Questa tesi è dedicata alle forme di cura del male mentale alternative all'istituzionalizzazione. La sofferenza psichica e la malattia mentale sono state da sempre considerate come qualcosa da nascondere dalla vista della società sana, così come chi era abitato da queste condizioni è stato ritenuto una persona irrecuperabile da contenere e custodire. Per anni la psichiatria ha adottato “pratiche mediche” che, di fatto, hanno violato i diritti di queste persone. Oggi l'inserimento in struttura è ancora una pratica molto frequente e che, a mio parere, dovrebbe essere superata in favore di interventi maggiormente rispettosi e più efficaci che possano essere compiuti al di fuori delle mura delle istituzioni. Nel primo capitolo, dunque, ho ritenuto opportuno fare un breve excursus sulla storia della psichiatria del '900, partendo dalla legge n. 36 del 1904 che delinea un sistema fondato sull'obbligatorietà del trattamento, sul concetto di pericolosità sociale dell'infermo di mente e sul criterio del pubblico scandalo; per arrivare, infine, alla legge n. 180 del 1978 (cosiddetta legge Basaglia) che sancisce la chiusura dei manicomi. Dagli anni '80, quindi, si è assistito ad una rivoluzione della psichiatria portando la cura al di fuori delle istituzioni. Oggi il numero di persone che accedono ai servizi psichiatrici è in aumento e risulta necessario attivare percorsi di cura che siano efficaci e, allo stesso tempo, rispettosi dell'individuo; ho deciso quindi di dedicare il secondo e terzo capitolo a due tipi di interventi alternativi all'istituzionalizzazione. In particolare, ho illustrato l'Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti (IESA): la sua origine, la diffusione in Italia, i suoi benefici, ma anche i limiti dovuti principalmente alla mancanza di una regolamentazione al riguardo. Questa pratica consiste nell'accogliere persone maggiorenni non legate da vincoli di parentela presso il proprio domicilio, questo tipo di intervento è volto a creare una rete intorno alla persona che spesso vive in situazioni di disagio e solitudine proprio a causa della sua patologia. Per le persone accolte in una famiglia e non inserite in un'istituzione, la presenza di un supporto consente loro di affrontare in modo più sereno e proficuo il percorso di cura. Purtroppo, in Italia tale pratica è ancora poco utilizzata. Nel terzo ed ultimo capitolo, invece, ho illustrato i gruppi di Auto Mutuo Aiuto (AMA): essi rappresentano per il paziente psichiatrico uno spazio dedicato all'ascolto, al supporto, e alla condivisione di esperienze e strategie per fronteggiare sia i sintomi che le difficoltà quotidiane con cui devono scontrarsi. Ho trattato la loro origine e la normativa di riferimento, inoltre mi sono concentrata su due particolari gruppi AMA: il Movimento degli Uditori di voci e l'esperienza del Gruppo Voci di Settimo Torinese. Nelle conclusioni, infine, ho inserito alcuni studi che dimostrano la validità dei due metodi di cura del male mentale alternative all'istituzionalizzazione riportati in questo elaborato.

Forme di cura del male mentale alternative all'istituzionalizzazione.

MANCIN, FEDERICA
2019/2020

Abstract

Questa tesi è dedicata alle forme di cura del male mentale alternative all'istituzionalizzazione. La sofferenza psichica e la malattia mentale sono state da sempre considerate come qualcosa da nascondere dalla vista della società sana, così come chi era abitato da queste condizioni è stato ritenuto una persona irrecuperabile da contenere e custodire. Per anni la psichiatria ha adottato “pratiche mediche” che, di fatto, hanno violato i diritti di queste persone. Oggi l'inserimento in struttura è ancora una pratica molto frequente e che, a mio parere, dovrebbe essere superata in favore di interventi maggiormente rispettosi e più efficaci che possano essere compiuti al di fuori delle mura delle istituzioni. Nel primo capitolo, dunque, ho ritenuto opportuno fare un breve excursus sulla storia della psichiatria del '900, partendo dalla legge n. 36 del 1904 che delinea un sistema fondato sull'obbligatorietà del trattamento, sul concetto di pericolosità sociale dell'infermo di mente e sul criterio del pubblico scandalo; per arrivare, infine, alla legge n. 180 del 1978 (cosiddetta legge Basaglia) che sancisce la chiusura dei manicomi. Dagli anni '80, quindi, si è assistito ad una rivoluzione della psichiatria portando la cura al di fuori delle istituzioni. Oggi il numero di persone che accedono ai servizi psichiatrici è in aumento e risulta necessario attivare percorsi di cura che siano efficaci e, allo stesso tempo, rispettosi dell'individuo; ho deciso quindi di dedicare il secondo e terzo capitolo a due tipi di interventi alternativi all'istituzionalizzazione. In particolare, ho illustrato l'Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti (IESA): la sua origine, la diffusione in Italia, i suoi benefici, ma anche i limiti dovuti principalmente alla mancanza di una regolamentazione al riguardo. Questa pratica consiste nell'accogliere persone maggiorenni non legate da vincoli di parentela presso il proprio domicilio, questo tipo di intervento è volto a creare una rete intorno alla persona che spesso vive in situazioni di disagio e solitudine proprio a causa della sua patologia. Per le persone accolte in una famiglia e non inserite in un'istituzione, la presenza di un supporto consente loro di affrontare in modo più sereno e proficuo il percorso di cura. Purtroppo, in Italia tale pratica è ancora poco utilizzata. Nel terzo ed ultimo capitolo, invece, ho illustrato i gruppi di Auto Mutuo Aiuto (AMA): essi rappresentano per il paziente psichiatrico uno spazio dedicato all'ascolto, al supporto, e alla condivisione di esperienze e strategie per fronteggiare sia i sintomi che le difficoltà quotidiane con cui devono scontrarsi. Ho trattato la loro origine e la normativa di riferimento, inoltre mi sono concentrata su due particolari gruppi AMA: il Movimento degli Uditori di voci e l'esperienza del Gruppo Voci di Settimo Torinese. Nelle conclusioni, infine, ho inserito alcuni studi che dimostrano la validità dei due metodi di cura del male mentale alternative all'istituzionalizzazione riportati in questo elaborato.
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