Il presente lavoro punta a realizzare un quadro cronologico di quelle che sono le tappe più importanti della tutela del diritto all’oblio, attraverso un’analisi dell’origine e dello sviluppo della disciplina giuridica in materia. Il diritto all’oblio può storicamente coincidere con la nascita del diritto alla privacy ed alla riservatezza, ovvero con il diritto di essere lasciati in pace. Il termine e il concetto di riservatezza traducono nel nostro ordinamento la nozione di privacy, che ha le origini nell’ordinamento americano: right to be let alone. Questo diritto viene inteso come il potere di escludere gli altri dalla conoscenza di fatti personali e di opporsi all’intromissione della sfera privata dell’individuo. Il diritto all’oblio non è un’espressione recente, ma è soltanto negli ultimi anni che è diventato oggetto di discussione in materia di privacy. Con il passare degli anni, tale diritto ha assunto diversi significati in base ai mutamenti storico-tecnologici che hanno portato ad una diffusione di massa delle informazioni. Soprattutto, l’introduzione di Internet ha portato a profondi cambiamenti nell’ambito della circolazione dell’informazione. Il diritto all’oblio, quindi, è il diritto di ogni individuo a ottenere che non siano diffusi dati o notizie che possano portare un danno irrimediabile all’onore, reputazione o riservatezza. Per quanto riguarda, invece, la normativa in materia di diritto all’oblio, la giurisprudenza ha impiegato svariati anni prima di arrivare ad affermare l’esistenza di tale diritto. Il fatto che dati e informazioni di carattere personale risultino così facilmente reperibili da chiunque, ha suscitato un forte dibattito in dottrina e giurisprudenza, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. In particolare, il nuovo Regolamento sulla protezione dei dati personali n.679/2016, ribadisce proprio l’esigenza di identificare i sistemi più opportuni atti a garantire al soggetto coinvolto il poter, ad esempio, chiedere la rimozione delle proprie informazioni. Il diritto all’oblio trova tutela all’articolo 17 del Testo, che si intitola proprio ‘’ Diritto alla cancellazione ( <<diritto all’oblio>> )’’ e stabilisce che l’individuo interessato può ottenere la cancellazione dei dati personali che lo riguardano qualora si verifichi una serie di condizioni, per esempio se i dati personali non sono più necessari, oppure nel caso in cui questi dati sono stati trattati illecitamente. Dopo un’attenta analisi di tutti quelli che sono stati gli interventi della giurisprudenza italiana in materia di diritto all’oblio, ci si concentra sul famoso caso Google Spain ( sentenza n. 317/2014), che ha portata la Corte di giustizia dell’Unione europea ad assumere una posizione del tutto nuova rispetto all’interpretazione fino ad allora vigente della normativa, individuando una precisa responsabilità nei titolati dei motori di ricerca. Al dì là delle soluzioni giuridiche in materia, sembra essere fondamentale da un lato formare e informare gli utenti di Internet in modo che possano controllare meglio gli strumenti tecnologici a disposizione, e renderli consapevoli dei loro diritti e dei loro obblighi. L’attuazione del diritto all’oblio non deve portare ad una deresponsabilizzazione dei soggetti e spetta a ognuno di noi essere arbitro del proprio desiderio di esporsi, per cui, bisogna sempre riflettere prima di pubblicare un contenuto sul web, perché la persone dimenticano, ma la Rete no.
DIRITTO ALL'OBLIO ALLA LUCE DEL REGOLAMENTO EUROPEO IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI 2016/679: IL CASO GOOGLE SPAIN
GHEORGHITA, ANDREEA
2019/2020
Abstract
Il presente lavoro punta a realizzare un quadro cronologico di quelle che sono le tappe più importanti della tutela del diritto all’oblio, attraverso un’analisi dell’origine e dello sviluppo della disciplina giuridica in materia. Il diritto all’oblio può storicamente coincidere con la nascita del diritto alla privacy ed alla riservatezza, ovvero con il diritto di essere lasciati in pace. Il termine e il concetto di riservatezza traducono nel nostro ordinamento la nozione di privacy, che ha le origini nell’ordinamento americano: right to be let alone. Questo diritto viene inteso come il potere di escludere gli altri dalla conoscenza di fatti personali e di opporsi all’intromissione della sfera privata dell’individuo. Il diritto all’oblio non è un’espressione recente, ma è soltanto negli ultimi anni che è diventato oggetto di discussione in materia di privacy. Con il passare degli anni, tale diritto ha assunto diversi significati in base ai mutamenti storico-tecnologici che hanno portato ad una diffusione di massa delle informazioni. Soprattutto, l’introduzione di Internet ha portato a profondi cambiamenti nell’ambito della circolazione dell’informazione. Il diritto all’oblio, quindi, è il diritto di ogni individuo a ottenere che non siano diffusi dati o notizie che possano portare un danno irrimediabile all’onore, reputazione o riservatezza. Per quanto riguarda, invece, la normativa in materia di diritto all’oblio, la giurisprudenza ha impiegato svariati anni prima di arrivare ad affermare l’esistenza di tale diritto. Il fatto che dati e informazioni di carattere personale risultino così facilmente reperibili da chiunque, ha suscitato un forte dibattito in dottrina e giurisprudenza, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. In particolare, il nuovo Regolamento sulla protezione dei dati personali n.679/2016, ribadisce proprio l’esigenza di identificare i sistemi più opportuni atti a garantire al soggetto coinvolto il poter, ad esempio, chiedere la rimozione delle proprie informazioni. Il diritto all’oblio trova tutela all’articolo 17 del Testo, che si intitola proprio ‘’ Diritto alla cancellazione ( <File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/123384