Chemsex: un fenomeno che sfida i Servizi

My interest in the subject of addictions was born from reading articles that report the considerable increase in addictions during the lockdown for the Sars-coV-2 health emergency. If on the one hand forced confinement has eliminated the opportunities for social aggregation and consumption addictive substances, on the other hand the Web market and the network have organized themselves quickly and efficiently. The Web has become the most important place for consumption, education, socialization, opinions and lifestyles. If this stage of forced confinement were to be prolonged, with strong changes in our lifestyles, for example the lack of sociality, this could really have a bad influence on all kind of addictions, which have always been an antidote to anxiety, depression and the inability to find a balance with ourselves and with others. The purpose of the thesis is to deepen a new phenomenon of sexual addiction, that one under the effect of substance, known as the CHEMSEX. This is a worrying phenomenon that is already a health emergency abroad. In Italy, the LGBT communities and territorial Services are organizing themselves to provide information in order to reduce the risks for reproductive and general health related to it. The three main steps for the realization of the thesis are: to make a historical digression of the addiction and of the neurobiological, anatomical and genetic hypotheses in support; deepen the central theme of sex addiction and chemsex and finally present the therapies and treatment methods. The survey shows that the chemsex experience cannot be managed as a simple drug problem treated by traditional addiction services, but it is a practice that directly affects sexual activity. Addiction is an evolutionary strategy and biologically inscribed in human DNA, culturally modifiable and as such is able to re-orient the subject from its evolutionary aims. Its consequences have been considered both in different historical epochs and in different cultures but, the fact of being a social construct and mirror of today's protean society with aspects of elusiveness, makes cases of difficult diagnosis more frequent. The combination of sex and drugs, which became a way of life already in the 1970s, has implications on cultural and fundamental aspects in the life of every person, which not even the professional educator himself can fail to deal with. What then can today be considered "pathological" and what is the limit that marks the transition from "not disease" to "disease"? Although the coiner of the term chemsex, David Stuart, points out how the neologism should be used in reference to the male gay community, it must be said that this phenomenon can bring anyone closer and for different reasons, challenging the so-called traditional services with respect to taking charge. For this reason, an integrated therapeutic intervention project is necessary, in which the professional educator, with his role recognized at an institutional level, helps the addicted subject to regain the ability to relate positively to the other, combating the dynamics of discrimination and stigmatization of the person.

Titolo della tesi: Chemsex: un fenomeno che sfida i Servizi L’origine del mio interesse per il tema sulle dipendenze è nato dalla lettura di articoli che denunciano l’aumento considerevole di dipendenze durante il lockdown per l’emergenza sanitaria Sars-coV-2. Se da un lato il confinamento forzato ha azzerato le occasioni di aggregazione sociale e di consumo di sostanze ad esse correlate, da un altro lato il mercato on line e la rete si sono organizzati in modo rapido ed efficiente. La rete è diventata il luogo più importante per consumi, formazione, socializzazione, creazione di opinioni e stili di vita. Se questa fase di confinamento forzato dovesse prolungarsi, con forti cambiamento dei nostri stili di vita, ad esempio la mancata socialità, questo potrebbe davvero avere una cattiva influenza sulle dipendenze di ogni tipo, che sono da sempre un antidoto all'angoscia, alla depressione e all'incapacità di trovare un equilibrio con noi stessi e con gli altri. Lo scopo della tesi è quello di approfondire un fenomeno di dipendenza sessuale, quello sotto effetto di sostanze: il CHEMSEX. Si tratta di un fenomeno preoccupante che all’estero è gia emergenza sanitaria. In Italia, le comunità LGBT e i Servizi territoriali si stanno organizzando per fornire informazioni al fine di ridurre i rischi per la salute riproduttiva e generale ad esso correlato. I tre principali passaggi per la realizzazione della tesi sono: fare un escursus storico della dipendenza e delle ipotesi neurobiologiche, anatomiche e genetiche; approfondire il tema centrale della sex addiction e del chemsex ed infine presentare le terapie e le modalità di trattamento. Ciò che emerge dall’indagine è che l’esperienza del chemsex non può essere gestita come un semplice problema di droga curato dai Servizi tradizionali per le dipendenze, ma si tratta di una pratica che riguarda direttamente l’attività sessuale La dipendenza è una strategia evolutiva e biologicamente inscritta nel DNA umano, modificabile culturalmente e come tale è in grado di ri-orientare il soggetto dalle sue finalità evolutive. Le sue conseguenze sono state considerate sia in diverse epoche storiche sia in culture differenti ma, il fatto di essere un costrutto sociale e specchio della società odierna proteiforme e con aspetti di inafferrabilità, rende più frequenti i casi di diagnosi difficile. Il connubio tra sesso e droga, diventato uno stile di vita già negli anni settanta del secolo scorso, ha implicazioni su aspetti culturali e fondamentali nella vita di ogni persona, a cui neanche lo stesso educatore professionista può esimersi dal fare i conti. Che cosa si può allora considerare oggi “patologico” e qual è il limite che segna il passaggio dal “not disease” al “disease”? Benché il coniatore del termine chemsex, David Stuart, puntualizzi come il neologismo debba essere utilizzato in riferimento alla comunità gay maschile, va detto che tale fenomeno può avvicinare chiunque e per motivazioni diverse sfidando i cosiddetti Servizi tradizionali rispetto alla presa in carico. Per questo motivo è necessario un progetto terapeutico integrato di intervento in cui l’educatore professionale, con il suo ruolo riconscouto a livello istituzionale, aiuti il soggetto addicted a riprendere la capacità di relazionarsi e in modo positivo con l’altro, contrastando dinamiche di discriminazione e stigmatizzazione della persona nella società.