Questo studio si è posto l'obiettivo di sintetizzare le conoscenze su Prunus brigantina riguardanti gli aspetti tassonomici, descrittivi, filogenetici e corologici della specie. E' stata individuata la letteratura disponibile, sia scientifica che etnobotanica e sono state consultate varie flore italiane e straniere; è stata creata una banca dati in cui sono confluiti i dati provenienti da alcuni erbari, in particolare dall'Erbario di Torino, i dati inediti di campo raccolti nell'ambito della presente ricerca, i dati messi a disposizione da botanici piemontesi e le banche dati su Prunus brigantina dell'IPLA e del Conservatoire Botanique National Alpin (CBNA). Riguardo alla tassonomia, analizzando le fonti sono state riscontrate varie incongruenze, risolte recuperando i testi originali. È emerso così il ruolo che l'abate Chaix ricoprì nella scoperta e descrizione della specie ed è stata confermata la paternità di Villars per il nome della specie, nonostante non si sia potuto identificare con certezza il testo valido come riferimento per la descrizione; si è inoltre individuato il campione d'erbario che potrebbe essere considerato il Typus. Nelle letterature consultate si è scoperto che nei secoli scorsi erano state indicate due varietà di Prunus brigantina (var. microcarpa e var. nicaeensis), che però non sono state riconosciute nelle flore più recenti; si è inoltre sintetizzato il dibattito sull'autonomia della specie rispetto a specie affini del genere Prunus. In merito agli aspetti descrittivi, attraverso il confronto tra più flore si è ottenuta una trattazione completa, sia morfologica sia biologica. Questa specie è stata inoltre confrontata con due specie simili, Prunus armeniaca e Prunus domestica subsp. insititia, per sottolinearne le differenze. Le relazioni filogenetiche con le altre specie sono ancora dubbie: alcuni autori l'hanno considerata legata alla sezione prunus, altri alla sezione armeniaca, sia basandosi su caratteri morfologici che su analisi molecolari. Nel lavoro più recente ed approfondito è stato inserito nella sezione armeniaca. Riguardo alla corologia, è stata realizzata la prima cartografia di distribuzione di Prunus brigantina sull'intero areale e una cartografia aggiornata per l'areale italiano, grazie ai numerosi dati raccolti da botanici italiani e francesi e alla condivisione dei dati posseduti da IPLA e CBNA. Queste carte mostrano come l'areale complessivo interessi marginalmente il versante italiano e sia più esteso e più ricco di stazioni sul versante francese, a riprova del legame tra Prunus brigantina e le aree alpine interne, caratterizzate da clima continentale. Sotto l'impulso di questa attività di ricerca e raccolta dati, le conoscenze distributive della specie in Italia risultano notevolmente ampliate rispetto al 2000, anno in cui era stata realizzata una precedente carta di distribuzione. Ci si auspica che gli studi possano procedere ulteriormente, sia con ulteriori valutazioni sugli aspetti distributivi, sia approfondendo le conoscenze ecologiche e filogenetiche, anche al fine di poterne valutare lo stato di conservazione e di intraprendere eventuali misure di gestione e tutela.

Marmote, Marmottier, Affatouyer, Prunus brigantina Vill.: molti nomi per una curiosità botanica ancora poco conosciuta

PERLO, CRISTINA
2019/2020

Abstract

Questo studio si è posto l'obiettivo di sintetizzare le conoscenze su Prunus brigantina riguardanti gli aspetti tassonomici, descrittivi, filogenetici e corologici della specie. E' stata individuata la letteratura disponibile, sia scientifica che etnobotanica e sono state consultate varie flore italiane e straniere; è stata creata una banca dati in cui sono confluiti i dati provenienti da alcuni erbari, in particolare dall'Erbario di Torino, i dati inediti di campo raccolti nell'ambito della presente ricerca, i dati messi a disposizione da botanici piemontesi e le banche dati su Prunus brigantina dell'IPLA e del Conservatoire Botanique National Alpin (CBNA). Riguardo alla tassonomia, analizzando le fonti sono state riscontrate varie incongruenze, risolte recuperando i testi originali. È emerso così il ruolo che l'abate Chaix ricoprì nella scoperta e descrizione della specie ed è stata confermata la paternità di Villars per il nome della specie, nonostante non si sia potuto identificare con certezza il testo valido come riferimento per la descrizione; si è inoltre individuato il campione d'erbario che potrebbe essere considerato il Typus. Nelle letterature consultate si è scoperto che nei secoli scorsi erano state indicate due varietà di Prunus brigantina (var. microcarpa e var. nicaeensis), che però non sono state riconosciute nelle flore più recenti; si è inoltre sintetizzato il dibattito sull'autonomia della specie rispetto a specie affini del genere Prunus. In merito agli aspetti descrittivi, attraverso il confronto tra più flore si è ottenuta una trattazione completa, sia morfologica sia biologica. Questa specie è stata inoltre confrontata con due specie simili, Prunus armeniaca e Prunus domestica subsp. insititia, per sottolinearne le differenze. Le relazioni filogenetiche con le altre specie sono ancora dubbie: alcuni autori l'hanno considerata legata alla sezione prunus, altri alla sezione armeniaca, sia basandosi su caratteri morfologici che su analisi molecolari. Nel lavoro più recente ed approfondito è stato inserito nella sezione armeniaca. Riguardo alla corologia, è stata realizzata la prima cartografia di distribuzione di Prunus brigantina sull'intero areale e una cartografia aggiornata per l'areale italiano, grazie ai numerosi dati raccolti da botanici italiani e francesi e alla condivisione dei dati posseduti da IPLA e CBNA. Queste carte mostrano come l'areale complessivo interessi marginalmente il versante italiano e sia più esteso e più ricco di stazioni sul versante francese, a riprova del legame tra Prunus brigantina e le aree alpine interne, caratterizzate da clima continentale. Sotto l'impulso di questa attività di ricerca e raccolta dati, le conoscenze distributive della specie in Italia risultano notevolmente ampliate rispetto al 2000, anno in cui era stata realizzata una precedente carta di distribuzione. Ci si auspica che gli studi possano procedere ulteriormente, sia con ulteriori valutazioni sugli aspetti distributivi, sia approfondendo le conoscenze ecologiche e filogenetiche, anche al fine di poterne valutare lo stato di conservazione e di intraprendere eventuali misure di gestione e tutela.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/125047