Questo studio si ripropone di analizzare come una determinata quantità di attività fisica giornaliera sia assolutamente indispensabile per le persone affette da Diabete Mellito di Tipo 1 (DMT1), affinché quest'ultime riescano a gestire in maniera più efficiente e controllata i propri livelli glicemici, senza correre il rischio di incombere in pericolosi stadi di ipoglicemia e/o iperglicemia, entrambe situazioni che potenzialmente possono portare il soggetto insulino-dipendente al coma. La durata dell'allenamento quotidiano che ho ritenuto opportuno prendere in considerazione è di 30-45 minuti. L'obiettivo è stato quello di indicare ai pazienti affetti da questa patologia, un lasso di tempo che fosse quanto più possibile conciliabile con gli impegni dettati dalle vite frenetiche dei giorni nostri. Ritengo che restare al di sotto dell'ora di attività fisica richiesta sia anche una sorta di incentivo affinché essa venga effettivamente praticata. Per i più giovani rimane molto tempo a disposizione da dedicare agli studi e alle uscite con gli amici; dai 30 anni in su subentra la necessità di riuscire a conciliare l'allenamento con gli impegni lavorativi e con quelli dettati dalla vita familiare; per i più anziani comporta un dispendio energetico contenuto che, nonostante l'età, con un pizzico di forza di volontà, si può tranquillamente sostenere. La scelta di questa tematica è stata dettata da un'esperienza di vita vissuta: l'insorgere del diabete mellito di tipo 1 in mia mamma. Questa patologia si è manifestata in lei poco dopo il compimento del 50esimo anno di età. Al termine di un percorso di studi come questo ho ritenuto opportuno, rispettoso e quasi doveroso nei suoi confronti renderle omaggio dedicandole l'argomento centrale della mia tesi di laurea. Nelle pagine seguenti vi condurrò dentro alle vite delle persone insulino-dipendenti. Durante questo viaggio cercheremo di comprendere insieme, innanzitutto, che cosa sia il diabete. Quali e quante tipologie ne esistano. Come si manifesti ed in che modo sconvolga e rimescoli completamente le carte della nostra intera esistenza. Tutto ciò, unicamente per dare un'infarinatura generale della tematica affrontata, per riuscire a comprendere quale sia la patologia alla quale ci stiamo avvicinando e cosa il suo manifestarsi comporti. Una volta averne compresa la natura, saremo in grado di entrare più nello specifico, analizzando come possiamo prevenirla, combatterla, gestirla e, nel caso, conviverci. Affronteremo un parallelismo tra il mondo dello sport e la quotidianità dei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1. Proprio perché vi è una più alta probabilità che la patologia si manifesti in soggetti sedentari o comunque scarsamente attivi, vedremo come l'allenamento e la pratica di attività fisica siano, ad oggi, la principale risorsa a nostra disposizione per prevenire l'insorgere della malattia o comunque, una volta che essa si è manifestata, per assicurarci una migliore e più serena convivenza con essa. In questo modo, ci renderemo conto di come potremo portare benefici anche all'apparato cardio-circolatorio e respiratorio, alleviare lo stress, le ansie e le preoccupazioni. In conclusione, avremo modo di esaminare lavori e studi che sono già stati condotti da numerosi scienziati in merito ad una tematica così delicata e d'interesse per un così ampio gruppo di persone, caratterizzata da un sempre maggior numero di incidenza, che di anno in anno è soggetta ad una continua crescita.

L'influenza dell'attività fisica nelle persone con diabete di tipo 1 (DMT1)

FIORE, ARES
2019/2020

Abstract

Questo studio si ripropone di analizzare come una determinata quantità di attività fisica giornaliera sia assolutamente indispensabile per le persone affette da Diabete Mellito di Tipo 1 (DMT1), affinché quest'ultime riescano a gestire in maniera più efficiente e controllata i propri livelli glicemici, senza correre il rischio di incombere in pericolosi stadi di ipoglicemia e/o iperglicemia, entrambe situazioni che potenzialmente possono portare il soggetto insulino-dipendente al coma. La durata dell'allenamento quotidiano che ho ritenuto opportuno prendere in considerazione è di 30-45 minuti. L'obiettivo è stato quello di indicare ai pazienti affetti da questa patologia, un lasso di tempo che fosse quanto più possibile conciliabile con gli impegni dettati dalle vite frenetiche dei giorni nostri. Ritengo che restare al di sotto dell'ora di attività fisica richiesta sia anche una sorta di incentivo affinché essa venga effettivamente praticata. Per i più giovani rimane molto tempo a disposizione da dedicare agli studi e alle uscite con gli amici; dai 30 anni in su subentra la necessità di riuscire a conciliare l'allenamento con gli impegni lavorativi e con quelli dettati dalla vita familiare; per i più anziani comporta un dispendio energetico contenuto che, nonostante l'età, con un pizzico di forza di volontà, si può tranquillamente sostenere. La scelta di questa tematica è stata dettata da un'esperienza di vita vissuta: l'insorgere del diabete mellito di tipo 1 in mia mamma. Questa patologia si è manifestata in lei poco dopo il compimento del 50esimo anno di età. Al termine di un percorso di studi come questo ho ritenuto opportuno, rispettoso e quasi doveroso nei suoi confronti renderle omaggio dedicandole l'argomento centrale della mia tesi di laurea. Nelle pagine seguenti vi condurrò dentro alle vite delle persone insulino-dipendenti. Durante questo viaggio cercheremo di comprendere insieme, innanzitutto, che cosa sia il diabete. Quali e quante tipologie ne esistano. Come si manifesti ed in che modo sconvolga e rimescoli completamente le carte della nostra intera esistenza. Tutto ciò, unicamente per dare un'infarinatura generale della tematica affrontata, per riuscire a comprendere quale sia la patologia alla quale ci stiamo avvicinando e cosa il suo manifestarsi comporti. Una volta averne compresa la natura, saremo in grado di entrare più nello specifico, analizzando come possiamo prevenirla, combatterla, gestirla e, nel caso, conviverci. Affronteremo un parallelismo tra il mondo dello sport e la quotidianità dei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1. Proprio perché vi è una più alta probabilità che la patologia si manifesti in soggetti sedentari o comunque scarsamente attivi, vedremo come l'allenamento e la pratica di attività fisica siano, ad oggi, la principale risorsa a nostra disposizione per prevenire l'insorgere della malattia o comunque, una volta che essa si è manifestata, per assicurarci una migliore e più serena convivenza con essa. In questo modo, ci renderemo conto di come potremo portare benefici anche all'apparato cardio-circolatorio e respiratorio, alleviare lo stress, le ansie e le preoccupazioni. In conclusione, avremo modo di esaminare lavori e studi che sono già stati condotti da numerosi scienziati in merito ad una tematica così delicata e d'interesse per un così ampio gruppo di persone, caratterizzata da un sempre maggior numero di incidenza, che di anno in anno è soggetta ad una continua crescita.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/124092