Prima di entrare in carica, quest’ultimo, insieme a tutte le altre cariche ad esso subordinate, doveva giurare fedeltà al marchesato. Successivamente, alla fine dello stesso mese, in occasione dell’ottava di San Michele, veniva accolto dai sindaci della valle ad Acceglio, in una cerimonia solenne. Il compito principale del podestà era di occuparsi dell’amministrazione, sia sul piano civile che su quello penale. Al termine del suo mandato annuale era sottoposto ad un processo di supervisione del proprio operato. Non poteva essere rieletto, se non dopo tre anni. Ogni comune era singolarmente amministrato dai propri consoli, che erano due nella maggior parte dei paesi, quattro nel caso di Acceglio. I consoli erano eletti, anche per acclamazione, a maggioranza tra i capi di casa di ogni comune, ogni quattro mesi. Ad essi si affiancavano i sindaci, in numero variabile di due o quattro, e l’assemblea dei consiglieri, composta dai dieci ai venti membri. Le questioni di carattere generale, che riguardavano i dodici comuni in toto, venivano discusse in occasione delle congreghe che si tenevano a Stroppo, località scelta per la sua posizione intermedia. È evidente che si trattava di un’organizzazione complessa ma ben organizzata, che godeva di ampia autonomia ed era costituita da un sistema amministrativo altamente democratico. Elva, insieme ai comuni della valle Maira, fu pertanto una componente attiva del sistema marchionale, di cui condivise tutte le vicende. Il marchesato di Saluzzo vide nella seconda metà del XV secolo il suo periodo più florido, sia sul piano politico che sul piano culturale. Risale a quel periodo la presenza in valle del principale artista della corte di Ludovico II, Hans Clemer. Le opere più rilevanti del pittore presenti sul territorio sono il polittico di Celle Macra (1496) e gli affreschi della chiesa parrocchiale di Elva (1496-1503).
ELVA E LA SUA CHIESA: UNA RELTÀ DI CONFINE TRA XIV E XVII SECOLO
GHIO, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
Prima di entrare in carica, quest’ultimo, insieme a tutte le altre cariche ad esso subordinate, doveva giurare fedeltà al marchesato. Successivamente, alla fine dello stesso mese, in occasione dell’ottava di San Michele, veniva accolto dai sindaci della valle ad Acceglio, in una cerimonia solenne. Il compito principale del podestà era di occuparsi dell’amministrazione, sia sul piano civile che su quello penale. Al termine del suo mandato annuale era sottoposto ad un processo di supervisione del proprio operato. Non poteva essere rieletto, se non dopo tre anni. Ogni comune era singolarmente amministrato dai propri consoli, che erano due nella maggior parte dei paesi, quattro nel caso di Acceglio. I consoli erano eletti, anche per acclamazione, a maggioranza tra i capi di casa di ogni comune, ogni quattro mesi. Ad essi si affiancavano i sindaci, in numero variabile di due o quattro, e l’assemblea dei consiglieri, composta dai dieci ai venti membri. Le questioni di carattere generale, che riguardavano i dodici comuni in toto, venivano discusse in occasione delle congreghe che si tenevano a Stroppo, località scelta per la sua posizione intermedia. È evidente che si trattava di un’organizzazione complessa ma ben organizzata, che godeva di ampia autonomia ed era costituita da un sistema amministrativo altamente democratico. Elva, insieme ai comuni della valle Maira, fu pertanto una componente attiva del sistema marchionale, di cui condivise tutte le vicende. Il marchesato di Saluzzo vide nella seconda metà del XV secolo il suo periodo più florido, sia sul piano politico che sul piano culturale. Risale a quel periodo la presenza in valle del principale artista della corte di Ludovico II, Hans Clemer. Le opere più rilevanti del pittore presenti sul territorio sono il polittico di Celle Macra (1496) e gli affreschi della chiesa parrocchiale di Elva (1496-1503).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/123152