This thesis originated during the lockdown of the Covid-19 health emergency. The experimentation, "on one's own skin", of what it means to have a limited freedom allowed me to reflect and focus on those situations where the right to freedom was already restricted. The traineeship experience at the Interdistrict Office for the External Criminal Execution (UIEPE) in Turin allowed me to acquire knowledge about the professional activities of social workers in prisons. I was able to experiment in the drafting of reports requested by the Supervisory Judiciary and in participating in the meetings of multi-professional teams, with educators, psychologists and criminologists in prison. With regard to the relationship between the UIEPE and the penitentiary, I was able to observe the implementation of the "Social Inclusion Project for homeless people in alternative measures". The initiative responds to the emergency health situation by activating a prevention plan for overcrowding in prisons. Analysing the fragility of Italian prisons, I have been able to observe how the health emergency has made the problems in penitentiaries even more evident, thus returning to a "state of emergency". In particular, the unprecedented period in which the training experience was carried out made it possible to dwell on how Covid-19 has touched the whole country, involving both people and professionals, thus creating, on the part of social workers, greater empathy understood as the ability to "be with and for" and to "be and remain emotionally" with the person. The structure of the paper includes a first chapter in which an initial introduction to the Italian penitentiary system is given, describing its aims and then examining the fragility of prisons, with particular reference to overcrowding, health conditions and the emotional ties of prisoners during the health emergency. The second chapter, in relation to the traineeship held at the External Criminal Execution Office (UEPE) in Turin, describes the role of the latter, specifically the social service officer, with reference to alternative measures to detention and outlines the general characteristics of the "Social Inclusion Project for the homeless in alternative measures".
La presente tesi ha origine durante il lockdown dell'emergenza sanitaria Covid-19. La sperimentazione, “sulla propria pelle”, di cosa significhi avere una libertà limitata mi ha consentito di riflettere e di porre l'attenzione su quelle situazioni in cui il diritto alla libertà era già ristretto. L'esperienza di tirocinio svolta presso l'Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) di Torino mi ha permesso di acquisire gli elementi conoscitivi riguardanti l'agire professionale dell'assistente sociale all'interno degli istituti penitenziari. Mi sono potuta sperimentare nella stesura di relazioni richieste dalla Magistratura di Sorveglianza e nella partecipazione alle riunioni di équipe multi-professionali, con educatori, psicologi e criminologi del carcere. Relativamente al rapporto tra l'UIEPE e l'istituto penitenziario, ho potuto osservare la messa in atto del “Progetto Inclusione Sociale per persone senza fissa dimora in misura alternativa”. L'iniziativa risponde alla situazione d'emergenza sanitaria, attivando un piano di prevenzione per il sovraffollamento all'interno degli istituti penitenziari. Analizzando le fragilità delle carceri italiane ho potuto osservare come l'emergenza sanitaria abbia fatto emergere, in modo ancora più evidente, le problematiche degli istituti penitenziari, ritornando così a parlare di “stato di emergenza”. In particolare, il periodo inedito in cui è stata svolta l'esperienza formativa ha permesso di soffermarsi su come il Covid-19 abbia toccato l'intero Paese coinvolgendo sia le persone che i professionisti, creando così, da parte degli assistenti sociali, una maggior empatia intesa come capacità di “stare con e per” e di “essere e restare emotivamente” con la persona. La struttura dell'elaborato prevede un primo capitolo in cui si riporta un'iniziale introduzione al sistema penitenziario italiano descrivendone le sue finalità e, in seguito, esaminando le fragilità delle carceri, con particolare riferimento al sovraffollamento, alle condizioni di salute e ai legami affettivi dei detenuti durante l'emergenza sanitaria. Il secondo capitolo, in attinenza al tirocinio svolto presso l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Torino, descrive il ruolo di quest'ultimo, nello specifico del funzionario di servizio sociale, con riferimento alle misure alternative alla detenzione e delinea le caratteristiche generali del “Progetto Inclusione Sociale per persone senza fissa dimora in misura alternativa”.
Esperienze carcerarie e limiti di tollerabilità alle limitazioni personali durante l'emergenza Covid-19.
LERDA, LETIZIA
2019/2020
Abstract
La presente tesi ha origine durante il lockdown dell'emergenza sanitaria Covid-19. La sperimentazione, “sulla propria pelle”, di cosa significhi avere una libertà limitata mi ha consentito di riflettere e di porre l'attenzione su quelle situazioni in cui il diritto alla libertà era già ristretto. L'esperienza di tirocinio svolta presso l'Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) di Torino mi ha permesso di acquisire gli elementi conoscitivi riguardanti l'agire professionale dell'assistente sociale all'interno degli istituti penitenziari. Mi sono potuta sperimentare nella stesura di relazioni richieste dalla Magistratura di Sorveglianza e nella partecipazione alle riunioni di équipe multi-professionali, con educatori, psicologi e criminologi del carcere. Relativamente al rapporto tra l'UIEPE e l'istituto penitenziario, ho potuto osservare la messa in atto del “Progetto Inclusione Sociale per persone senza fissa dimora in misura alternativa”. L'iniziativa risponde alla situazione d'emergenza sanitaria, attivando un piano di prevenzione per il sovraffollamento all'interno degli istituti penitenziari. Analizzando le fragilità delle carceri italiane ho potuto osservare come l'emergenza sanitaria abbia fatto emergere, in modo ancora più evidente, le problematiche degli istituti penitenziari, ritornando così a parlare di “stato di emergenza”. In particolare, il periodo inedito in cui è stata svolta l'esperienza formativa ha permesso di soffermarsi su come il Covid-19 abbia toccato l'intero Paese coinvolgendo sia le persone che i professionisti, creando così, da parte degli assistenti sociali, una maggior empatia intesa come capacità di “stare con e per” e di “essere e restare emotivamente” con la persona. La struttura dell'elaborato prevede un primo capitolo in cui si riporta un'iniziale introduzione al sistema penitenziario italiano descrivendone le sue finalità e, in seguito, esaminando le fragilità delle carceri, con particolare riferimento al sovraffollamento, alle condizioni di salute e ai legami affettivi dei detenuti durante l'emergenza sanitaria. Il secondo capitolo, in attinenza al tirocinio svolto presso l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Torino, descrive il ruolo di quest'ultimo, nello specifico del funzionario di servizio sociale, con riferimento alle misure alternative alla detenzione e delinea le caratteristiche generali del “Progetto Inclusione Sociale per persone senza fissa dimora in misura alternativa”.File | Dimensione | Formato | |
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