INTRODUCTION AND OBJECTIVES: In the collective perception, suffering from a mental illness is equivalent to being a person worth less than others, causing the individual to be isolated and incurable. This is where the definition of stigma comes from, which derives from ancient Greek and literally means mark. To date, prejudices against this particular user seem not to have changed, not only within the population but also and especially within the health care. In fact, most health professionals who find themselves in front of a psychiatric patient fear a hypothetical aggressive reaction from the latter, putting in place defense mechanisms aimed at containing these behaviors. But are all psychiatric patients really aggressive and violent individuals or do they also trigger a defense mechanism in the face of prejudice? It emerged, how some subjects during a psychotic episode can become violent when they believe that a person is threatening them or trying to harm them. The objective of the review is to describe in psychiatric patients the prevention and management of aggressive reactions towards nurses. METHODS AND TOOLS: To answer the research question, a literature review was chosen, based first on the formulation of an IOP, structured as follows: POPULATION: Psychiatric and non-psychiatric ward nurses. INTERVENTION: Management measures, operational approaches, and strategies to control/contrast violence. OUTCOMES: aggression reduction and safety management. Articles were searched using various search engines such as Google Scholar, PubMed, and Medline. Inclusion and exclusion criteria were used to select articles. RESULTS: The review of the articles used in the thesis revealed that nurses manifest bias towards the psychiatric patient as much as society does. It was found that the healthcare professional must be able to identify a person's health and educational needs; they could make sure that the patient develops new skills and competencies with the achievement of life goals. Moreover, in the review, three types of interventions were identified to be implemented in case the psychiatric patient manifests a crisis of violence: the first ones that should be used are verbal interventions of de- escalation, secondly pharmacological ones and as last, given the invasiveness, physical restraints. DISCUSSION AND CONCLUSION: The review did not indicate that any of these three interventions were more effective than the others. It also emerged that, in the common collective but also in health care, this type of patients is seen as dangerous and aggressive. In reality, it would be sufficient to carry out integrated courses, also starting from the university training of students, in order to deepen all that concerns the psychiatric sphere. In my opinion, you have to understand first of all that they are not dangerous people, but they are people who need to be understood and helped.

INTRODUZIONE E OBIETTIVI: Nella percezione collettiva, soffrire di una patologia mentale equivale ad essere una persona che vale meno degli altri, causando nell’individuo isolamento e incurabilità. Da qua deriva la definizione di stigma che deriva dal greco antico e letteralmente significa marchio. Ad oggi i pregiudizi nei confronti di questa particolare utenza sembrano non essere cambiati, non solo all’interno della popolazione ma anche e soprattutto all’interno della sanità. Infatti, la maggior parte dei professionisti sanitari che si trovano davanti il paziente psichiatrico temono un’ipotetica reazione aggressiva da parte di quest’ultimo, mettendo in atto dei meccanismi di difesa volti al contenimento di questi comportamenti. Ma davvero tutti i pazienti psichiatrici sono individui aggressivi e violenti o scatta anche da parte loro un meccanismo di difesa dinanzi al pregiudizio? È emerso, come alcuni soggetti durante un episodio psicotico possono diventare violenti quando credono che una persona li stia minacciando o cerchi di danneggiarli. L’obiettivo della revisione è quello di descrivere, nei pazienti psichiatrici, la prevenzione e la gestione delle reazioni aggressive nei confronti degli infermieri. METODI E STRUMENTI: Per rispondere al quesito di ricerca si è scelto di effettuare una revisione della letteratura, basandosi prima di tutto sulla formulazione di un PIO, così strutturato: POPOLAZIONE: infermieri di reparto psichiatrico e non psichiatrico. INTERVENTO: Misure di gestione, approcci operativi, strategie di controllo/contrasto alla violenza OUTCOMES: riduzione delle aggressioni e gestione della sicurezza. La ricerca degli articoli è avvenuta per mezzo di vari motori di ricerca come Google Scholar, PubMed e Medline. Sono stati utilizzati dei criteri di inclusione ed esclusione per selezionare gli articoli. RISULTATI: Dalla revisione degli articoli utilizzati nella tesi è emerso che gli infermieri manifestano il pregiudizio nei confronti del paziente affetto da patologia psichiatrica tanto quanto la società. È emerso che il professionista sanitario deve saper individuare i bisogni di salute e i bisogni educativi di una persona; potrebbe fare in modo che il paziente sviluppi nuove capacità e competenze con il raggiungimento di obiettivi di vita. Inoltre, nella revisione, sono stati individuati tre tipi di interventi da mettere in atto nel caso in cui il paziente psichiatrico manifesti una crisi di violenza: i primi che si dovrebbero utilizzare sono interventi verbali di de- escalation, in secondo luogo quelli farmacologici e come ultimo, data l’invasività, le contenzioni fisiche. DISCUSSIONE E CONCLUSIONE: Dalla revisione non si è evidenziato come uno di questi tre interventi sia più efficace rispetto agli altri. È emerso inoltre che, nel collettivo comune ma anche in sanità, questa tipologia di pazienti viene vista come pericolosa e aggressiva. In realtà basterebbe semplicemente svolgere dei corsi integrati, partendo anche dalla formazione universitaria degli studenti, per approfondire tutto quello che riguarda la sfera psichiatrica. Secondo me, bisogna capire innanzitutto che non sono persone pericolose, ma sono persone che vanno capite e aiutate.

