Negli ultimi anni la sensibilità nei confronti dei temi ambientali è cresciuta enormemente e i singoli individui reputano ormai importante essere al corrente delle ricadute che le loro scelte quotidiane hanno in termini di CO2. Tra i nuovi strumenti che si affacciano sul mercato, un ruolo centrale nella lotta al cambiamento climatico può esser rivestito dal calcolo della Carbon Footprint di prodotto (CFP). Si tratta di un valore che quantifica, in termini di CO2 equivalente, le emissioni complessive di gas ad effetto serra associate all'intero ciclo di vita di un prodotto, "from cradle to grave" ("dalla culla alla tomba"). In tal modo aziende e consumatori finali potranno valutare l'impronta ambientale dei beni prodotti e acquistati. Grazie alle indicazioni fornite dalla nuova norma UNI CEN ISO/TS 14067 calcolare e comunicare l'impatto sul cambiamento climatico di un prodotto si tradurrà in: una maggiore competitività per le singole aziende; uno stimolo alla revisione e conseguente miglioramento dei sistemi di gestione; una nuova consapevolezza del consumatore verso scelte più responsabili e virtuose. L'obiettivo della relazione è quello di definire una panoramica della CF dei prodotti a base di legno per l'edilizia. La prima parte del lavoro, dopo aver definito i possibili effetti diretti ed indiretti legati al crescente aumento di CO2 in atmosfera, affronta l'importanza della CFP come strumento di mercato per lo sviluppo di una "green economy" e riporta un inquadramento normativo definendo le modalità di quantificazione e comunicazione ed i limiti insiti nella norma tecnica UNI CEN ISO/TS 14067. La seconda parte prende in esame la CF dei prodotti a base di legno sottolineando il loro bilancio neutrale in termini di emissioni. Vengono, in particolare, descritti i vantaggi legati all'impiego di tali prodotti in edilizia strutturale in sostituzione ai prodotti convenzionalmente utilizzati, definibili come "carbon intensive". Un più ampio ricorso al legno in edilizia, infatti, riduce di molto l'impronta ambientale complessiva degli edifici. Al riguardo vengono illustrati alcuni recenti studi che hanno rispettivamente esaminato il confronto tra il bilancio di carbonio di due abitazioni residenziali, di cui una costruita massimizzando l'uso del legno, e la CF di alcuni prodotti legnosi utilizzati per la costruzione di facciate. Nel complesso la relazione intende evidenziare come la diffusione della CFP possa apportare dei vantaggi al settore legno con ricadute positive sull'ambiente. Il legno, infatti, non solo è caratterizzato da valori minimi di CF grazie alla sua capacità di incamerare e stoccare carbonio, ma rispetto ad altri materiali richiede un minor consumo energetico durante le differenti fasi del processo produttivo, il quale origina una quantità minima di scarti dalla cui combustione è comunque possibile ricavare energia da impiegare in sostituzione ai combustibili fossili. Inoltre, dopo aver svolto la sua funzione in opera, il legno può essere facilmente riutilizzato, riciclato o smaltito con consumi energetici ridotti. I vantaggi dell'uso legno come materiale da costruzione sono numerosi: alta efficienza energetica, brevi tempi di costruzione, elevata resistenza meccanica e leggerezza. Per il settore legno, in difficoltà per vari aspetti legati all'attuale congiuntura economica, la diffusione della CFP rappresenta un'importante opportunità di crescita.

Carbon Footprint dei prodotti a base di legno per l'edilizia

CAGLIERO, ELEONORA
2014/2015

Abstract

Negli ultimi anni la sensibilità nei confronti dei temi ambientali è cresciuta enormemente e i singoli individui reputano ormai importante essere al corrente delle ricadute che le loro scelte quotidiane hanno in termini di CO2. Tra i nuovi strumenti che si affacciano sul mercato, un ruolo centrale nella lotta al cambiamento climatico può esser rivestito dal calcolo della Carbon Footprint di prodotto (CFP). Si tratta di un valore che quantifica, in termini di CO2 equivalente, le emissioni complessive di gas ad effetto serra associate all'intero ciclo di vita di un prodotto, "from cradle to grave" ("dalla culla alla tomba"). In tal modo aziende e consumatori finali potranno valutare l'impronta ambientale dei beni prodotti e acquistati. Grazie alle indicazioni fornite dalla nuova norma UNI CEN ISO/TS 14067 calcolare e comunicare l'impatto sul cambiamento climatico di un prodotto si tradurrà in: una maggiore competitività per le singole aziende; uno stimolo alla revisione e conseguente miglioramento dei sistemi di gestione; una nuova consapevolezza del consumatore verso scelte più responsabili e virtuose. L'obiettivo della relazione è quello di definire una panoramica della CF dei prodotti a base di legno per l'edilizia. La prima parte del lavoro, dopo aver definito i possibili effetti diretti ed indiretti legati al crescente aumento di CO2 in atmosfera, affronta l'importanza della CFP come strumento di mercato per lo sviluppo di una "green economy" e riporta un inquadramento normativo definendo le modalità di quantificazione e comunicazione ed i limiti insiti nella norma tecnica UNI CEN ISO/TS 14067. La seconda parte prende in esame la CF dei prodotti a base di legno sottolineando il loro bilancio neutrale in termini di emissioni. Vengono, in particolare, descritti i vantaggi legati all'impiego di tali prodotti in edilizia strutturale in sostituzione ai prodotti convenzionalmente utilizzati, definibili come "carbon intensive". Un più ampio ricorso al legno in edilizia, infatti, riduce di molto l'impronta ambientale complessiva degli edifici. Al riguardo vengono illustrati alcuni recenti studi che hanno rispettivamente esaminato il confronto tra il bilancio di carbonio di due abitazioni residenziali, di cui una costruita massimizzando l'uso del legno, e la CF di alcuni prodotti legnosi utilizzati per la costruzione di facciate. Nel complesso la relazione intende evidenziare come la diffusione della CFP possa apportare dei vantaggi al settore legno con ricadute positive sull'ambiente. Il legno, infatti, non solo è caratterizzato da valori minimi di CF grazie alla sua capacità di incamerare e stoccare carbonio, ma rispetto ad altri materiali richiede un minor consumo energetico durante le differenti fasi del processo produttivo, il quale origina una quantità minima di scarti dalla cui combustione è comunque possibile ricavare energia da impiegare in sostituzione ai combustibili fossili. Inoltre, dopo aver svolto la sua funzione in opera, il legno può essere facilmente riutilizzato, riciclato o smaltito con consumi energetici ridotti. I vantaggi dell'uso legno come materiale da costruzione sono numerosi: alta efficienza energetica, brevi tempi di costruzione, elevata resistenza meccanica e leggerezza. Per il settore legno, in difficoltà per vari aspetti legati all'attuale congiuntura economica, la diffusione della CFP rappresenta un'importante opportunità di crescita.
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