Between the XV and XVI centuries European countries are affected by a growing expansionist and exploratory spirit. It becomes a very popular habit to write travel diaries during discoveries or navigation; they tell the experiences faced and there are often added elements of fantasy and mythological matrix that comes from the medieval literary tradition. During Brazil’s discovery in 1500, three men belonging to the fleet of Pedro Álvarez Cabral kept three different travel diaries: the Carta do Achamento do Brasil by Pero Vaz de Caminha, the Relação do pilôto anônimo and the Carta do Mestre João. The last one is focused on astronomical observations. The first two authors, which are the subject of this analysis, have distinct visions, interests, fields of action and deal with the discovery of this new land focusing on different topics. The first one focuses on the description of the natives, the initial contacts with the place and its inhabitants, how this land could be exploited under the possession of the Portuguese Crown. The second one has as its main field of interest the surrounding environment, the fauna, the vegetation and marginally the relationship with the natives. The comparison between these two works highlights the enormous ascendency that European culture has on the first explorers, who foremost should be free from any influence in order to best narrate the beauties of an unexplored world.

Tra il XV e XVI secolo i paesi Europei vengono investiti da un crescente clima espansionistico ed esplorativo. Diventa un’abitudine molto popolare tenere diari di viaggio durante le scoperte o la navigazione, nei quali si raccontano le esperienze affrontate e alla cui narrazione vengono spesso aggiunti elementi di matrice fantastica e mitologica che derivano dalla tradizione letteraria medievale. Durante la scoperta del Brasile nel 1500, tre uomini facenti parte della flotta di Pedro Álvarez Cabral tennero tre distinti diari di viaggio: la Carta do Achamento do Brasil di Pero Vaz de Caminha, la Relação do pilôto anônimo e la Carta do Mestre João. Quest’ultimo è maggiormente incentrato su osservazioni di carattere astronomico. I primi due autori, oggetto di questa analisi, hanno visioni, interessi, campi d’azione distinti e trattano l’argomento della scoperta di questa nuova terra concentrandosi su temi differenti. Il primo si concentra sulla descrizione degli indigeni, dei contatti iniziali con il luogo e i suoi abitanti, di come questa terra potesse essere sfruttata sotto il possesso della Corona portoghese. Il secondo ha come campo di interesse maggiore l’ambiente circostante, la fauna, la vegetazione e marginalmente il rapporto con i nativi. Il confronto tra queste due opere pone in risalto l’enorme ascendente che la cultura europea ha sui primi esploratori, i quali in primis dovrebbero essere liberi da qualsivoglia influenza per poter narrare al meglio le bellezze di un mondo inesplorato.

Diari di viaggio: Confronto sulla scoperta del Brasile

GIULIANO, IRENE
2019/2020

Abstract

Tra il XV e XVI secolo i paesi Europei vengono investiti da un crescente clima espansionistico ed esplorativo. Diventa un’abitudine molto popolare tenere diari di viaggio durante le scoperte o la navigazione, nei quali si raccontano le esperienze affrontate e alla cui narrazione vengono spesso aggiunti elementi di matrice fantastica e mitologica che derivano dalla tradizione letteraria medievale. Durante la scoperta del Brasile nel 1500, tre uomini facenti parte della flotta di Pedro Álvarez Cabral tennero tre distinti diari di viaggio: la Carta do Achamento do Brasil di Pero Vaz de Caminha, la Relação do pilôto anônimo e la Carta do Mestre João. Quest’ultimo è maggiormente incentrato su osservazioni di carattere astronomico. I primi due autori, oggetto di questa analisi, hanno visioni, interessi, campi d’azione distinti e trattano l’argomento della scoperta di questa nuova terra concentrandosi su temi differenti. Il primo si concentra sulla descrizione degli indigeni, dei contatti iniziali con il luogo e i suoi abitanti, di come questa terra potesse essere sfruttata sotto il possesso della Corona portoghese. Il secondo ha come campo di interesse maggiore l’ambiente circostante, la fauna, la vegetazione e marginalmente il rapporto con i nativi. Il confronto tra queste due opere pone in risalto l’enorme ascendente che la cultura europea ha sui primi esploratori, i quali in primis dovrebbero essere liberi da qualsivoglia influenza per poter narrare al meglio le bellezze di un mondo inesplorato.
ITA
Between the XV and XVI centuries European countries are affected by a growing expansionist and exploratory spirit. It becomes a very popular habit to write travel diaries during discoveries or navigation; they tell the experiences faced and there are often added elements of fantasy and mythological matrix that comes from the medieval literary tradition. During Brazil’s discovery in 1500, three men belonging to the fleet of Pedro Álvarez Cabral kept three different travel diaries: the Carta do Achamento do Brasil by Pero Vaz de Caminha, the Relação do pilôto anônimo and the Carta do Mestre João. The last one is focused on astronomical observations. The first two authors, which are the subject of this analysis, have distinct visions, interests, fields of action and deal with the discovery of this new land focusing on different topics. The first one focuses on the description of the natives, the initial contacts with the place and its inhabitants, how this land could be exploited under the possession of the Portuguese Crown. The second one has as its main field of interest the surrounding environment, the fauna, the vegetation and marginally the relationship with the natives. The comparison between these two works highlights the enormous ascendency that European culture has on the first explorers, who foremost should be free from any influence in order to best narrate the beauties of an unexplored world.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/123586