In tutto il mondo sono state osservate circa 1100 specie di Chirotteri, di cui 34 presenti in Italia. Le specie italiane appartengono al sottordine dei Microchirotteri, quindi esemplari di dimensioni generalmente ridotte. A livello morfologico, questi animali si distinguono dagli altri mammiferi poiché sono gli unici in grado di volare attivamente, grazie a modificazioni degli arti anteriori, le cui lunghe falangi sono unite da una membrana epidermica detta patagio. Le specie di chirotteri italiane si caratterizzano per l'alimentazione insettivora. Poiché in una singola notte di caccia sono in grado di ingerire grandi quantità di insetti, divengono particolarmente interessanti dal punto di vista agronomico, per il ruolo che assumono nella lotta naturale contro l'entomofauna dannosa. Tuttavia, ad oggi, solo in Nordamerica sono in atto dei veri e propri metodi di lotta integrata. L'aumento della consapevolezza del ruolo svolto da queste specie ha portato ad una crescente curiosità scientifica, unitamente ad una maggiore tutela normativa. Nonostante nei nostri territori non siano diffuse modalità di lotta che sfruttano queste potenzialità, la legislazione in materia di specie protette include tutte le specie di chirotteri italiane. Per questo motivo sono state intensificate le attività di monitoraggio, integrando metodi tradizionali come l'osservazione diretta delle colonie e la cattura degli esemplari, con metodi più moderni, supportati dalle recenti tecnologie. Sono entrati in uso, infatti, strumenti come i bat detector, in grado di captare e decifrare le emissioni sonore dei chirotteri, da essi usate per l'ecolocalizzazione e per interagire con i propri simili. I segnali di ecolocalizzazione sono onde sonore utilizzate dai chirotteri per identificare la propria posizione, l'eventuale presenza di ostacoli durante il volo e la posizione delle prede. Questo fenomeno consente loro di creare un'immagine dell'ambiente che li circonda anche in condizioni di scarsa illuminazione, essendo prettamente animali notturni. L'evoluzione che il mondo agricolo sta affrontando si basa su due pilastri principali: I) messa a punto di tecniche sostenibili per il pianeta; II) raffronto con i cambiamenti climatici in atto. Recenti studi hanno evidenziato un impatto notevole di queste determinanti sui chirotteri, specialmente le modalità di uso del suolo. Le pratiche agricole hanno una notevole influenza su questi animali, in quanto l'utilizzo di agrofarmaci, specialmente pesticidi, riduce la presenza di insetti e di conseguenza la disponibilità alimentare. Sono state riscontrate, inoltre, differenze nella presenza dei chirotteri tra ambienti caratterizzati da copertura arborea ed erbacea, soprattutto a causa della presenza o assenza di potenziali rifugi. L'attività di tutela dei chirotteri si esprime sia nella protezione diretta delle colonie già conosciute, sia nella creazione di potenziali nuovi rifugi, in ambiente forestale, agricolo, urbano e non solo.

I chirotteri: ecologia, ruolo e presenza in ambiente di risaia

LONGO, ELENA
2019/2020

Abstract

In tutto il mondo sono state osservate circa 1100 specie di Chirotteri, di cui 34 presenti in Italia. Le specie italiane appartengono al sottordine dei Microchirotteri, quindi esemplari di dimensioni generalmente ridotte. A livello morfologico, questi animali si distinguono dagli altri mammiferi poiché sono gli unici in grado di volare attivamente, grazie a modificazioni degli arti anteriori, le cui lunghe falangi sono unite da una membrana epidermica detta patagio. Le specie di chirotteri italiane si caratterizzano per l'alimentazione insettivora. Poiché in una singola notte di caccia sono in grado di ingerire grandi quantità di insetti, divengono particolarmente interessanti dal punto di vista agronomico, per il ruolo che assumono nella lotta naturale contro l'entomofauna dannosa. Tuttavia, ad oggi, solo in Nordamerica sono in atto dei veri e propri metodi di lotta integrata. L'aumento della consapevolezza del ruolo svolto da queste specie ha portato ad una crescente curiosità scientifica, unitamente ad una maggiore tutela normativa. Nonostante nei nostri territori non siano diffuse modalità di lotta che sfruttano queste potenzialità, la legislazione in materia di specie protette include tutte le specie di chirotteri italiane. Per questo motivo sono state intensificate le attività di monitoraggio, integrando metodi tradizionali come l'osservazione diretta delle colonie e la cattura degli esemplari, con metodi più moderni, supportati dalle recenti tecnologie. Sono entrati in uso, infatti, strumenti come i bat detector, in grado di captare e decifrare le emissioni sonore dei chirotteri, da essi usate per l'ecolocalizzazione e per interagire con i propri simili. I segnali di ecolocalizzazione sono onde sonore utilizzate dai chirotteri per identificare la propria posizione, l'eventuale presenza di ostacoli durante il volo e la posizione delle prede. Questo fenomeno consente loro di creare un'immagine dell'ambiente che li circonda anche in condizioni di scarsa illuminazione, essendo prettamente animali notturni. L'evoluzione che il mondo agricolo sta affrontando si basa su due pilastri principali: I) messa a punto di tecniche sostenibili per il pianeta; II) raffronto con i cambiamenti climatici in atto. Recenti studi hanno evidenziato un impatto notevole di queste determinanti sui chirotteri, specialmente le modalità di uso del suolo. Le pratiche agricole hanno una notevole influenza su questi animali, in quanto l'utilizzo di agrofarmaci, specialmente pesticidi, riduce la presenza di insetti e di conseguenza la disponibilità alimentare. Sono state riscontrate, inoltre, differenze nella presenza dei chirotteri tra ambienti caratterizzati da copertura arborea ed erbacea, soprattutto a causa della presenza o assenza di potenziali rifugi. L'attività di tutela dei chirotteri si esprime sia nella protezione diretta delle colonie già conosciute, sia nella creazione di potenziali nuovi rifugi, in ambiente forestale, agricolo, urbano e non solo.
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