Gli oggetti che ci circondano sono dotati di peculiarità le quali colpendo i nostri sensi suscitano in noi un'attrazione od una repulsione verso di essi. Le opere d'arte sembrano essere gli oggetti verso i quali si catalizzano maggiormente le nostre attenzioni, in virtù del loro non essere mezzi utili a soddisfare necessità, come lo sono gli oggetti di uso. Il fine di un opera d'arte sembra essere il godimento che segue la sua contemplazione, il quale può scaturire a seguito di una compenetrazione tra proprietà intrinseche ed estrinseche dell'opera. Quanto più oggi si focalizza l'interesse sull'uomo, in quanto soggetto realizzatore di un opera d'arte, tanto più in passato, quando l'arte si poneva al servizio di magia e religione l'interesse era focalizzato sulle qualità evocative che dovevano assolvere simbolicamente le opere. Questo spostamento di interesse, spinge verso un'interrogazione attorno alle opere d'arte. Quali sono le proprietà, le caratteristiche che spingono un individuo ad interessarsi ad esse? Quali sono gli elementi di attrazione verso le opere d'arte? Sono forse elementi oggettivi o soggettivi? Per poter rispondere a tali quesiti occorre prima chiedersi che cosa sia un opera d'arte, che cosa possa rispondere a tale definizione. A tal proposito si deve prendere atto del mutato statuto dell'opera d'arte, il quale ha avuto luogo nel XX secolo, destabilizzandone la concezione. Attualmente oggetti di uso comune, prodotti in serie quali i ready made, così come gli happenings, le installazioni, rivendicano il loro diritto ad esser chiamati opere d'arte. Tutto sembra poter essere definito opera d'arte. Considerando il XX secolo emblema dello stravolgimento dello status dell'arte, si possono osservare, a questo proposito, possibili condizionamenti ed influenze derivate dai cambiamenti e dalle velocizzazzioni proprie delle nuove tecnologie. Tali quesiti trovano potenziali risposte nel pensiero di W. Benjamin. Partendo dall'interrogazione in merito alle caratteristiche che contraddistinguono un opera d'arte, il concetto di aura dato da Benjamin, connesso ai nuovi mezzi tecnici moderni, rappresenta un'esauriente risposta a riguardo. La trattazione Benjaminiana del concetto di aura avvolge la sua intera produzione letteraria assumendo sfumature differenti. In questo studio si sono voluti porre in risalto gli scritti in cui l'aura è stata descritta con maggiore accuratezza e pertinenza rispetto alle mutate condizioni dello statuto dell'opera d'arte contemporanea. Alla luce della Benjaminiana presentazione dell'aura ci si può chiedere se le speranze di Benjamin abbiano trovato esito. Se i nuovi media abbiano determinato la scomparsa dell'aura e quale destino si prospetti per essa.
Il concetto di aura in W.Benjamin
QUERIO, FRANCESCA
2014/2015
Abstract
Gli oggetti che ci circondano sono dotati di peculiarità le quali colpendo i nostri sensi suscitano in noi un'attrazione od una repulsione verso di essi. Le opere d'arte sembrano essere gli oggetti verso i quali si catalizzano maggiormente le nostre attenzioni, in virtù del loro non essere mezzi utili a soddisfare necessità, come lo sono gli oggetti di uso. Il fine di un opera d'arte sembra essere il godimento che segue la sua contemplazione, il quale può scaturire a seguito di una compenetrazione tra proprietà intrinseche ed estrinseche dell'opera. Quanto più oggi si focalizza l'interesse sull'uomo, in quanto soggetto realizzatore di un opera d'arte, tanto più in passato, quando l'arte si poneva al servizio di magia e religione l'interesse era focalizzato sulle qualità evocative che dovevano assolvere simbolicamente le opere. Questo spostamento di interesse, spinge verso un'interrogazione attorno alle opere d'arte. Quali sono le proprietà, le caratteristiche che spingono un individuo ad interessarsi ad esse? Quali sono gli elementi di attrazione verso le opere d'arte? Sono forse elementi oggettivi o soggettivi? Per poter rispondere a tali quesiti occorre prima chiedersi che cosa sia un opera d'arte, che cosa possa rispondere a tale definizione. A tal proposito si deve prendere atto del mutato statuto dell'opera d'arte, il quale ha avuto luogo nel XX secolo, destabilizzandone la concezione. Attualmente oggetti di uso comune, prodotti in serie quali i ready made, così come gli happenings, le installazioni, rivendicano il loro diritto ad esser chiamati opere d'arte. Tutto sembra poter essere definito opera d'arte. Considerando il XX secolo emblema dello stravolgimento dello status dell'arte, si possono osservare, a questo proposito, possibili condizionamenti ed influenze derivate dai cambiamenti e dalle velocizzazzioni proprie delle nuove tecnologie. Tali quesiti trovano potenziali risposte nel pensiero di W. Benjamin. Partendo dall'interrogazione in merito alle caratteristiche che contraddistinguono un opera d'arte, il concetto di aura dato da Benjamin, connesso ai nuovi mezzi tecnici moderni, rappresenta un'esauriente risposta a riguardo. La trattazione Benjaminiana del concetto di aura avvolge la sua intera produzione letteraria assumendo sfumature differenti. In questo studio si sono voluti porre in risalto gli scritti in cui l'aura è stata descritta con maggiore accuratezza e pertinenza rispetto alle mutate condizioni dello statuto dell'opera d'arte contemporanea. Alla luce della Benjaminiana presentazione dell'aura ci si può chiedere se le speranze di Benjamin abbiano trovato esito. Se i nuovi media abbiano determinato la scomparsa dell'aura e quale destino si prospetti per essa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/12533