La presente relazione finale, svolta a completamento del percorso di studi in Scienze dell’amministrazione e consulenza del lavoro nell’ambito della Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Torino, si basa sullo studio del libro “Introduzione al Codice civile” di Pietro Rescigno. L’opera rappresenta uno degli apporti più significativi dati all’illustrazione del Codice civile italiano, a cinquant’anni dalla nascita, che ripercorre l’itinerario di idee e fatti che servirono a promuovere e a tenere in vita questa opera legislativa rappresentativa della nostra cultura giuridica. Attraverso i dieci capitoli in cui è strutturato il libro, l’autore compie un inventario del Codice civile, esponendo, con lucidità e ricchezza di argomentazioni, la vicenda intellettuale che dall’unità d’Italia portò al Codice civile del 1942 e le verifiche a cui fu sottoposto a breve distanza, all’indomani della caduta del regime fascista. La prospettiva interessante è data quindi dall’intreccio tra diritto e storia e, a parere di chi scrive, un tale approccio ha il pregio di togliere il diritto privato dalle anguste sacche in cui viene solitamente collocato dalla manualistica, offrendo al lettore un’interpretazione differente delle norme che non si ferma all’apprezzamento “tecnico” ma si propone l’obiettivo di svelare la loro storia “interna”, quella delle idee. L’autore inserisce il discorso in un contesto più ampio fornendo quindi ai lettori gli strumenti per una lettura sensata e consapevole. L’esposizione in chiave storica è senz’altro molto apprezzabile se si pone mente al fatto che la complessità dell’ordinamento e i mutamenti della scienza giuridica in generale sono legati alla società e alla sua storia, sicché per comprendere l’ordinamento attuale non si può non guardare a ciò che è stato in passato e ai suoi stretti legami con la società, l’economia. L’opera di Rescigno pertanto ha, pertanto, il compito di promuovere una rilettura che dei caratteri di novità del Codice civile ne ridimensiona la portata per vedere nell’opera legislativa i segni di una continuità e del rispetto della tradizione e che le restituisca, al contempo, significato e valore. In un’epoca in cui si parla in modo sempre più pressante della decodificazione come di un fenomeno ormai irreversibile, egli difende l’importanza e la bontà di quest’opera legislativa poiché “gli anni che pesano sul codice non sarebbero sufficienti a giustificare l’indifferenza o il disimpegno se solo pensiamo alla venerazione che ancora circonda il codice Napoleone dopo quasi due secoli”. L’impressione che il lettore ha, leggendo l’evoluzione e le difficoltà che il Codice civile incontrò nel suo cammino cui il codice andò in contro, è di un’opera legislativa che ha dimostrato una disponibilità a qualsiasi avventura politica ed economica rivelando una sua intima forza. Rimasta immune dai principi della classe politica del fascismo, la codificazione civile ha potuto conservarsi, disponibile ad una rilettura che conserva la trama del sistema, con le necessarie correzioni ed integrazioni, anche nel contesto politico e sociale della Costituzione repubblicana. Opera affinata e sufficientemente moderna, il Codice civile italiano conserva una funzione indeclinabile nel regime degli interessi e dei rapporti privati grazie all’attività della Corte costituzionale, degli interventi legislativi e delle fonti non legislative, del paziente lavoro degli interpreti, giudici e studiosi che hanno contribuito alla rilettura ma il compito, secondo Pietro Rescigno, è ancora “lontano dall’essersi esaurito”.

Considerazioni su "Introduzione al Codice civile" di Pietro Rescigno

PADURE, MADALINA
2019/2020

Abstract

La presente relazione finale, svolta a completamento del percorso di studi in Scienze dell’amministrazione e consulenza del lavoro nell’ambito della Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Torino, si basa sullo studio del libro “Introduzione al Codice civile” di Pietro Rescigno. L’opera rappresenta uno degli apporti più significativi dati all’illustrazione del Codice civile italiano, a cinquant’anni dalla nascita, che ripercorre l’itinerario di idee e fatti che servirono a promuovere e a tenere in vita questa opera legislativa rappresentativa della nostra cultura giuridica. Attraverso i dieci capitoli in cui è strutturato il libro, l’autore compie un inventario del Codice civile, esponendo, con lucidità e ricchezza di argomentazioni, la vicenda intellettuale che dall’unità d’Italia portò al Codice civile del 1942 e le verifiche a cui fu sottoposto a breve distanza, all’indomani della caduta del regime fascista. La prospettiva interessante è data quindi dall’intreccio tra diritto e storia e, a parere di chi scrive, un tale approccio ha il pregio di togliere il diritto privato dalle anguste sacche in cui viene solitamente collocato dalla manualistica, offrendo al lettore un’interpretazione differente delle norme che non si ferma all’apprezzamento “tecnico” ma si propone l’obiettivo di svelare la loro storia “interna”, quella delle idee. L’autore inserisce il discorso in un contesto più ampio fornendo quindi ai lettori gli strumenti per una lettura sensata e consapevole. L’esposizione in chiave storica è senz’altro molto apprezzabile se si pone mente al fatto che la complessità dell’ordinamento e i mutamenti della scienza giuridica in generale sono legati alla società e alla sua storia, sicché per comprendere l’ordinamento attuale non si può non guardare a ciò che è stato in passato e ai suoi stretti legami con la società, l’economia. L’opera di Rescigno pertanto ha, pertanto, il compito di promuovere una rilettura che dei caratteri di novità del Codice civile ne ridimensiona la portata per vedere nell’opera legislativa i segni di una continuità e del rispetto della tradizione e che le restituisca, al contempo, significato e valore. In un’epoca in cui si parla in modo sempre più pressante della decodificazione come di un fenomeno ormai irreversibile, egli difende l’importanza e la bontà di quest’opera legislativa poiché “gli anni che pesano sul codice non sarebbero sufficienti a giustificare l’indifferenza o il disimpegno se solo pensiamo alla venerazione che ancora circonda il codice Napoleone dopo quasi due secoli”. L’impressione che il lettore ha, leggendo l’evoluzione e le difficoltà che il Codice civile incontrò nel suo cammino cui il codice andò in contro, è di un’opera legislativa che ha dimostrato una disponibilità a qualsiasi avventura politica ed economica rivelando una sua intima forza. Rimasta immune dai principi della classe politica del fascismo, la codificazione civile ha potuto conservarsi, disponibile ad una rilettura che conserva la trama del sistema, con le necessarie correzioni ed integrazioni, anche nel contesto politico e sociale della Costituzione repubblicana. Opera affinata e sufficientemente moderna, il Codice civile italiano conserva una funzione indeclinabile nel regime degli interessi e dei rapporti privati grazie all’attività della Corte costituzionale, degli interventi legislativi e delle fonti non legislative, del paziente lavoro degli interpreti, giudici e studiosi che hanno contribuito alla rilettura ma il compito, secondo Pietro Rescigno, è ancora “lontano dall’essersi esaurito”.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
874139_elaboratoconclusivomadalinapadure.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.03 MB
Formato Adobe PDF
1.03 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/124013