Paris, August 1945: the French naturalised Russian philosopher Alexandre Kojève, known for his famous seminar held between 1933 and 1939 dedicated to the interpretation of Hegel's "Phenomenology of Spirit", wrote a document entitled "L'empire latin. Esquisse d'une doctrine de la politique française". This essay, written after the end of the Second World War while he was about to become a senior official in the French administration, analysed the European situation and in particular France's domestic and foreign policy in relation to two threats: Germany's economic potential and a possible future Third World War that could involve the Anglo-Saxons and the Russians and in which France would have to behave as far as possible as a neutral country. Kojève's analysis starts from the view that the political case of the nation-state, in the case of a medium-sized nation like France, had to be rethought because of economic reasons linked to military supply. In particular, the nation-state was to evolve towards a political formation more suited to the times, namely, the empire. The transition from nation-states to transnational political units, however, was to take place through the creation of an intermediate political reality, a political hybrid born of the fusion of culturally related nations. In the aftermath of the Second World War, the international geopolitical scenario was characterised by the presence of two blocs, the Anglo-American and the Slavic-Soviet blocs Kojève identified a Latin way, a new European order resting on Catholic-Latin foundations and grouping together those Mediterranean countries with similar culture, language and religion. He envisaged for European countries similar in history, traditions and values such as France, Italy and Spain a Southern alternative rather than an alliance with the Eastern or Western bloc. A Latin empire that once established could grow to become a Mediterranean empire that would embrace and unite the countries of North Africa. A political entity that could mediate between the other two empires, the Soviet and the Anglo-Saxon, and represent an important deterrent to avert a future third world war, guaranteeing peace to its members and to all of Western Europe.
Parigi, agosto 1945: il filosofo russo naturalizzato francese Alexandre Kojève, noto per il celebre seminario tenuto tra il 1933 e il 1939 e dedicato all’interpretazione della "Fenomenologia dello spirito" di Hegel, scrisse un documento dal titolo "L’empire latin. Esquisse d’une doctrine de la politique française". Questo saggio, scritto all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale mentre si accingeva a diventare alto funzionario dell’amministrazione francese, effettuava un’analisi della situazione europea e in particolare della politica interna ed estera della Francia in relazione a due minacce: il potenziale economico della Germania e un’eventuale futura terza guerra mondiale che avrebbe potuto coinvolgere gli anglosassoni e i russi e in cui la Francia si sarebbe dovuta comportare, per quanto possibile, come un paese neutrale. L‘analisi di Kojève parte dall’opinione che si era entrati in una fase storica in cui la fattispecie politica dello Stato-nazione, nel caso di una nazione di medie dimensioni come la Francia, andava ripensata e questo principalmente a causa di ragioni economiche legate a un maggiore e migliore approvvigionamento militare. In particolare lo Stato-nazione si sarebbe dovuto evolvere verso una formazione politica più adatta ai tempi, ovvero, l’impero. Il passaggio dagli Stati-nazione a unità politiche transnazionali, però, sarebbe dovuto avvenire attraverso la creazione di una realtà politica intermedia, un ibrido politico nato dalla fusione di nazioni imparentate. All’indomani del secondo conflitto mondiale lo scenario geopolitico internazionale si caratterizzava per la presenza di due blocchi, quello anglo-americano e quello slavo-sovietico, Kojève individuò una via latina, un nuovo ordine europeo che poggiasse su fondamenta cattolico-latine e che raggruppasse quei paesi mediterranei affini per cultura, lingua e religione. Egli prospettò per paesi europei simili per storia, tradizioni e valori quali la Francia, l’Italia e la Spagna un’alternativa a Sud rispetto a un’alleanza con il blocco dell’Est o con quello dell’Ovest. Un impero latino che una volta istituito potesse diventare anche un impero mediterraneo che abbracciasse unendoli a sé anche i paesi del Nord Africa, un’entità politica in grado di mediare tra gli altri due imperi, quello sovietico e quello anglosassone, e rappresentare un importante deterrente per scongiurare un futuro terzo conflitto mondiale, garantendo la pace ai suoi membri e a tutta l’Europa occidentale.
Alexandre Kojève e la sua idea di Impero Latino
ORLANDO, SILVIA
2019/2020
Abstract
Parigi, agosto 1945: il filosofo russo naturalizzato francese Alexandre Kojève, noto per il celebre seminario tenuto tra il 1933 e il 1939 e dedicato all’interpretazione della "Fenomenologia dello spirito" di Hegel, scrisse un documento dal titolo "L’empire latin. Esquisse d’une doctrine de la politique française". Questo saggio, scritto all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale mentre si accingeva a diventare alto funzionario dell’amministrazione francese, effettuava un’analisi della situazione europea e in particolare della politica interna ed estera della Francia in relazione a due minacce: il potenziale economico della Germania e un’eventuale futura terza guerra mondiale che avrebbe potuto coinvolgere gli anglosassoni e i russi e in cui la Francia si sarebbe dovuta comportare, per quanto possibile, come un paese neutrale. L‘analisi di Kojève parte dall’opinione che si era entrati in una fase storica in cui la fattispecie politica dello Stato-nazione, nel caso di una nazione di medie dimensioni come la Francia, andava ripensata e questo principalmente a causa di ragioni economiche legate a un maggiore e migliore approvvigionamento militare. In particolare lo Stato-nazione si sarebbe dovuto evolvere verso una formazione politica più adatta ai tempi, ovvero, l’impero. Il passaggio dagli Stati-nazione a unità politiche transnazionali, però, sarebbe dovuto avvenire attraverso la creazione di una realtà politica intermedia, un ibrido politico nato dalla fusione di nazioni imparentate. All’indomani del secondo conflitto mondiale lo scenario geopolitico internazionale si caratterizzava per la presenza di due blocchi, quello anglo-americano e quello slavo-sovietico, Kojève individuò una via latina, un nuovo ordine europeo che poggiasse su fondamenta cattolico-latine e che raggruppasse quei paesi mediterranei affini per cultura, lingua e religione. Egli prospettò per paesi europei simili per storia, tradizioni e valori quali la Francia, l’Italia e la Spagna un’alternativa a Sud rispetto a un’alleanza con il blocco dell’Est o con quello dell’Ovest. Un impero latino che una volta istituito potesse diventare anche un impero mediterraneo che abbracciasse unendoli a sé anche i paesi del Nord Africa, un’entità politica in grado di mediare tra gli altri due imperi, quello sovietico e quello anglosassone, e rappresentare un importante deterrente per scongiurare un futuro terzo conflitto mondiale, garantendo la pace ai suoi membri e a tutta l’Europa occidentale.File | Dimensione | Formato | |
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