La biodiversità in campo agricolo è un fattore molto importante e l'elenco dei servizi ecosistemici che questa fornisce è numeroso. Ad esempio, la biodiversità vegetale, sia nelle piante selvatiche che coltivate, costituisce la base dell'agricoltura e gli insetti impollinatori che vivono in ambiente agricolo, sia allevati che selvatici, forniscono servizi di impollinazione ad oltre il 70% delle colture mondiali. Negli ultimi decenni però si è assistito ad un drastico declino della biodiversità in questi habitat per massimizzare il profitto e rispondere alla crescente richiesta di cibo causata dall'aumento della popolazione terrestre; sfavorendo quindi le popolazioni che occupano questi ambienti e solo di recente ci si sta rendendo conto che questa intensificazione sta modificando l'eterogeneità di specie presenti in questo ambiente. Un buon indicatore dello stato di salute dell'ambiente agricolo sono le popolazioni di uccelli che nidificano e svernano in prossimità di questo habitat. Anche questi ultimi stanno diminuendo in termini di numero di specie e di individui poiché proprio nei campi coltivati trovano le risorse necessarie per riprodursi. Attualmente sembra che la ragione di questa perdita sia l'instaurarsi di pratiche di agricoltura intensiva che stanno privando l'ambiente di quei “ripari” dalle zone antropizzate e che sono anche essenziali dal punto di vista trofico. Risulta dunque importante comprendere come e dove agire per poter raggiungere un compromesso tra biodiversità e produzione su larga scala. Più in particolare, si è deciso di concentrare l'attenzione su una specie di rapace, il grillaio (Falco naumanni); esso è considerato come un indicatore biologico ideale per studiare gli effetti dell'intensificazione agricola siccome quelli che si riscontrano su questa specie possono essere estesi a diversi altri uccelli presenti in ambiente agricolo. In primo luogo, si è preso in considerazione il differente pattern di distribuzione degli ortotteri negli ambienti frequentati dal grillaio, l'elemento principale della sua dieta. Si sono indagati quindi quali siano le proprietà dell'ambiente agricolo che influenzano la distribuzione degli ortotteri. Successivamente si è deciso di analizzare la variazione della dieta del grillaio in base alla tipologia di ambiente in cui questo si trova, partendo dal principio secondo cui, rapaci che hanno una dieta specializzata si riproducono più facilmente. L'ultima analisi effettuata è relativa al comprendere quale possa essere l'importanza dei margini del campo e dei campi tenuti in uno stato di riposo durante il periodo che intercorre tra l'involo ed il periodo prima della migrazione autunnale. Più in dettaglio, si vuole comprendere quanto siano effettivamente importanti queste zone su piccola scala e se queste siano utili per trovare pratiche efficaci di gestione per la conservazione del grillaio e, soprattutto, della biodiversità presente nell'habitat agricolo. A partire dai risultati che sono stati raccolti da queste tre differenti prospettive appare chiaro quanto sia fondamentale riflettere sull'importanza della diminuzione dell'impatto antropico in ambiente agricolo. È necessario ridurre l'input chimico e mantenere o aumentare la presenza di margini di campo, aumentare la durata del periodo di maggese dei campi e rivalutare l'utilizzo delle stoppie rimaste delle colture in quanto attrattori di artropodi, che sono parte della dieta di questo e di altri uccelli presenti nell'habitat agricolo.
Agricoltura intensiva e biodiversità: il caso del grillaio
ROSESTOLATO, GIORGIO
2019/2020
Abstract
La biodiversità in campo agricolo è un fattore molto importante e l'elenco dei servizi ecosistemici che questa fornisce è numeroso. Ad esempio, la biodiversità vegetale, sia nelle piante selvatiche che coltivate, costituisce la base dell'agricoltura e gli insetti impollinatori che vivono in ambiente agricolo, sia allevati che selvatici, forniscono servizi di impollinazione ad oltre il 70% delle colture mondiali. Negli ultimi decenni però si è assistito ad un drastico declino della biodiversità in questi habitat per massimizzare il profitto e rispondere alla crescente richiesta di cibo causata dall'aumento della popolazione terrestre; sfavorendo quindi le popolazioni che occupano questi ambienti e solo di recente ci si sta rendendo conto che questa intensificazione sta modificando l'eterogeneità di specie presenti in questo ambiente. Un buon indicatore dello stato di salute dell'ambiente agricolo sono le popolazioni di uccelli che nidificano e svernano in prossimità di questo habitat. Anche questi ultimi stanno diminuendo in termini di numero di specie e di individui poiché proprio nei campi coltivati trovano le risorse necessarie per riprodursi. Attualmente sembra che la ragione di questa perdita sia l'instaurarsi di pratiche di agricoltura intensiva che stanno privando l'ambiente di quei “ripari” dalle zone antropizzate e che sono anche essenziali dal punto di vista trofico. Risulta dunque importante comprendere come e dove agire per poter raggiungere un compromesso tra biodiversità e produzione su larga scala. Più in particolare, si è deciso di concentrare l'attenzione su una specie di rapace, il grillaio (Falco naumanni); esso è considerato come un indicatore biologico ideale per studiare gli effetti dell'intensificazione agricola siccome quelli che si riscontrano su questa specie possono essere estesi a diversi altri uccelli presenti in ambiente agricolo. In primo luogo, si è preso in considerazione il differente pattern di distribuzione degli ortotteri negli ambienti frequentati dal grillaio, l'elemento principale della sua dieta. Si sono indagati quindi quali siano le proprietà dell'ambiente agricolo che influenzano la distribuzione degli ortotteri. Successivamente si è deciso di analizzare la variazione della dieta del grillaio in base alla tipologia di ambiente in cui questo si trova, partendo dal principio secondo cui, rapaci che hanno una dieta specializzata si riproducono più facilmente. L'ultima analisi effettuata è relativa al comprendere quale possa essere l'importanza dei margini del campo e dei campi tenuti in uno stato di riposo durante il periodo che intercorre tra l'involo ed il periodo prima della migrazione autunnale. Più in dettaglio, si vuole comprendere quanto siano effettivamente importanti queste zone su piccola scala e se queste siano utili per trovare pratiche efficaci di gestione per la conservazione del grillaio e, soprattutto, della biodiversità presente nell'habitat agricolo. A partire dai risultati che sono stati raccolti da queste tre differenti prospettive appare chiaro quanto sia fondamentale riflettere sull'importanza della diminuzione dell'impatto antropico in ambiente agricolo. È necessario ridurre l'input chimico e mantenere o aumentare la presenza di margini di campo, aumentare la durata del periodo di maggese dei campi e rivalutare l'utilizzo delle stoppie rimaste delle colture in quanto attrattori di artropodi, che sono parte della dieta di questo e di altri uccelli presenti nell'habitat agricolo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/125073