The migratory movements, that are more or less directly induced by environmental or climatic degradation, are more and more significant and numerous and they are going to raise, in the near future, simultaneously with the worsen of the climate's health conditions. Nevertheless, despite their emergency value, there is little social awareness of the so-called “climate migrations”, the policies that have to rule them are insufficient and vague and people facing them don't benefit, in the international law, of a specific and unanimous definition that guarantees an adequate legal protection. After an insight of the Environmental Sociology's theories and approaches identified as the ones that are more appropriate to structure a theorical basis for the investigation of the subject and by deriving the need to adopt an holistic point of view that overcomes the traditional abstract distinction between nature and society, it proceeds by analysing the different shapes of human migration induced by environmental factors and the interrelation between them and the socio-economic factors in their determination, paying particular attention to the inherent complexity and how this one is, at the same time, reason and consequence of the absence of a precise definition for the problem. The investigation finally focuses on a recent court case that has become iconic of the struggle for the recognition of the necessity and the urgency to include this kind of migratory phenomenon in the national and international political agendas and legal systems, by focusing, on the one hand, on the contradictions and the gaps that still permeate these dimensions and, on the other hand, on the although little efforts which have already been made by various social actors to deal with this increasingly topical issue.
I movimenti migratori indotti, più o meno direttamente, da fattori di degrado ambientale o climatico sono sempre più cospicui e numerosi e nel prossimo futuro aumenteranno parallelamente all'aggravarsi delle condizioni della salute del clima. Eppure, nonostante la valenza sempre più emergenziale, il fenomeno delle cosiddette “migrazioni climatiche” gode di poca consapevolezza sociale, le politiche atte a governarlo sono scarse e vaghe e non esiste nel diritto internazionale per le persone che le affrontano una definizione specifica e unanime che garantisca loro una tutela giuridica adeguata. Dopo una panoramica delle teorie e degli approcci della Sociologia dell'ambiente ritenute maggiormente consone a strutturare una base teorica per l'indagine del tema e traendo da queste la necessità di adottare un punto di vista olistico che superi la distinzione astratta tradizionale tra natura e società, si analizzano così le diverse forme di migrazione umana indotta da fattori ambientali e l'interrelazione tra questi e i fattori socio-economici nella loro determinazione, prestando un'attenzione particolare alla complessità insita in esse e a come questa sia contemporaneamente causa e conseguenza della mancanza di una definizione precisa del fenomeno. Lo studio si concentra infine su un recente caso giudiziario divenuto emblematico della lotta per il riconoscimento della necessità e dell'urgenza che tale tipo di fenomeno migratorio rientri nelle agende politiche e negli ordinamenti giuridici nazionali e internazionali, osservando, da un lato, le contraddizioni e le lacune che pervadono ancora queste dimensioni, dall'altro gli sforzi, anche se pochi, già compiuti da diversi attori sociali nell'affrontare tale problematica sempre più attuale.
Clima e migrazioni forzate. Una lettura ecosistemica della mobilità umana nell'Antropocene
BORELLO, SILVIA
2019/2020
Abstract
I movimenti migratori indotti, più o meno direttamente, da fattori di degrado ambientale o climatico sono sempre più cospicui e numerosi e nel prossimo futuro aumenteranno parallelamente all'aggravarsi delle condizioni della salute del clima. Eppure, nonostante la valenza sempre più emergenziale, il fenomeno delle cosiddette “migrazioni climatiche” gode di poca consapevolezza sociale, le politiche atte a governarlo sono scarse e vaghe e non esiste nel diritto internazionale per le persone che le affrontano una definizione specifica e unanime che garantisca loro una tutela giuridica adeguata. Dopo una panoramica delle teorie e degli approcci della Sociologia dell'ambiente ritenute maggiormente consone a strutturare una base teorica per l'indagine del tema e traendo da queste la necessità di adottare un punto di vista olistico che superi la distinzione astratta tradizionale tra natura e società, si analizzano così le diverse forme di migrazione umana indotta da fattori ambientali e l'interrelazione tra questi e i fattori socio-economici nella loro determinazione, prestando un'attenzione particolare alla complessità insita in esse e a come questa sia contemporaneamente causa e conseguenza della mancanza di una definizione precisa del fenomeno. Lo studio si concentra infine su un recente caso giudiziario divenuto emblematico della lotta per il riconoscimento della necessità e dell'urgenza che tale tipo di fenomeno migratorio rientri nelle agende politiche e negli ordinamenti giuridici nazionali e internazionali, osservando, da un lato, le contraddizioni e le lacune che pervadono ancora queste dimensioni, dall'altro gli sforzi, anche se pochi, già compiuti da diversi attori sociali nell'affrontare tale problematica sempre più attuale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/123290