Flavio Claudio Giuliano, pur regnando per poco meno di due anni, fu uno dei più controversi imperatori di Roma. Nato in un periodo in cui la religione cristiana si stava espandendo in tutto il territorio imperiale, ebbe il coraggio di opporsi a questo fenomeno. A partire da Costantino tutti i successivi imperatori furono dichiaratamente cristiani e le loro iniziative politiche ebbero lo scopo di ampliarne l'influenza. Giuliano fu l'ultimo discendente della dinastia dei Costantinidi. A causa di questo legame, poco dopo la morte di Costantino, la sua famiglia venne trucidata. Gli unici che si salvarono furono lui e il fratello Gallo. I primi anni della sua vita furono difficili: senza dei genitori che si prendessero cura di lui passò i primi anni della sua vita a Nicomedia dove venne educato dal vescovo ariano Eusebio. Non passò tanto tempo che Eusebio si trasferì a Costantinopoli e il suo nuovo precettore Mardonio (che insegnò anche alla madre) gli fece scoprire l'antica cultura greco-romana. La curiosità provata verso la cultura ellenistica portarono Giuliano a interessarsi sempre di più a quel mondo e ad abbandonare passo dopo passo la cultura cristiana. Tra il 348 e il 351 ebbe la fortuna di conoscere Libanio, un maestro di retorica dichiaratamente pagano, che lo portò ad abbandonare completamente il cristianesimo abbracciando per sempre la religione pagana. Gli anni successivi furono molto tranquilli e felici, il giovane Giuliano poté dedicarsi incessantemente allo studio. Questa calma venne bruscamente interrotta con la morte di Gallo. Il fratello in quegli anni ricoprì la carica di Cesare, ma a causa delle paranoie del cugino, nonché imperatore, Costanzo venne assassinato. A seguito della morte del fratello ,per volontà del sovrano, venne richiesta la sua presenza a Milano dove si trovava la corte imperiale. Giuliano era all'oscuro degli eventi e temeva per la sua vita, ma una volta giunto a Milano venne nominato Cesare. A seguito di questa nomina venne mandato in Gallia a pacificare la regione che, da diversi anni, era vittima di scorrerie barbare. Inizialmente il potere fu esercitato dal generale Marcello, ma dopo una serie di vicende, Giuliano acquisì il pieno controllo della regione, sconfisse ripetutamente i barbari e amministrò con saggezza. La richiesta imperiale di trasferire truppe in oriente portò alla nomina di Giuliano a imperatore e così ebbe inizio il conflitto tra i due cugini. Non si incrociarono mai in battaglia poiché Costanzo morì prima, ma come ultimo gesto nominò Giuliano suo legittimo erede. Arrivata la notizia della morte del cugino e la conseguente nomina, il nuovo imperatore marciò verso Costantinopoli. Rimasto solo al comando Giuliano smise di nascondere il suo vero credo e promulgò una serie di leggi atte a ridare lustro alla religione pagana. Queste sue iniziative ebbero la conseguenza di inimicarsi molte città a maggioranza cristiana, come ad esempio Antiochia. Le sue riforme furono molto discusse e la storiografia successiva lo dipinse come un persecutore dei cristiani, anche se non vi sono testimonianze atti persecutori durante il suo regno. Passò gli ultimi mesi della sua vita preparando la campagna di Persia che si rivelò fatale per la sua vita e per i suoi sogni di restaurare la religione pagana.
L'attitudine dell'imperatore Giuliano verso i cristiani nelle fonti sue contemporanee
GHELIUC, MARIUS MATTIA
2019/2020
Abstract
Flavio Claudio Giuliano, pur regnando per poco meno di due anni, fu uno dei più controversi imperatori di Roma. Nato in un periodo in cui la religione cristiana si stava espandendo in tutto il territorio imperiale, ebbe il coraggio di opporsi a questo fenomeno. A partire da Costantino tutti i successivi imperatori furono dichiaratamente cristiani e le loro iniziative politiche ebbero lo scopo di ampliarne l'influenza. Giuliano fu l'ultimo discendente della dinastia dei Costantinidi. A causa di questo legame, poco dopo la morte di Costantino, la sua famiglia venne trucidata. Gli unici che si salvarono furono lui e il fratello Gallo. I primi anni della sua vita furono difficili: senza dei genitori che si prendessero cura di lui passò i primi anni della sua vita a Nicomedia dove venne educato dal vescovo ariano Eusebio. Non passò tanto tempo che Eusebio si trasferì a Costantinopoli e il suo nuovo precettore Mardonio (che insegnò anche alla madre) gli fece scoprire l'antica cultura greco-romana. La curiosità provata verso la cultura ellenistica portarono Giuliano a interessarsi sempre di più a quel mondo e ad abbandonare passo dopo passo la cultura cristiana. Tra il 348 e il 351 ebbe la fortuna di conoscere Libanio, un maestro di retorica dichiaratamente pagano, che lo portò ad abbandonare completamente il cristianesimo abbracciando per sempre la religione pagana. Gli anni successivi furono molto tranquilli e felici, il giovane Giuliano poté dedicarsi incessantemente allo studio. Questa calma venne bruscamente interrotta con la morte di Gallo. Il fratello in quegli anni ricoprì la carica di Cesare, ma a causa delle paranoie del cugino, nonché imperatore, Costanzo venne assassinato. A seguito della morte del fratello ,per volontà del sovrano, venne richiesta la sua presenza a Milano dove si trovava la corte imperiale. Giuliano era all'oscuro degli eventi e temeva per la sua vita, ma una volta giunto a Milano venne nominato Cesare. A seguito di questa nomina venne mandato in Gallia a pacificare la regione che, da diversi anni, era vittima di scorrerie barbare. Inizialmente il potere fu esercitato dal generale Marcello, ma dopo una serie di vicende, Giuliano acquisì il pieno controllo della regione, sconfisse ripetutamente i barbari e amministrò con saggezza. La richiesta imperiale di trasferire truppe in oriente portò alla nomina di Giuliano a imperatore e così ebbe inizio il conflitto tra i due cugini. Non si incrociarono mai in battaglia poiché Costanzo morì prima, ma come ultimo gesto nominò Giuliano suo legittimo erede. Arrivata la notizia della morte del cugino e la conseguente nomina, il nuovo imperatore marciò verso Costantinopoli. Rimasto solo al comando Giuliano smise di nascondere il suo vero credo e promulgò una serie di leggi atte a ridare lustro alla religione pagana. Queste sue iniziative ebbero la conseguenza di inimicarsi molte città a maggioranza cristiana, come ad esempio Antiochia. Le sue riforme furono molto discusse e la storiografia successiva lo dipinse come un persecutore dei cristiani, anche se non vi sono testimonianze atti persecutori durante il suo regno. Passò gli ultimi mesi della sua vita preparando la campagna di Persia che si rivelò fatale per la sua vita e per i suoi sogni di restaurare la religione pagana.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
822965_tesigiuliano.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
760.42 kB
Formato
Adobe PDF
|
760.42 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/123359