Le piante per svolgere a pieno le loro attività metaboliche e fisiologiche hanno la necessità di trovare, delle condizioni ottimali per la crescita. Secondo diversi studi, alcuni dei quali analizzati successivamente, l'acqua è la componente ambientale che, in caso di scarsa disponibilità o accessibilità, causa maggiore stress nelle piante (Shao et al., 2009). Un abbassamento del contenuto di acqua nel suolo comporta una diminuzione del potenziale idrico che rende di fatto la sua introduzione e il trasporto xilematico attraverso i vasi più difficoltoso. Nel corso dell'evoluzione, gli organismi vegetali hanno messo a punto strategie volte a contrastare questo tipo di stress che consistono nell'attivazione di una risposta sensibile. Nel caso di stress di forte entità le stutture cellulare possono subire danneggiamenti che sono sostanzialmente proporzionali al grado e alla durata della siccità. Parallelamente agli adattamenti volti alla conservazione dell'acqua a livello cellulare, le piante tendono, in questi casi, ad aumentare l'efficienza d'uso della stessa con lo scopo di limitare quanto più possibile gli effetti negativi della fotossidazione, preservando così le proprie strutture metaboliche. Comprendere le conseguenze derivanti da danni causati dallo stress idrico è di fondamentale importanza, specialmente per le specie selezionate per il sostentamento alimentare su scala globale. A causa del progressivo riscaldamento globale e della decrescente disponibilità d'acqua, le piante si troveranno sempre più di sovente in condizioni di stress idrico. Dal punto di vista produttivo si stanno osservando pronunciate variazioni degli areali di coltivazione con la tendenza a spostare latitudinalmente le coltivazioni verso zone temperate, allontanandosi dai tropici. Esistono però essenze particolarmente rustiche, capaci, per la loro genetica vincente, di occupare zone aride senza sostanziali rallentamenti nel loro sviluppo, evitando così rilevanti perdite produttive. Un esempio è quello della Jatropha curcas L. Questa pianta spontanea dei climi tropicali aridi possiede una strabiliante capacità di resistere a prolungati periodi di aridità, ripristinando rapidamente i regolari parametri morfo-fisiologici e conservando, rispetto ad altre colture, le aspettative produttive.
Adattamenti fisiologici e morfologici dei vegetali in risposta allo stress idrico e applicazioni agronomiche in Jatropha curcas L.
PREARO, LUCA
2019/2020
Abstract
Le piante per svolgere a pieno le loro attività metaboliche e fisiologiche hanno la necessità di trovare, delle condizioni ottimali per la crescita. Secondo diversi studi, alcuni dei quali analizzati successivamente, l'acqua è la componente ambientale che, in caso di scarsa disponibilità o accessibilità, causa maggiore stress nelle piante (Shao et al., 2009). Un abbassamento del contenuto di acqua nel suolo comporta una diminuzione del potenziale idrico che rende di fatto la sua introduzione e il trasporto xilematico attraverso i vasi più difficoltoso. Nel corso dell'evoluzione, gli organismi vegetali hanno messo a punto strategie volte a contrastare questo tipo di stress che consistono nell'attivazione di una risposta sensibile. Nel caso di stress di forte entità le stutture cellulare possono subire danneggiamenti che sono sostanzialmente proporzionali al grado e alla durata della siccità. Parallelamente agli adattamenti volti alla conservazione dell'acqua a livello cellulare, le piante tendono, in questi casi, ad aumentare l'efficienza d'uso della stessa con lo scopo di limitare quanto più possibile gli effetti negativi della fotossidazione, preservando così le proprie strutture metaboliche. Comprendere le conseguenze derivanti da danni causati dallo stress idrico è di fondamentale importanza, specialmente per le specie selezionate per il sostentamento alimentare su scala globale. A causa del progressivo riscaldamento globale e della decrescente disponibilità d'acqua, le piante si troveranno sempre più di sovente in condizioni di stress idrico. Dal punto di vista produttivo si stanno osservando pronunciate variazioni degli areali di coltivazione con la tendenza a spostare latitudinalmente le coltivazioni verso zone temperate, allontanandosi dai tropici. Esistono però essenze particolarmente rustiche, capaci, per la loro genetica vincente, di occupare zone aride senza sostanziali rallentamenti nel loro sviluppo, evitando così rilevanti perdite produttive. Un esempio è quello della Jatropha curcas L. Questa pianta spontanea dei climi tropicali aridi possiede una strabiliante capacità di resistere a prolungati periodi di aridità, ripristinando rapidamente i regolari parametri morfo-fisiologici e conservando, rispetto ad altre colture, le aspettative produttive.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
870711_tesiprearopdf.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
776.53 kB
Formato
Adobe PDF
|
776.53 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/123930