tre prevengono le lesioni causate dai genotipi più frequenti: 16 e 18, responsabili del 70% dei casi di cancro cervicale, entrambi i Gardasil proteggono anche da HPV6 e HPV11 e Gardasil9 estende la protezione verso altri cinque genotipi: 31, 33, 45, 52 e 58. La prevenzione secondaria si basa sulla diagnosi precoce dei precursori del carcinoma invasivo. Ad oggi sempre più paesi stanno effettuando un cambiamento nel test di screening primario da Pap-test, basato sull’osservazione al microscopio delle mutazioni morfologiche nelle cellule della cervice, ad HPV-test, basato sull’individuazione di DNA, mRNA o altri marcatori virali mediante metodiche di biologia molecolare. Nonostante siano stati messi a punto strumenti efficaci di prevenzione il cancro alla cervice si posiziona al quarto posto fra i tumori femminili per incidenza e mortalità: nel 2020 ci sono stati 604.127 nuovi casi e 341.831 morti, la maggior parte dei quali nei paesi in via di sviluppo. Il 17 novembre 2020 l’OMS ha lanciato una strategia per l’eliminazione del tumore alla cervice uterina, in quanto una delle patologie tumorali maggiormente prevenibile e curabile, a cui hanno aderito 194 paesi. Il raggiungimento degli obiettivi porterebbe entro il 2050 ad un calo dei casi di oltre il 70%.
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