This research aims to present Anna Freud's psychoanalytic contribution on the importance of the maternal role, the paternal role and the relationship between peers in conditions of severe trauma and childhood deprivation. In particular, between 1940 and 1950, she was involved in caring for the children who had suffered most from the consequences of the war, offering them a safe place to live and adults to provide for them. As well as being of fundamental importance to children's lives, this proved to be a perfect field for direct observation of childhood in conditions of psychological risk. Based on these assumptions, this work presents the projects implemented by Anna Freud in an attempt to revive a crumbling and lost childhood. During these years, her centres opened their doors to English children and families destroyed by the bomb attacks on London, children left alone and hidden for years, children from convents and orphanages and children survivors of Auschwitz and other death camps. The work is completed by an interview with two survivors who met Anna Freud directly. Keywords: Anna Freud, war, direct observation, childhood, psychophysical development. ​

Questa ricerca ha lo scopo di presentare il contributo psicoanalitico di Anna Freud sull’importanza del ruolo materno, del ruolo paterno e della relazione tra pari in condizione di grave trauma e deprivazione infantile. In particolar modo tra il 1940 e il 1950 si impegnò ad accogliere i bambini che più avevano sofferto le conseguenze della guerra offrendogli un posto sicuro dove vivere e adulti che si occupassero di loro. Questo, oltre ad essere di fondamentale importanza per la vita dei bambini, si rivelò essere un campo perfetto di osservazione diretta all’infanzia in condizioni di rischio psicologico. Partendo da questi presupposti, in questo lavoro vengono presentate i progetti attuati da Anna Freud con il tentativo di risollevare un’infanzia ormai sgretolata e perduta. In questi anni i suoi centri di accoglienza aprirono le porte a bambini e famiglie inglesi distrutti dai bombardamenti su Londra, bambini rimasti soli e nascosti per anni, bambini provenienti da conventi ed orfanotrofi e bambini superstiti di Auschwitz ed altri campi di sterminio. Il lavoro è completato da un’intervista a due superstiti che incontrarono direttamente Anna Freud. Parole chiave: Anna Freud, guerra, contributo psicoanalitico, osservazione diretta, infanzia.

RITORNO ALLA VITA. Anna Freud e l’infanzia nei tempi di guerra: un importante contributo psicoanalitico alla comprensione del trauma e della deprivazione infantile.

ARUGA, ELISABETTA
2019/2020

Abstract

Questa ricerca ha lo scopo di presentare il contributo psicoanalitico di Anna Freud sull’importanza del ruolo materno, del ruolo paterno e della relazione tra pari in condizione di grave trauma e deprivazione infantile. In particolar modo tra il 1940 e il 1950 si impegnò ad accogliere i bambini che più avevano sofferto le conseguenze della guerra offrendogli un posto sicuro dove vivere e adulti che si occupassero di loro. Questo, oltre ad essere di fondamentale importanza per la vita dei bambini, si rivelò essere un campo perfetto di osservazione diretta all’infanzia in condizioni di rischio psicologico. Partendo da questi presupposti, in questo lavoro vengono presentate i progetti attuati da Anna Freud con il tentativo di risollevare un’infanzia ormai sgretolata e perduta. In questi anni i suoi centri di accoglienza aprirono le porte a bambini e famiglie inglesi distrutti dai bombardamenti su Londra, bambini rimasti soli e nascosti per anni, bambini provenienti da conventi ed orfanotrofi e bambini superstiti di Auschwitz ed altri campi di sterminio. Il lavoro è completato da un’intervista a due superstiti che incontrarono direttamente Anna Freud. Parole chiave: Anna Freud, guerra, contributo psicoanalitico, osservazione diretta, infanzia.
ITA
This research aims to present Anna Freud's psychoanalytic contribution on the importance of the maternal role, the paternal role and the relationship between peers in conditions of severe trauma and childhood deprivation. In particular, between 1940 and 1950, she was involved in caring for the children who had suffered most from the consequences of the war, offering them a safe place to live and adults to provide for them. As well as being of fundamental importance to children's lives, this proved to be a perfect field for direct observation of childhood in conditions of psychological risk. Based on these assumptions, this work presents the projects implemented by Anna Freud in an attempt to revive a crumbling and lost childhood. During these years, her centres opened their doors to English children and families destroyed by the bomb attacks on London, children left alone and hidden for years, children from convents and orphanages and children survivors of Auschwitz and other death camps. The work is completed by an interview with two survivors who met Anna Freud directly. Keywords: Anna Freud, war, direct observation, childhood, psychophysical development. ​
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