Lo studio ha dimostrato come l'approccio innovativo dell'Housing First si sia inserito nella governance dell'homelessness italiana che per anni è stata legata alle sole risposte che offriva il modello a gradini o facendo affidamento alle iniziative del mondo del volontariato o del terzo settore. Il modello tradizionale è caratterizzato da un lungo percorso, e solo alla fine della salita di questa ripida scala, la persona senza dimora ottiene la casa. L'Housing First invece, senza chiedere un cambiamento radicale della vita della persona senza dimora, sulla base del diritto dell'abitare e della dignità umana, fa si che l'autonomia abitativa sia il primo step per il reinserimento sociale della persona. Sono stati studiati due progetti che, ispirati al modello statunitense, si sono sviluppati nel contesto torinese (Abi.TO e Res.TO) e si sono differenziati, dalle altre progettualità esistenti a livello nazionale, per il buon coordinamento tra gli enti pubblici, le cooperative del terzo settore e alcune associazioni del mondo del volontariato laico e religioso che garantiscono il loro contributo al fine comune di limitare il numero di persone senza dimora a Torino.
Caratteristiche e limiti del modello Housing First: uno studio di caso sul contesto torinese
GRAZIOLI, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
Lo studio ha dimostrato come l'approccio innovativo dell'Housing First si sia inserito nella governance dell'homelessness italiana che per anni è stata legata alle sole risposte che offriva il modello a gradini o facendo affidamento alle iniziative del mondo del volontariato o del terzo settore. Il modello tradizionale è caratterizzato da un lungo percorso, e solo alla fine della salita di questa ripida scala, la persona senza dimora ottiene la casa. L'Housing First invece, senza chiedere un cambiamento radicale della vita della persona senza dimora, sulla base del diritto dell'abitare e della dignità umana, fa si che l'autonomia abitativa sia il primo step per il reinserimento sociale della persona. Sono stati studiati due progetti che, ispirati al modello statunitense, si sono sviluppati nel contesto torinese (Abi.TO e Res.TO) e si sono differenziati, dalle altre progettualità esistenti a livello nazionale, per il buon coordinamento tra gli enti pubblici, le cooperative del terzo settore e alcune associazioni del mondo del volontariato laico e religioso che garantiscono il loro contributo al fine comune di limitare il numero di persone senza dimora a Torino.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/124693