IL PAZIENTE PSICHIATRICO TRA PREGIUDIZIO E INDIFFERENZA: IL RUOLO DELL'INFERMIERE

FUOTI, SERENA CHIARA
2019/2020

Abstract

INTRODUZIONE E OBIETTIVI: Nella percezione collettiva, soffrire di una patologia mentale equivale ad essere una persona che vale meno degli altri, causando nell’individuo isolamento e incurabilità. Da qua deriva la definizione di stigma che deriva dal greco antico e letteralmente significa marchio. Ad oggi i pregiudizi nei confronti di questa particolare utenza sembrano non essere cambiati, non solo all’interno della popolazione ma anche e soprattutto all’interno della sanità. Infatti, la maggior parte dei professionisti sanitari che si trovano davanti il paziente psichiatrico temono un’ipotetica reazione aggressiva da parte di quest’ultimo, mettendo in atto dei meccanismi di difesa volti al contenimento di questi comportamenti. Ma davvero tutti i pazienti psichiatrici sono individui aggressivi e violenti o scatta anche da parte loro un meccanismo di difesa dinanzi al pregiudizio? È emerso, come alcuni soggetti durante un episodio psicotico possono diventare violenti quando credono che una persona li stia minacciando o cerchi di danneggiarli. L’obiettivo della revisione è quello di descrivere, nei pazienti psichiatrici, la prevenzione e la gestione delle reazioni aggressive nei confronti degli infermieri. METODI E STRUMENTI: Per rispondere al quesito di ricerca si è scelto di effettuare una revisione della letteratura, basandosi prima di tutto sulla formulazione di un PIO, così strutturato: POPOLAZIONE: infermieri di reparto psichiatrico e non psichiatrico. INTERVENTO: Misure di gestione, approcci operativi, strategie di controllo/contrasto alla violenza OUTCOMES: riduzione delle aggressioni e gestione della sicurezza. La ricerca degli articoli è avvenuta per mezzo di vari motori di ricerca come Google Scholar, PubMed e Medline. Sono stati utilizzati dei criteri di inclusione ed esclusione per selezionare gli articoli. RISULTATI: Dalla revisione degli articoli utilizzati nella tesi è emerso che gli infermieri manifestano il pregiudizio nei confronti del paziente affetto da patologia psichiatrica tanto quanto la società. È emerso che il professionista sanitario deve saper individuare i bisogni di salute e i bisogni educativi di una persona; potrebbe fare in modo che il paziente sviluppi nuove capacità e competenze con il raggiungimento di obiettivi di vita. Inoltre, nella revisione, sono stati individuati tre tipi di interventi da mettere in atto nel caso in cui il paziente psichiatrico manifesti una crisi di violenza: i primi che si dovrebbero utilizzare sono interventi verbali di de- escalation, in secondo luogo quelli farmacologici e come ultimo, data l’invasività, le contenzioni fisiche. DISCUSSIONE E CONCLUSIONE: Dalla revisione non si è evidenziato come uno di questi tre interventi sia più efficace rispetto agli altri. È emerso inoltre che, nel collettivo comune ma anche in sanità, questa tipologia di pazienti viene vista come pericolosa e aggressiva. In realtà basterebbe semplicemente svolgere dei corsi integrati, partendo anche dalla formazione universitaria degli studenti, per approfondire tutto quello che riguarda la sfera psichiatrica. Secondo me, bisogna capire innanzitutto che non sono persone pericolose, ma sono persone che vanno capite e aiutate.
ITA
INTRODUCTION AND OBJECTIVES: In the collective perception, suffering from a mental illness is equivalent to being a person worth less than others, causing the individual to be isolated and incurable. This is where the definition of stigma comes from, which derives from ancient Greek and literally means mark. To date, prejudices against this particular user seem not to have changed, not only within the population but also and especially within the health care. In fact, most health professionals who find themselves in front of a psychiatric patient fear a hypothetical aggressive reaction from the latter, putting in place defense mechanisms aimed at containing these behaviors. But are all psychiatric patients really aggressive and violent individuals or do they also trigger a defense mechanism in the face of prejudice? It emerged, how some subjects during a psychotic episode can become violent when they believe that a person is threatening them or trying to harm them. The objective of the review is to describe in psychiatric patients the prevention and management of aggressive reactions towards nurses. METHODS AND TOOLS: To answer the research question, a literature review was chosen, based first on the formulation of an IOP, structured as follows: POPULATION: Psychiatric and non-psychiatric ward nurses. INTERVENTION: Management measures, operational approaches, and strategies to control/contrast violence. OUTCOMES: aggression reduction and safety management. Articles were searched using various search engines such as Google Scholar, PubMed, and Medline. Inclusion and exclusion criteria were used to select articles. RESULTS: The review of the articles used in the thesis revealed that nurses manifest bias towards the psychiatric patient as much as society does. It was found that the healthcare professional must be able to identify a person's health and educational needs; they could make sure that the patient develops new skills and competencies with the achievement of life goals. Moreover, in the review, three types of interventions were identified to be implemented in case the psychiatric patient manifests a crisis of violence: the first ones that should be used are verbal interventions of de- escalation, secondly pharmacological ones and as last, given the invasiveness, physical restraints. DISCUSSION AND CONCLUSION: The review did not indicate that any of these three interventions were more effective than the others. It also emerged that, in the common collective but also in health care, this type of patients is seen as dangerous and aggressive. In reality, it would be sufficient to carry out integrated courses, also starting from the university training of students, in order to deepen all that concerns the psychiatric sphere. In my opinion, you have to understand first of all that they are not dangerous people, but they are people who need to be understood and helped.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/125095