Più del 20% delle acque sotterranee dei Paesi dell'Unione Europea presentano eccessive concentrazioni di nitrati. Nelle zone dove le attività agricole sono condotte con modalità molto intensive, l'origine di questi nitrati è dovuta all'agricoltura per una quota compresa tra il 50-80% del totale. A ciò si aggiunge anche la bassa efficienza dell'uso dell'azoto da parte delle piante nei sistemi colturali attuali (circa il 33%), causata dalla perdita di questo elemento per lisciviazione, ammonizzazione o emissione in atmosfera in forma di protossido d'azoto. La gestione della fertilizzazione attraverso i metodi dell'agricoltura di precisione sembra essere la strada più valida per diminuire queste perdite. Diverse tecnologie presenti sul mercato offrono all'agricoltore l'opportunità di distribuire i concimi con una dose variabile all'interno dell'appezzamento, in relazione a diversi fattori, quali la tessitura del terreno, la disponibilità di sostanza organica e lo stato vegetativo della coltura. Due prove sul campo effettuate su mais e su frumento hanno cercato di quantificare i reali risparmi della distribuzione a dose variabile. La prima è stata effettuata da Casa et al. (2011) presso l'azienda Maccarese S.p.A. (Fiumicino, Roma) negli anni 2007-2008. In questo studio non si è riscontrata una grande differenza tra i due metodi applicativi, in quanto il concime risparmiato è stato di circa 20 kg ha-1, corrispondenti a 8,11 €/ha (0,39 € kg-1 urea). La seconda prova, su frumento duro, è stata effettuata da Stamatiadis et al. (2017), in un appezzamento di 2,4 ha situato 12 km a sud di Larissa, nella Grecia centrale, nell'annata 2015-2016. Al contrario dello studio precedente, questa prova ha dato risultati molto positivi, in quanto, a parità di rese, ha permesso un risparmio del 72% dell'azoto in copertura e del 38% dell'azoto totale, aumentando l'efficienza dell'uso dell'elemento fino al 58%, rispetto al 44% del metodo dell'agricoltore e al 52% dell'applicazione in presemina. Ciò ha permesso un aumento di ricavo di 68 € ha-1 rispetto all'applicazione in presemina e di 118 € ha-1 rispetto alla distribuzione uniforme. Da questi studi si può evincere come differenti approcci abbiano notevoli conseguenze per quanto riguarda i risultati. In particolare, l'utilizzo di sensori ottici ha permesso un più preciso monitoraggio della coltura, con conseguente maggiore precisione nell'applicazione del fertilizzante. Non bisogna dimenticare, tuttavia, che annate, terreni, condizioni climatiche e pratiche agricole diversi possono portare a risultati molto diversi tra loro. L'agricoltura di precisione rappresenta, comunque, un valido strumento nelle mani dei tecnici che, se usato nella maniera corretta, potrà portare vantaggi sia all'agricoltore che all'ambiente.

GLI SPANDICONCIME A RATEO DI DISTRIBUZIONE VARIABILE

ABBONDANZA, ROBERTO
2019/2020

Abstract

Più del 20% delle acque sotterranee dei Paesi dell'Unione Europea presentano eccessive concentrazioni di nitrati. Nelle zone dove le attività agricole sono condotte con modalità molto intensive, l'origine di questi nitrati è dovuta all'agricoltura per una quota compresa tra il 50-80% del totale. A ciò si aggiunge anche la bassa efficienza dell'uso dell'azoto da parte delle piante nei sistemi colturali attuali (circa il 33%), causata dalla perdita di questo elemento per lisciviazione, ammonizzazione o emissione in atmosfera in forma di protossido d'azoto. La gestione della fertilizzazione attraverso i metodi dell'agricoltura di precisione sembra essere la strada più valida per diminuire queste perdite. Diverse tecnologie presenti sul mercato offrono all'agricoltore l'opportunità di distribuire i concimi con una dose variabile all'interno dell'appezzamento, in relazione a diversi fattori, quali la tessitura del terreno, la disponibilità di sostanza organica e lo stato vegetativo della coltura. Due prove sul campo effettuate su mais e su frumento hanno cercato di quantificare i reali risparmi della distribuzione a dose variabile. La prima è stata effettuata da Casa et al. (2011) presso l'azienda Maccarese S.p.A. (Fiumicino, Roma) negli anni 2007-2008. In questo studio non si è riscontrata una grande differenza tra i due metodi applicativi, in quanto il concime risparmiato è stato di circa 20 kg ha-1, corrispondenti a 8,11 €/ha (0,39 € kg-1 urea). La seconda prova, su frumento duro, è stata effettuata da Stamatiadis et al. (2017), in un appezzamento di 2,4 ha situato 12 km a sud di Larissa, nella Grecia centrale, nell'annata 2015-2016. Al contrario dello studio precedente, questa prova ha dato risultati molto positivi, in quanto, a parità di rese, ha permesso un risparmio del 72% dell'azoto in copertura e del 38% dell'azoto totale, aumentando l'efficienza dell'uso dell'elemento fino al 58%, rispetto al 44% del metodo dell'agricoltore e al 52% dell'applicazione in presemina. Ciò ha permesso un aumento di ricavo di 68 € ha-1 rispetto all'applicazione in presemina e di 118 € ha-1 rispetto alla distribuzione uniforme. Da questi studi si può evincere come differenti approcci abbiano notevoli conseguenze per quanto riguarda i risultati. In particolare, l'utilizzo di sensori ottici ha permesso un più preciso monitoraggio della coltura, con conseguente maggiore precisione nell'applicazione del fertilizzante. Non bisogna dimenticare, tuttavia, che annate, terreni, condizioni climatiche e pratiche agricole diversi possono portare a risultati molto diversi tra loro. L'agricoltura di precisione rappresenta, comunque, un valido strumento nelle mani dei tecnici che, se usato nella maniera corretta, potrà portare vantaggi sia all'agricoltore che all'ambiente.
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