Le attività antropiche hanno prodotto sin dalla metà del XIX secolo un incremento di gas serra quali anidride carbonica, metano e ossido nitroso nell'atmosfera terrestre ed un aumento della temperatura media senza precedenti nella storia dell'umanità. La concentrazione di CO2, il più influente tra i gas serra, si è accresciuta approssimativamente del 35%, da 280 parti per milione in volume (ppmv) presenti alla fine del 1800 a 400ppmv rilevate oggi. Le alte concentrazioni di questi gas, assorbendo e riemettendo le radiazioni infrarosse attraverso la bassa stratosfera e la superficie terrestre, hanno contribuito al riscaldamento terrestre; ad oggi, l’aumento medio della temperatura, rispetto all’era preindustriale è stato stimato in 0,8°C. I cambiamenti climatici, determinando un’alterazione del ciclo idrologico, potranno mettere a rischio la disponibilità di acqua e favorire l’aumento del livello di contaminazione chimica e microbiologica dell’acqua e l’incremento della diffusione degli agenti eziologici delle malattie trasmesse dall’acqua. Il più importante elemento associato ai cambiamenti climatici che può influenzare il ciclo idrologico è senz’altro quello delle precipitazioni, che possono essere determinanti nel veicolare molti patogeni trasmessi dall’acqua. In Europa, se pur in maniera disomogenea tra le varie regioni, le precipitazioni sono aumentate del 6-8% nell’ultimo secolo. Il cambiamento climatico ridurrà il numero di giorni di pioggia ma allo stesso tempo aumenterà i volumi precipitati per ogni evento di pioggia: di conseguenza i cicli di siccità e reidratazione potranno favorire la decomposizione e il dilavamento dei materiali organici nei corsi d’acqua. Abbondanti precipitazioni ed alluvioni possono causare inondazioni di impianti di depurazione, deflusso di deiezioni animali e letame, e spargimento di sedimenti contaminati determinando un peggioramento nella qualità dell’acqua con aumento nella concentrazione di patogeni. La letteratura riporta numerose epidemie provocate da diversi microorganismi, come E.coli O157:H7, Campylobacter jejuni, Giardia, Salmonella typhi e paratyphi in occasione di precipitazioni particolarmente intense. Anche la siccità svolge un ruolo importante nel peggiorare le condizioni igieniche ed aumentare il rischio di contaminazione microbica delle risorse idriche. Una ridotta disponibilità di acqua dovuta a periodi di siccità spinge le popolazioni ad utilizzare acque microbiologicamente non sicure, aumentando il rischio di malattie infettive; oltretutto più si riducono i corpi d’acqua maggiore è la presenza di alte concentrazioni microbiche. Periodi di siccità alternati a brevi ed intense precipitazioni possono causare dei picchi di contaminazione delle acque superficiali per il dilavamento e per la movimentazione dei sedimenti, importanti serbatoi di microorganismi. Gli effetti del cambiamento climatico hanno un impatto anche sull’espansione dei cianobatteri in termini geografici e di abbondanza: l’aumento di immissioni di acque dolci dovute a forti piogge o inondazioni può diluire l’ambiente estuariale riducendo la salinità e promuovere fioriture estremamente abbondanti di cianobatteri tossici. I cianobatteri oltre a causare fenomeni di anossia dannosi per gli ecosistemi, rappresentano un rischio per la salute dell’uomo in quanto possono produrre tossine costituite da centinaia di peptidi secondari chiamate cianotossine. Risulta quindi fondamentale mitigare i cambiamenti climatici.

Impatto dei cambiamenti climatici sulla qualità delle risorse idriche: rischio microbiologico

MIRANDA, FABIO
2020/2021

Abstract

Le attività antropiche hanno prodotto sin dalla metà del XIX secolo un incremento di gas serra quali anidride carbonica, metano e ossido nitroso nell'atmosfera terrestre ed un aumento della temperatura media senza precedenti nella storia dell'umanità. La concentrazione di CO2, il più influente tra i gas serra, si è accresciuta approssimativamente del 35%, da 280 parti per milione in volume (ppmv) presenti alla fine del 1800 a 400ppmv rilevate oggi. Le alte concentrazioni di questi gas, assorbendo e riemettendo le radiazioni infrarosse attraverso la bassa stratosfera e la superficie terrestre, hanno contribuito al riscaldamento terrestre; ad oggi, l’aumento medio della temperatura, rispetto all’era preindustriale è stato stimato in 0,8°C. I cambiamenti climatici, determinando un’alterazione del ciclo idrologico, potranno mettere a rischio la disponibilità di acqua e favorire l’aumento del livello di contaminazione chimica e microbiologica dell’acqua e l’incremento della diffusione degli agenti eziologici delle malattie trasmesse dall’acqua. Il più importante elemento associato ai cambiamenti climatici che può influenzare il ciclo idrologico è senz’altro quello delle precipitazioni, che possono essere determinanti nel veicolare molti patogeni trasmessi dall’acqua. In Europa, se pur in maniera disomogenea tra le varie regioni, le precipitazioni sono aumentate del 6-8% nell’ultimo secolo. Il cambiamento climatico ridurrà il numero di giorni di pioggia ma allo stesso tempo aumenterà i volumi precipitati per ogni evento di pioggia: di conseguenza i cicli di siccità e reidratazione potranno favorire la decomposizione e il dilavamento dei materiali organici nei corsi d’acqua. Abbondanti precipitazioni ed alluvioni possono causare inondazioni di impianti di depurazione, deflusso di deiezioni animali e letame, e spargimento di sedimenti contaminati determinando un peggioramento nella qualità dell’acqua con aumento nella concentrazione di patogeni. La letteratura riporta numerose epidemie provocate da diversi microorganismi, come E.coli O157:H7, Campylobacter jejuni, Giardia, Salmonella typhi e paratyphi in occasione di precipitazioni particolarmente intense. Anche la siccità svolge un ruolo importante nel peggiorare le condizioni igieniche ed aumentare il rischio di contaminazione microbica delle risorse idriche. Una ridotta disponibilità di acqua dovuta a periodi di siccità spinge le popolazioni ad utilizzare acque microbiologicamente non sicure, aumentando il rischio di malattie infettive; oltretutto più si riducono i corpi d’acqua maggiore è la presenza di alte concentrazioni microbiche. Periodi di siccità alternati a brevi ed intense precipitazioni possono causare dei picchi di contaminazione delle acque superficiali per il dilavamento e per la movimentazione dei sedimenti, importanti serbatoi di microorganismi. Gli effetti del cambiamento climatico hanno un impatto anche sull’espansione dei cianobatteri in termini geografici e di abbondanza: l’aumento di immissioni di acque dolci dovute a forti piogge o inondazioni può diluire l’ambiente estuariale riducendo la salinità e promuovere fioriture estremamente abbondanti di cianobatteri tossici. I cianobatteri oltre a causare fenomeni di anossia dannosi per gli ecosistemi, rappresentano un rischio per la salute dell’uomo in quanto possono produrre tossine costituite da centinaia di peptidi secondari chiamate cianotossine. Risulta quindi fondamentale mitigare i cambiamenti climatici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/124002