The intent of the thesis is to carry out a reflection on some classic Posthuman themes taking as a starting point a literary work: The Handmaid's Tale, a dystopian novel by Margaret Atwood, published in 1985. The story of the Handmaid offers various starting points for developing philosophical meditations. The purpose of this investigation is to give space to the Other's point of view: we have to commit to make the perspective from which the world is observed mobile, so as not to get caught up in the vision adopted and proposed by those who hold power. It is an exercise in decentralization: we abandon the perspective of Man, the measure of all things, to critically observe reality from the position of the marginalized, both human and non-human. In Atwood's novel typical themes of posthuman reflection can be found. The latter tries to redefine the relationships that Man has with animality, technology and with others in general, in order to make the supremacy of the male, white, heterosexual, subject obsolete. If this model is difficult to eradicate, it is also true that it is possible to bring out different and critical points of view towards the marginalizing attitude inherent in this paradigm. The story of the Handmaid is linked, in fact, to feminist theories that have questioned the naturalness of the structure of patriarchal society, which has its fulcrum in a certain image of man: white, European, heterosexual and with a body that does not show any difference physical or handicap. This abstract idea had relegated women to a role of subordinates, dependent in all respects on men. Arguments of this type have made it possible to broaden the horizon and have allowed men to include living beings who do not belong to our own species in the posthuman debate. In fact, considerations on gender are connected with the discourses on creatures that are traditionally considered the other par excellence: animals. Just marking the separation between man and other species perseveres in applying the same scheme used to subordinate women: depriving them of positive qualities, we are led to consider the animals inferior, with the result of feeling justified to subjugate them, for exploiting them and to use them as if they were things. The dissertation also highlights how the anthropocentric attitude caused damage to the planet, bending it to the needs of the human species and decreeing the launch of what, according to some scholars, is the Sixth Mass Extinction.
L'intento della tesi è quello di svolgere una riflessione su alcuni temi classici del Postumano prendendo come punto di partenza un'opera letteraria: Il racconto dell'Ancella, romanzo distopico di Margaret Atwood, pubblicato nel 1985. Il racconto dell'Ancella offre vari punti di partenza per elaborare delle riflessioni filosofiche. Lo scopo della presente indagine è dare spazio al punto di vista dell'Altro: impegnarsi a rendere mobile la prospettiva da cui si osserva il mondo, per non rimanere imbrigliati nella visione adottata e proposta da coloro che detengono il potere. Si tratta di un esercizio di decentramento: si abbandona la prospettiva dell'Uomo, misura di tutte le cose, per osservare criticamente la realtà dalla posizione degli emarginati, sia umani sia non umani. Nel romanzo di Atwood si possono ritrovare delle tematiche tipiche della riflessione postumana. Quest'ultima tenta di ridefinire i rapporti che l'Uomo intrattiene con l'animalità, la tecnologia e con l'Altro in generale, al fine di rendere obsoleta la supremazia del soggetto maschile, bianco ed eterosessuale. Se tale modello è difficile da estirpare, è pur vero che è possibile far affiorare dei punti di vista differenti e critici nei confronti dell'atteggiamento emarginante connaturato a questo paradigma. La storia delle Ancelle si lega, infatti, alle teorie femministe che hanno messo in discussione la naturalità della struttura della società patriarcale, che ha il suo fulcro in una certa immagine di uomo: bianco, europeo, eterosessuale e con un corpo che non presenta difformità fisiche o handicap. Tale idea astratta aveva relegato le donne a un ruolo di subalterne, dipendenti in tutto e per tutti degli uomini. Argomentazioni di questo tipo hanno reso possibile un ampliamento di orizzonte e hanno permesso agli uomini di includere nel dibattito postumano anche gli esseri viventi che non appartengono alla nostra stessa specie. Difatti, le considerazioni sul genere sono connesse con i discorsi su creature che sono, tradizionalmente, considerate l'Altro per eccellenza: gli animali. Proprio marcando la separazione tra l'uomo e le altre specie si persevera nell'applicare il medesimo schema utilizzato per subordinare le donne: privandoli di qualità positive, si è portati a ritenere gli animali inferiori, con il risultato di sentirsi giustificati a soggiogarli, a sfruttarli e a servirsi di loro come se fossero cose. Nella dissertazione si mette anche in luce come l'atteggiamento antropocentrico abbia causato danni al pianeta, piegandolo alle esigenze della specie umana e decretando l'avvio di quella che, secondo alcuni studiosi, è la Sesta Estinzione di massa.
Considerazioni filosofiche su "Il racconto dell'Ancella": una lettura postumana, femminista e ambientalista del romanzo di Margaret Atwood
BILOTTA, SONIA
2019/2020
Abstract
L'intento della tesi è quello di svolgere una riflessione su alcuni temi classici del Postumano prendendo come punto di partenza un'opera letteraria: Il racconto dell'Ancella, romanzo distopico di Margaret Atwood, pubblicato nel 1985. Il racconto dell'Ancella offre vari punti di partenza per elaborare delle riflessioni filosofiche. Lo scopo della presente indagine è dare spazio al punto di vista dell'Altro: impegnarsi a rendere mobile la prospettiva da cui si osserva il mondo, per non rimanere imbrigliati nella visione adottata e proposta da coloro che detengono il potere. Si tratta di un esercizio di decentramento: si abbandona la prospettiva dell'Uomo, misura di tutte le cose, per osservare criticamente la realtà dalla posizione degli emarginati, sia umani sia non umani. Nel romanzo di Atwood si possono ritrovare delle tematiche tipiche della riflessione postumana. Quest'ultima tenta di ridefinire i rapporti che l'Uomo intrattiene con l'animalità, la tecnologia e con l'Altro in generale, al fine di rendere obsoleta la supremazia del soggetto maschile, bianco ed eterosessuale. Se tale modello è difficile da estirpare, è pur vero che è possibile far affiorare dei punti di vista differenti e critici nei confronti dell'atteggiamento emarginante connaturato a questo paradigma. La storia delle Ancelle si lega, infatti, alle teorie femministe che hanno messo in discussione la naturalità della struttura della società patriarcale, che ha il suo fulcro in una certa immagine di uomo: bianco, europeo, eterosessuale e con un corpo che non presenta difformità fisiche o handicap. Tale idea astratta aveva relegato le donne a un ruolo di subalterne, dipendenti in tutto e per tutti degli uomini. Argomentazioni di questo tipo hanno reso possibile un ampliamento di orizzonte e hanno permesso agli uomini di includere nel dibattito postumano anche gli esseri viventi che non appartengono alla nostra stessa specie. Difatti, le considerazioni sul genere sono connesse con i discorsi su creature che sono, tradizionalmente, considerate l'Altro per eccellenza: gli animali. Proprio marcando la separazione tra l'uomo e le altre specie si persevera nell'applicare il medesimo schema utilizzato per subordinare le donne: privandoli di qualità positive, si è portati a ritenere gli animali inferiori, con il risultato di sentirsi giustificati a soggiogarli, a sfruttarli e a servirsi di loro come se fossero cose. Nella dissertazione si mette anche in luce come l'atteggiamento antropocentrico abbia causato danni al pianeta, piegandolo alle esigenze della specie umana e decretando l'avvio di quella che, secondo alcuni studiosi, è la Sesta Estinzione di massa.File | Dimensione | Formato | |
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