L'obiettivo di questa tesi è di analizzare la letteratura scientifica in relazione al fenomeno dell'affaticamento neuromuscolare che insorge negli atleti durante lo svolgimento di una performance e all'elettromiografia di superficie come metodo efficace di valutazione e rilevamento di questo fenomeno. La letteratura consultata ha visto come oggetto di interesse studi internazionali eseguiti su atleti di atletica leggera, in particolare velocisti, e atleti di resistance training, dei quali sono stati valutati gli aspetti neuromuscolari della prestazione tramite l'analisi elettromiografica di superficie comparata ad altri metodi valutativi di carattere cinetico e cinematico per valutare se l'insorgenza di affaticamento costituisca un limite per la performance. I risultati finali mostrano che i processi affaticanti si manifestano facilmente attraverso la perdita di velocità di esecuzione del gesto tecnico, poiché la performance può essere mantenuta massimale per un breve periodo di tempo: l'insorgere dell'affaticamento neuromuscolare, evidenzia la letteratura, viene inoltre quantificato dall'avvenimento di fenomeni metabolici all'interno del muscolo scheletrico, mostrando una relazione tra aspetti neurali e aspetti biochimici.
L'AFFATICAMENTO NEUROMUSCOLARE NEGLI ATLETI E L'ELETTROMIOGRAFIA DI SUPERFICIE COME METODO DI RILEVAMENTO
AMBROSINO, LUCA
2019/2020
Abstract
L'obiettivo di questa tesi è di analizzare la letteratura scientifica in relazione al fenomeno dell'affaticamento neuromuscolare che insorge negli atleti durante lo svolgimento di una performance e all'elettromiografia di superficie come metodo efficace di valutazione e rilevamento di questo fenomeno. La letteratura consultata ha visto come oggetto di interesse studi internazionali eseguiti su atleti di atletica leggera, in particolare velocisti, e atleti di resistance training, dei quali sono stati valutati gli aspetti neuromuscolari della prestazione tramite l'analisi elettromiografica di superficie comparata ad altri metodi valutativi di carattere cinetico e cinematico per valutare se l'insorgenza di affaticamento costituisca un limite per la performance. I risultati finali mostrano che i processi affaticanti si manifestano facilmente attraverso la perdita di velocità di esecuzione del gesto tecnico, poiché la performance può essere mantenuta massimale per un breve periodo di tempo: l'insorgere dell'affaticamento neuromuscolare, evidenzia la letteratura, viene inoltre quantificato dall'avvenimento di fenomeni metabolici all'interno del muscolo scheletrico, mostrando una relazione tra aspetti neurali e aspetti biochimici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/123839