La candidosi vulvovaginale (VVC) è un’infezione vaginale diffusa, causata principalmente dalla Candida. Colpisce il 75% delle donne in età fertile almeno una volta nella vita e nel 9% dei casi si manifesta in maniera ricorrente (RVVC). Si tratta di una condizione debilitante che causa diversi sintomi, come prurito vulvare, dolore, bruciore durante la minzione e perdite vaginali, che alterano lo stato di salute delle donne che ne soffrono. Di norma, il trattamento della VVC o RVVC vede l’uso di antifungini topici od orali, i quali agiscono solo sui singoli episodi della VVC: è quindi necessario capire quali meccanismi causino questa patologia in modo da prevenirne la ricorrenza. La Candida è un fungo commensale che colonizza il lume vaginale in maniera non infiammatoria e senza infiltrato cellulare. L’infezione sintomatica, invece, è associata alla presenza di un eccesso di infiltrato di leucociti polimorfonucleati (PMN) e all’elevata carica fungina presente nell’ambiente vaginale. Questo suggerisce l’idea che i sintomi della VCC siano dovuti ad un’aggressiva risposta immunitaria innata del nostro organismo, il quale produce un’eccessiva infiammazione ed elevati livelli di infiltrato cellulare per contrastare l’incremento della carica fungina. Questi sintomi possono essere migliorati interferendo con la risposta infiammatoria. Un primo studio, effettuato su donne adulte sane, ha permesso di dimostrare come la reazione sintomatica dipenda dall’ospite più che dal microorganismo a livello vaginale. I soggetti infettati per via intravaginale con la Candida hanno mostrato una suscettibilità differente alla VVC sintomatica in base alla loro anamnesi: solo il 15% delle donne senza un precedente di VVC ha acquisito un’infezione sintomatica, mentre ben il 55% delle donne con un precedente di VVC ha manifestato i sintomi. Un secondo studio ha permesso di osservare come l’interleuchina-9 (IL-9) sia coinvolta nell’infiammazione associata a VVC e il doppio ruolo che essa ricopre: all’inizio della VVC agisce come citochina pro-infiammatoria, mentre nella fase di risoluzione ha un ruolo nella tolleranza al fungo. La neutralizzazione di IL-9 nella prima parte dell’infezione permetterebbe di migliorare i sintomi dovuti alla risposta infiammatoria e di conseguenza la patologia vaginale. Un terzo studio ha confermato il ruolo dell’eccessiva infiammazione come causa della RVVC, suggerendo l’importanza di agire a livello della via infiammatoria inflammasoma-dipendente. L’uso dell’interleuchina-1 recettore antagonista (IL-1Ra) ricombinante andrebbe a migliorare i sintomi della VVC in quanto IL-1Ra agisce come un potente soppressore dell’infiammazione generata in risposta alla Candida. La RVVC non può più essere trattata con terapie indirizzate al contenimento del fungo ed ai singoli episodi: i suoi sintomi e la ricorrenza devono essere prevenuti interferendo con i meccanismi che causano l’over-reazione del sistema immunitario innato dell’ospite. La neutralizzazione di IL-9 all’inizio della VVC o l’uso di IL-1Ra ricombinante come soppressore dell’infiammazione rappresentano delle nuove frontiere per la prevenzione e il miglioramento di questa malattia.
La candidosi ricorrente come un'esagerata risposta dell'organismo nei confronti della colonizzazione vaginale della Candida
FRANCISETTI, ELISA
2019/2020
Abstract
La candidosi vulvovaginale (VVC) è un’infezione vaginale diffusa, causata principalmente dalla Candida. Colpisce il 75% delle donne in età fertile almeno una volta nella vita e nel 9% dei casi si manifesta in maniera ricorrente (RVVC). Si tratta di una condizione debilitante che causa diversi sintomi, come prurito vulvare, dolore, bruciore durante la minzione e perdite vaginali, che alterano lo stato di salute delle donne che ne soffrono. Di norma, il trattamento della VVC o RVVC vede l’uso di antifungini topici od orali, i quali agiscono solo sui singoli episodi della VVC: è quindi necessario capire quali meccanismi causino questa patologia in modo da prevenirne la ricorrenza. La Candida è un fungo commensale che colonizza il lume vaginale in maniera non infiammatoria e senza infiltrato cellulare. L’infezione sintomatica, invece, è associata alla presenza di un eccesso di infiltrato di leucociti polimorfonucleati (PMN) e all’elevata carica fungina presente nell’ambiente vaginale. Questo suggerisce l’idea che i sintomi della VCC siano dovuti ad un’aggressiva risposta immunitaria innata del nostro organismo, il quale produce un’eccessiva infiammazione ed elevati livelli di infiltrato cellulare per contrastare l’incremento della carica fungina. Questi sintomi possono essere migliorati interferendo con la risposta infiammatoria. Un primo studio, effettuato su donne adulte sane, ha permesso di dimostrare come la reazione sintomatica dipenda dall’ospite più che dal microorganismo a livello vaginale. I soggetti infettati per via intravaginale con la Candida hanno mostrato una suscettibilità differente alla VVC sintomatica in base alla loro anamnesi: solo il 15% delle donne senza un precedente di VVC ha acquisito un’infezione sintomatica, mentre ben il 55% delle donne con un precedente di VVC ha manifestato i sintomi. Un secondo studio ha permesso di osservare come l’interleuchina-9 (IL-9) sia coinvolta nell’infiammazione associata a VVC e il doppio ruolo che essa ricopre: all’inizio della VVC agisce come citochina pro-infiammatoria, mentre nella fase di risoluzione ha un ruolo nella tolleranza al fungo. La neutralizzazione di IL-9 nella prima parte dell’infezione permetterebbe di migliorare i sintomi dovuti alla risposta infiammatoria e di conseguenza la patologia vaginale. Un terzo studio ha confermato il ruolo dell’eccessiva infiammazione come causa della RVVC, suggerendo l’importanza di agire a livello della via infiammatoria inflammasoma-dipendente. L’uso dell’interleuchina-1 recettore antagonista (IL-1Ra) ricombinante andrebbe a migliorare i sintomi della VVC in quanto IL-1Ra agisce come un potente soppressore dell’infiammazione generata in risposta alla Candida. La RVVC non può più essere trattata con terapie indirizzate al contenimento del fungo ed ai singoli episodi: i suoi sintomi e la ricorrenza devono essere prevenuti interferendo con i meccanismi che causano l’over-reazione del sistema immunitario innato dell’ospite. La neutralizzazione di IL-9 all’inizio della VVC o l’uso di IL-1Ra ricombinante come soppressore dell’infiammazione rappresentano delle nuove frontiere per la prevenzione e il miglioramento di questa malattia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/123345