I licheni rivestono un ruolo centrale nelle dinamiche di diversi sistemi naturali. In particolare, svolgono un’importante azione pedogenetica sulle superfici litiche, accelerando la formazione del suolo e favorendo la successione vegetale. Sui monumenti in pietra, tuttavia, la colonizzazione lichenica può alimentare processi di biodeterioramento, influenzando negativamente la conservazione. Nelle pratiche di tutela del patrimonio culturale in esterni, l’attuale prassi prevede la devitalizzazione e rimozione dei licheni, basata su metodi chimici, fisici e, di recente concezione, metodi “green”, cioè con sostanze di origine naturale. Gli stessi licheni sono produttori di molteplici metaboliti secondari di varia natura chimica, alcuni con attività allelopatica, che sono stati suggeriti come composti in grado di controllare la colonizzazione e il biodeterioramento da parte di altri organismi litobionti, fra cui funghi non lichenizzati e cianobatteri. Nessuno ha però verificato se l’attività allelopatica dei licheni in situ possa spiegare la presenza sui monumenti di piccole porzioni compatibili con la forma e le dimensioni di talli lichenici che rimangono ‘pulite’, cioè incolumi dalla colonizzazione di biofilm di funghi non lichenizzati e cianobatteri, anche dopo anni dai più recenti interventi conservativi. L’obiettivo di questo studio è quello di fornire un’analisi della presenza di simili tracce osservate su una balaustra marmorea della Villa della Regina di Torino e potenzialmente ascrivibili a fenomeni di inibizione di origine lichenica, andando a caratterizzare la loro abbondanza e dimensione in relazione alle comunità licheniche attualmente presenti. La presente indagine si è inoltre dedicata a verificare l’ipotesi di una inibizione allelopatica di microorganismi litobionti comuni sul marmo, i funghi microcoloniali, da parte dell’aspicilina, un metabolita secondario del genere Circinaria, frequente sui beni culturali in pietra, e di potenziale interesse a fini applicativi per la conservazione dei beni culturali in un contesto di ecosostenibilità. L’acquisizione di immagini ad alta definizione di tratti della balaustra, utilizzando uno scanner Epson V10, e la successiva analisi morfometrica mediante i programmi WinCAM e ImageJ hanno consentito di caratterizzare oltre 900 tracce di dimensione pluri-centimetrica. Lunghezza degli assi principali e circolarità sono risultate compatibili con dimensione e forma di talli attualmente presenti nel sito, attribuibili al genere Circinaria. La TLC non ha rilevato la presenza di aspicilina nei talli, escludendo un coinvolgimento del metabolita nei fenomeni di inibizione osservati. La possibile azione allelopatica di tale composto è stata però comunque verificata in riferimento ad un possibile interesse per altri siti. In particolare, sono stati effettuati inoculi del fungo microcoloniale modello Knufia petricola su un terreno di cultura Agar Malto su cui è stato applicato un filtro impregnato di aspicilina 0.01mM, estratta da talli prelevati nel sito archeologico di Ostia, senza però osservare alcun effetto di inibizione. In conclusione, (a) l’analisi morfometrica rafforza l’ipotesi di una correlazione fra le tracce presenti sulla balaustra e i licheni, in particolare del genere Circinaria; (b) le ulteriori analisi condotte escludono un ruolo dell’aspicilina nei fenomeni di locale inibizione del biofilm, evidenziando la necessità di ulteriori indagini per individuare i processi coinvolti.
Responsabilità di una precedente colonizzazione lichenica e di metaboliti ad azione allelopatica nel determinare locali effetti di inibizione della crescita di biofilm deteriogeni sulle balaustre marmoree della Villa della Regina a Torino
ROMANO, ALESSIA
2019/2020
Abstract
I licheni rivestono un ruolo centrale nelle dinamiche di diversi sistemi naturali. In particolare, svolgono un’importante azione pedogenetica sulle superfici litiche, accelerando la formazione del suolo e favorendo la successione vegetale. Sui monumenti in pietra, tuttavia, la colonizzazione lichenica può alimentare processi di biodeterioramento, influenzando negativamente la conservazione. Nelle pratiche di tutela del patrimonio culturale in esterni, l’attuale prassi prevede la devitalizzazione e rimozione dei licheni, basata su metodi chimici, fisici e, di recente concezione, metodi “green”, cioè con sostanze di origine naturale. Gli stessi licheni sono produttori di molteplici metaboliti secondari di varia natura chimica, alcuni con attività allelopatica, che sono stati suggeriti come composti in grado di controllare la colonizzazione e il biodeterioramento da parte di altri organismi litobionti, fra cui funghi non lichenizzati e cianobatteri. Nessuno ha però verificato se l’attività allelopatica dei licheni in situ possa spiegare la presenza sui monumenti di piccole porzioni compatibili con la forma e le dimensioni di talli lichenici che rimangono ‘pulite’, cioè incolumi dalla colonizzazione di biofilm di funghi non lichenizzati e cianobatteri, anche dopo anni dai più recenti interventi conservativi. L’obiettivo di questo studio è quello di fornire un’analisi della presenza di simili tracce osservate su una balaustra marmorea della Villa della Regina di Torino e potenzialmente ascrivibili a fenomeni di inibizione di origine lichenica, andando a caratterizzare la loro abbondanza e dimensione in relazione alle comunità licheniche attualmente presenti. La presente indagine si è inoltre dedicata a verificare l’ipotesi di una inibizione allelopatica di microorganismi litobionti comuni sul marmo, i funghi microcoloniali, da parte dell’aspicilina, un metabolita secondario del genere Circinaria, frequente sui beni culturali in pietra, e di potenziale interesse a fini applicativi per la conservazione dei beni culturali in un contesto di ecosostenibilità. L’acquisizione di immagini ad alta definizione di tratti della balaustra, utilizzando uno scanner Epson V10, e la successiva analisi morfometrica mediante i programmi WinCAM e ImageJ hanno consentito di caratterizzare oltre 900 tracce di dimensione pluri-centimetrica. Lunghezza degli assi principali e circolarità sono risultate compatibili con dimensione e forma di talli attualmente presenti nel sito, attribuibili al genere Circinaria. La TLC non ha rilevato la presenza di aspicilina nei talli, escludendo un coinvolgimento del metabolita nei fenomeni di inibizione osservati. La possibile azione allelopatica di tale composto è stata però comunque verificata in riferimento ad un possibile interesse per altri siti. In particolare, sono stati effettuati inoculi del fungo microcoloniale modello Knufia petricola su un terreno di cultura Agar Malto su cui è stato applicato un filtro impregnato di aspicilina 0.01mM, estratta da talli prelevati nel sito archeologico di Ostia, senza però osservare alcun effetto di inibizione. In conclusione, (a) l’analisi morfometrica rafforza l’ipotesi di una correlazione fra le tracce presenti sulla balaustra e i licheni, in particolare del genere Circinaria; (b) le ulteriori analisi condotte escludono un ruolo dell’aspicilina nei fenomeni di locale inibizione del biofilm, evidenziando la necessità di ulteriori indagini per individuare i processi coinvolti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
859341_tesialessiaromano.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
2.19 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.19 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/125076