Il progressivo aumento della popolazione mondiale con domanda crescente di prodotti alimentari e zootecnici e l'incremento della richiesta di prodotti vegetali nel settore delle bioenergie, comporteranno nel prossimo futuro la necessità di aumentare la resa delle coltivazioni per unità di superficie. Nell'ambito della ricerca di metodi alternativi ai fertilizzanti per stimolare la crescita della cultura salvaguardando resa e qualità nel rispetto dell'ambiente, i biostimolanti sono al centro dell'interesse nell'ottica di una agricoltura sostenibile poiché la loro azione sulle piante si esplica attraverso l'attivazione di processi fisiologici delle stesse aumentando l'efficienza dell'uso dei nutrienti, permettendo lo sviluppo delle piante e riducendo il consumo dei fertilizzanti. I biostimolanti vegetali vengono definiti come sostanze e/o microorganismi la cui funzione, quando applicati alle piante o alla rizosfera, è stimolare i processi naturali per aumentare/migliorare l'assorbimento e l'efficienza dei nutrienti, la tolleranza a stress biotici e abiotici e la qualità delle colture. Nel presente lavoro sono stati presi in considerazione i risultati sperimentali che analizzano gli effetti derivati dall'uso dei biostimolanti su diverse culture. Le tipologie analizzate sono gli estratti di alghe, gli idrolizzati proteici di origine animale e vegetale, lieviti, acidi umici e inoculanti microbici. Gli effetti dell'uso dei biostimolanti sulle diverse colture (Vicia faba CV. Giza 3, Solanum Tuberosum, Fragaria Ananassa ,giglio ¿ Brindisi¿, Zea mays, S. lycopersicum, Pisum sativum), riportati negli articoli presi in esame, hanno evidenziato il potenziale che le varie categorie di biostimolanti hanno sul miglioramento della produzione e crescita, sull'efficienza della fotosintesi, sulla qualità della produzione e sul superamento delle condizioni di stress. I biostimolanti potrebbero dunque rappresentare una via alternativa per ridurre l'impiego di input di concimi e agrofarmaci nell'ottica di un'agricoltura sostenibile nel rispetto dell'ambiente.
Biostimolanti: classificazione e ruolo agronomico
LAPOSSE, FRANCESCA
2014/2015
Abstract
Il progressivo aumento della popolazione mondiale con domanda crescente di prodotti alimentari e zootecnici e l'incremento della richiesta di prodotti vegetali nel settore delle bioenergie, comporteranno nel prossimo futuro la necessità di aumentare la resa delle coltivazioni per unità di superficie. Nell'ambito della ricerca di metodi alternativi ai fertilizzanti per stimolare la crescita della cultura salvaguardando resa e qualità nel rispetto dell'ambiente, i biostimolanti sono al centro dell'interesse nell'ottica di una agricoltura sostenibile poiché la loro azione sulle piante si esplica attraverso l'attivazione di processi fisiologici delle stesse aumentando l'efficienza dell'uso dei nutrienti, permettendo lo sviluppo delle piante e riducendo il consumo dei fertilizzanti. I biostimolanti vegetali vengono definiti come sostanze e/o microorganismi la cui funzione, quando applicati alle piante o alla rizosfera, è stimolare i processi naturali per aumentare/migliorare l'assorbimento e l'efficienza dei nutrienti, la tolleranza a stress biotici e abiotici e la qualità delle colture. Nel presente lavoro sono stati presi in considerazione i risultati sperimentali che analizzano gli effetti derivati dall'uso dei biostimolanti su diverse culture. Le tipologie analizzate sono gli estratti di alghe, gli idrolizzati proteici di origine animale e vegetale, lieviti, acidi umici e inoculanti microbici. Gli effetti dell'uso dei biostimolanti sulle diverse colture (Vicia faba CV. Giza 3, Solanum Tuberosum, Fragaria Ananassa ,giglio ¿ Brindisi¿, Zea mays, S. lycopersicum, Pisum sativum), riportati negli articoli presi in esame, hanno evidenziato il potenziale che le varie categorie di biostimolanti hanno sul miglioramento della produzione e crescita, sull'efficienza della fotosintesi, sulla qualità della produzione e sul superamento delle condizioni di stress. I biostimolanti potrebbero dunque rappresentare una via alternativa per ridurre l'impiego di input di concimi e agrofarmaci nell'ottica di un'agricoltura sostenibile nel rispetto dell'ambiente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/12352