La World Bank (nel testo WB) ha elaborato un indice, HCI, in grado di classificare i Paesi membri in base al grado di sviluppo del capitale umano disponibile sul proprio territorio nazionale considerando il suo livello sanitario ed educazionale in un range che va da 0 a1. Misura quanto una generazione ha la potenzialità di raggiunger il proprio pieno potenziale date le condizioni del suo ambiente nazionale di partenza. Il mio lavoro sarà di prendere in analisi due punti di questo risultato ottenuto dalla WB; il primo è il superamento delle resistenze, dalla WB stessa dichiarate, di numerosi paesi per l'elaborazione dell'indice in esame: da cosa derivino e quanto sia storica l'avversione all'analisi quantitativa di questo aspetto; parallelamente, quanto un'analisi economica del capitale umano sia possibile solo se non si considerano le diverse caratteristiche emotive degli individui e si aggregano le loro scelte senza tener conto della componente più importante di ciascuna scelta individuale: la soggettività. L'insistenza dell'organizzazione nella redazione di tale indice, è dovuta alla convinzione che un aumento degli standard delle variabili incluse in questo calcolo (i.e. child survival, school enrollment, quality of learning, healthy growth, adult survival), siano fondamentali per l'aumento della produttività di tutta la popolazione e, quindi, in ultima istanza, per generare crescita economica. Dato il numero di lavori che la ricerca accademica ha svolto in questo ambito, non sarà mio interesse richiamarli tutti, forte della convergenza di accordi della comunità scientifica a riguardo. Gary Becker è l'unico ricercatore di cui analizzerò il lavoro utilizzando strumenti economici, non solo perché ha ricevuto il Nobel in conseguenza del suo apporto all'ambito, ma perché è riuscito a costruire un impianto teorico che riesce a dare un'idea del tipo di scelte che gli individui devono compiere e su quali basi, non dimenticandosi di aspetti tipicamente umani che condizionano queste scelte (altruismo e genetica). Sfrutterò poi il lavoro di un altro esponente della Scuola di Chicago, Theodore W. Schultz, per sintetizzare quanto quando la ricerca ancora non aveva le statistiche, né le modellizzazioni, né le misurazioni di crescita precise come le nostre; già avesse intuito che il capitale umano era un aspetto trascurato assurdamente data l'importanza economica individuale e globale che riveste, e che la sua discussione avrebbe attirato e sollevato problemi politici rilevanti. Nella conclusione darò spazio a Solow, Lucas e Adam Smith per una trattazione generale delle principali teorie della crescita economica per studiare, nell'ordine: un modello di crescita esogeno, uno endogeno e uno “antico”. Trovo necessario, già da ora, introdurre il soggetto della mia tesi: il capitale umano (nel testo HC) e spiegare cosa lo rende un argomento particolare. Innanzitutto il termine CAPITALE (introdotto da T.W.S.) potrebbe essere fuorviante, è vero infatti che è un bene durevole, che si deprezza nel tempo ed è soggetto alla legge dei rendimenti marginali decrescenti; tuttavia, a differenza del capitale fisico, non è spendibile e l'unico suo input di produzione è altro capitale umano, che si può scomporre, come la WB fa, in diversi fattori i quali hanno la peculiarità di essere sempre complementari fra loro. Secondo, l'aggettivo UMANO sta ad indicare che è un capitale diverso, opposto concettualmente al “classico” capitale fisico; gli unici beneficiari

CAPITALE UMANO: L'importanza del suo investimento riconosciuta dalla World Bank e analizzata attraverso i suoi teorizzatori

SALVAI, LUCA
2019/2020

Abstract

La World Bank (nel testo WB) ha elaborato un indice, HCI, in grado di classificare i Paesi membri in base al grado di sviluppo del capitale umano disponibile sul proprio territorio nazionale considerando il suo livello sanitario ed educazionale in un range che va da 0 a1. Misura quanto una generazione ha la potenzialità di raggiunger il proprio pieno potenziale date le condizioni del suo ambiente nazionale di partenza. Il mio lavoro sarà di prendere in analisi due punti di questo risultato ottenuto dalla WB; il primo è il superamento delle resistenze, dalla WB stessa dichiarate, di numerosi paesi per l'elaborazione dell'indice in esame: da cosa derivino e quanto sia storica l'avversione all'analisi quantitativa di questo aspetto; parallelamente, quanto un'analisi economica del capitale umano sia possibile solo se non si considerano le diverse caratteristiche emotive degli individui e si aggregano le loro scelte senza tener conto della componente più importante di ciascuna scelta individuale: la soggettività. L'insistenza dell'organizzazione nella redazione di tale indice, è dovuta alla convinzione che un aumento degli standard delle variabili incluse in questo calcolo (i.e. child survival, school enrollment, quality of learning, healthy growth, adult survival), siano fondamentali per l'aumento della produttività di tutta la popolazione e, quindi, in ultima istanza, per generare crescita economica. Dato il numero di lavori che la ricerca accademica ha svolto in questo ambito, non sarà mio interesse richiamarli tutti, forte della convergenza di accordi della comunità scientifica a riguardo. Gary Becker è l'unico ricercatore di cui analizzerò il lavoro utilizzando strumenti economici, non solo perché ha ricevuto il Nobel in conseguenza del suo apporto all'ambito, ma perché è riuscito a costruire un impianto teorico che riesce a dare un'idea del tipo di scelte che gli individui devono compiere e su quali basi, non dimenticandosi di aspetti tipicamente umani che condizionano queste scelte (altruismo e genetica). Sfrutterò poi il lavoro di un altro esponente della Scuola di Chicago, Theodore W. Schultz, per sintetizzare quanto quando la ricerca ancora non aveva le statistiche, né le modellizzazioni, né le misurazioni di crescita precise come le nostre; già avesse intuito che il capitale umano era un aspetto trascurato assurdamente data l'importanza economica individuale e globale che riveste, e che la sua discussione avrebbe attirato e sollevato problemi politici rilevanti. Nella conclusione darò spazio a Solow, Lucas e Adam Smith per una trattazione generale delle principali teorie della crescita economica per studiare, nell'ordine: un modello di crescita esogeno, uno endogeno e uno “antico”. Trovo necessario, già da ora, introdurre il soggetto della mia tesi: il capitale umano (nel testo HC) e spiegare cosa lo rende un argomento particolare. Innanzitutto il termine CAPITALE (introdotto da T.W.S.) potrebbe essere fuorviante, è vero infatti che è un bene durevole, che si deprezza nel tempo ed è soggetto alla legge dei rendimenti marginali decrescenti; tuttavia, a differenza del capitale fisico, non è spendibile e l'unico suo input di produzione è altro capitale umano, che si può scomporre, come la WB fa, in diversi fattori i quali hanno la peculiarità di essere sempre complementari fra loro. Secondo, l'aggettivo UMANO sta ad indicare che è un capitale diverso, opposto concettualmente al “classico” capitale fisico; gli unici beneficiari
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/124290