L’alienazione nella società della tecnica e dello spettacolo. Attraverso le differenti interpretazioni del concetto di alienazione da parte di autori quali Rousseau, Hegel, Feuerbach, Marx e Lukacs si delinea il percorso evolutivo che questo concetto ha subito nel corso dei secoli fino ad arrivare al secolo scorso quando Marcuse e Débord contribuirono ad ampliarne la portata. Come si evince nella Parte Prima dell’elaborato Herbert Marcuse sostiene che nella società industriale avanzata, l’apparato tecnico di produzione e di distribuzione è un sistema di dominio che definisce i bisogni e le aspirazioni individuali oltre alle attività, le competenze e le condotte socialmente richieste. Marcuse rileva l’alienazione delle facoltà psico-fisiche (che dovrebbero condurre l’individuo ad una sana auto realizzazione) che vengono asservite alle esigenze dell’ordine costituito. La razionalità tecnologica non è neutrale in quanto assume connotati totalitari perché svolge una funzione repressiva piuttosto che emancipatoria per l’uomo. La tolleranza repressiva, insieme a questa schiacciante razionalità, determina la comparsa dell’uomo “ a una dimensione” per il quale la ragione coincide inevitabilmente con il reale e altri modi di vita non sono ipotizzabili. Queste tendenze sociali inibiscono il fiorire di un pensiero negativo che porti ad una dimensione altra rispetto al reale e che dunque modifichi lo status quo. Nella seconda parte si indaga la prospettiva offertaci da Guy Débord in “La società dello spettacolo”: qui la teoria sull’alienazione non concerne più solamente l’ambito lavorativo e della produzione ma quello del consumo e delle rappresentazioni. Nonostante scrivesse agli albori dell’era televisiva il filosofo francese riuscì a intravedere un assoggettamento psicologico totale alle immagini (simbolo della smaterializzazione e dell’astrazione) il cui flusso costante inibisce ogni possibile sviluppo delle proprie intrinseche facoltà, attitudini e inclinazioni. L’autore francese ha compreso che, grazie allo spettacolo (di cui i mass media sono una delle sue molteplici espressioni), l’alienazione dell’individuo permane, molto spesso a sua insaputa, anche fuori dalle sedi lavorative per sconfinare nella sfera personale dove tende a prevalere un passivo stato di contemplazione delle immagini e dei modelli imposti e un’esperienza orami mediata di ogni avvenimento. Lo spettacolo, ormai struttura portante di questo tipo di assetto sociale, è dunque riuscito a convertire il lavoratore in consumatore riuscendo ad inibire sul nascere pensieri, intuizioni e ipotesi che possano portare ad un sovvertimento dell’ordine costituito. Mostrando le analogie delle due prospettive si giunge infine a dimostrare come queste siano ancora attuali dal momento che aiutano a prendere coscienza delle radici e delle logiche del mondo di cui siamo abitatori troppo spesso inconsapevoli. Parole chiave: alienazione, società industriale avanzata, non neutralità della tecnica, razionalità tecnologica, tolleranza repressiva, uomo a una dimensione, pensiero negativo, spettacolo, immagini, consumo, facoltà intrinseche, contemplazione, smaterializzazione, astrazione.

L'ALIENAZIONE NELLA SOCIETA' DELLA TECNICA E DELLO SPETTACOLO

ROSSI, LEONARDO
2019/2020

Abstract

L’alienazione nella società della tecnica e dello spettacolo. Attraverso le differenti interpretazioni del concetto di alienazione da parte di autori quali Rousseau, Hegel, Feuerbach, Marx e Lukacs si delinea il percorso evolutivo che questo concetto ha subito nel corso dei secoli fino ad arrivare al secolo scorso quando Marcuse e Débord contribuirono ad ampliarne la portata. Come si evince nella Parte Prima dell’elaborato Herbert Marcuse sostiene che nella società industriale avanzata, l’apparato tecnico di produzione e di distribuzione è un sistema di dominio che definisce i bisogni e le aspirazioni individuali oltre alle attività, le competenze e le condotte socialmente richieste. Marcuse rileva l’alienazione delle facoltà psico-fisiche (che dovrebbero condurre l’individuo ad una sana auto realizzazione) che vengono asservite alle esigenze dell’ordine costituito. La razionalità tecnologica non è neutrale in quanto assume connotati totalitari perché svolge una funzione repressiva piuttosto che emancipatoria per l’uomo. La tolleranza repressiva, insieme a questa schiacciante razionalità, determina la comparsa dell’uomo “ a una dimensione” per il quale la ragione coincide inevitabilmente con il reale e altri modi di vita non sono ipotizzabili. Queste tendenze sociali inibiscono il fiorire di un pensiero negativo che porti ad una dimensione altra rispetto al reale e che dunque modifichi lo status quo. Nella seconda parte si indaga la prospettiva offertaci da Guy Débord in “La società dello spettacolo”: qui la teoria sull’alienazione non concerne più solamente l’ambito lavorativo e della produzione ma quello del consumo e delle rappresentazioni. Nonostante scrivesse agli albori dell’era televisiva il filosofo francese riuscì a intravedere un assoggettamento psicologico totale alle immagini (simbolo della smaterializzazione e dell’astrazione) il cui flusso costante inibisce ogni possibile sviluppo delle proprie intrinseche facoltà, attitudini e inclinazioni. L’autore francese ha compreso che, grazie allo spettacolo (di cui i mass media sono una delle sue molteplici espressioni), l’alienazione dell’individuo permane, molto spesso a sua insaputa, anche fuori dalle sedi lavorative per sconfinare nella sfera personale dove tende a prevalere un passivo stato di contemplazione delle immagini e dei modelli imposti e un’esperienza orami mediata di ogni avvenimento. Lo spettacolo, ormai struttura portante di questo tipo di assetto sociale, è dunque riuscito a convertire il lavoratore in consumatore riuscendo ad inibire sul nascere pensieri, intuizioni e ipotesi che possano portare ad un sovvertimento dell’ordine costituito. Mostrando le analogie delle due prospettive si giunge infine a dimostrare come queste siano ancora attuali dal momento che aiutano a prendere coscienza delle radici e delle logiche del mondo di cui siamo abitatori troppo spesso inconsapevoli. Parole chiave: alienazione, società industriale avanzata, non neutralità della tecnica, razionalità tecnologica, tolleranza repressiva, uomo a una dimensione, pensiero negativo, spettacolo, immagini, consumo, facoltà intrinseche, contemplazione, smaterializzazione, astrazione.
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