Lo sport, grazie alle caratteristiche di svago e competitività proprie, è una delle attività maggiormente diffuse ed importanti per la popolazione, poiché agisce sull’attività fisica, sulla salute, sul benessere psico-fisico e sulla crescita personale. A minare la partecipazione all’attività sportiva, possono concorrere i pregiudizi su discipline descritte come più o meno violente. Per comprendere se è realmente possibile distinguere tra sport “violenti” e “non violenti” e definire le diverse caratteristiche, manifestazioni e classificazioni di violenza che li renderebbero tali è stata condotta una revisione della letteratura scientifica, attraverso alcuni articoli tratti da PubMed, riguardanti il tema della violenza correlata a sport e sportivi, integrata con testi di rilevanza pedagogica. Gli studi hanno mostrato una omogenea ripartizione di aggressioni fisiche e psicologiche in tutte le discipline sportive, causate non tanto dalla modalità di pratica o dalla specifica disciplina ma dal clima morale ed etico relativo all’ambiente dove è praticato lo sport. Questo implica l’impossibilità di definire gli sport come “più o meno” violenti ma piuttosto il riconoscere una maggiore o minore probabilità di imbattersi in determinate tipologie di aggressioni in relazione all’ambiente sportivo che si frequenta. Inoltre, la violenza è diffusa in modo omogeneo e potenzialmente presente in tutti gli sport. Le osservazioni emerse dalla letteratura suggeriscono quindi anche gli interventi e le azioni possibili per evitare l’instaurarsi e il protrarsi di episodi violenti e transfert negativi in contesti sportivi, mettendo in luce l’importanza di un clima morale prosociale e di figure sportive che siano d’esempio positivo.
Sport violenti o violenza nello sport? Revisione della letteratura scientifica sul tema
MIGNONE, LUCA
2020/2021
Abstract
Lo sport, grazie alle caratteristiche di svago e competitività proprie, è una delle attività maggiormente diffuse ed importanti per la popolazione, poiché agisce sull’attività fisica, sulla salute, sul benessere psico-fisico e sulla crescita personale. A minare la partecipazione all’attività sportiva, possono concorrere i pregiudizi su discipline descritte come più o meno violente. Per comprendere se è realmente possibile distinguere tra sport “violenti” e “non violenti” e definire le diverse caratteristiche, manifestazioni e classificazioni di violenza che li renderebbero tali è stata condotta una revisione della letteratura scientifica, attraverso alcuni articoli tratti da PubMed, riguardanti il tema della violenza correlata a sport e sportivi, integrata con testi di rilevanza pedagogica. Gli studi hanno mostrato una omogenea ripartizione di aggressioni fisiche e psicologiche in tutte le discipline sportive, causate non tanto dalla modalità di pratica o dalla specifica disciplina ma dal clima morale ed etico relativo all’ambiente dove è praticato lo sport. Questo implica l’impossibilità di definire gli sport come “più o meno” violenti ma piuttosto il riconoscere una maggiore o minore probabilità di imbattersi in determinate tipologie di aggressioni in relazione all’ambiente sportivo che si frequenta. Inoltre, la violenza è diffusa in modo omogeneo e potenzialmente presente in tutti gli sport. Le osservazioni emerse dalla letteratura suggeriscono quindi anche gli interventi e le azioni possibili per evitare l’instaurarsi e il protrarsi di episodi violenti e transfert negativi in contesti sportivi, mettendo in luce l’importanza di un clima morale prosociale e di figure sportive che siano d’esempio positivo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/123785