Durante il periodo del lockdown previsto dal Decreto 4 marzo 2020, i luoghi destinati alle funzioni riproduttive stati improvvisamente adibiti a funzioni produttive. La maggior parte delle persone, per poter proseguire la propria attività lavorativa, è stata costretta, per necessità, ad approcciarsi al lavoro agile. Nonostante tale istituto fosse già presente nel nostro ordinamento e avesse coinvolto un numero significativo di aziende e lavoratori, l'emergenza sanitaria ha rappresentato un trampolino di lancio per lo smart working, in quanto si è dimostrato, sin da subito, un importante strumento di contenimento del contagio. Se prima di questo periodo tale modalità era svolta in alternanza tra casa ed ufficio, e rivolta ad un numero limitato di lavoratori che svolgevano mansioni ben specifiche, oggi, grazie anche all'introduzione della normativa emergenziale, si assiste ad uno smart working generalizzato, il che implica un allargamento delle mansioni svolgibili da remoto. Questo approccio è di crescente interesse perchè volto a superare un modello basato su gerarchia, potere e controllo, per poter abbracciare una cultura del lavoro basata su autonomia, fiducia e responsabilità. Tale modello permette di tralasciare il “quando” e il “come” per concentrarsi sul “cosa” debba essere fatto, permettendo al lavoratore di organizzare la propria attività per obiettivi. L'obiettivo della tesi è quello di mettere in evidenza le conseguenze della diffusione dello smart working per l'organizzazione del lavoro, con particolare interesse al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro e alla nascita di una nuova etica del lavoro in cui l'unicità di ognuno è valorizzata e rispettata. Tale obiettivo di Tesi è perseguito attraverso la stesura di 3 capitoli. Nel primo capitolo analizzeremo il contesto di sviluppo e gli strumenti tecnologici che hanno favorito la diffusione di tale strumento, soffermandoci, in modo particolare, sulle tecnologie abilitanti 4.0. In seguito, dopo aver introdotto il concetto di smart working e le sue possibili definizioni, andremo ad analizzare quelli che sono i concetti fondamentali del lavoro agile: fiducia, autonomia, responsabilità e work life balance. Il secondo capitolo è dedicato al quadro normativo, in particolare alla Legge 22 maggio 2017, n. 81 recante le “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”. Procederemo attraverso un'analisi approfondita degli artt. 18-23, esponendo il loro contenuto. In tale contesto, ci è sembrato doveroso far riferimento ad un'altra modalità lavorativa da remoto che pone le basi per l'attuale lavoro agile, il quale risulta esserne una possibile evoluzione: il telelavoro. Infine, nell'ultimo capitolo, verrà proposto un caso aziendale, Poste Italiane S.p.A., con lo scopo di illustrare come questa innovativa modalità di lavoro si sia concretizzata empiricamente. Lo studio di caso è stato realizzato attraverso la somministrazione di due interviste semi-strutturate a due testimoni privilegiati: il responsabile delle Risorse Umane del servizio Bancoposta della Filiale di Cuneo Roberto Alciati e il Segretario Provinciale UilPoste Stefano Dho.

SMART WORKING: DA MISURA ANTI-CONTAGIO A NUOVO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO. IL CASO POSTE ITALIANE S.P.A.

AGNELLO, MARIA
2020/2021

Abstract

Durante il periodo del lockdown previsto dal Decreto 4 marzo 2020, i luoghi destinati alle funzioni riproduttive stati improvvisamente adibiti a funzioni produttive. La maggior parte delle persone, per poter proseguire la propria attività lavorativa, è stata costretta, per necessità, ad approcciarsi al lavoro agile. Nonostante tale istituto fosse già presente nel nostro ordinamento e avesse coinvolto un numero significativo di aziende e lavoratori, l'emergenza sanitaria ha rappresentato un trampolino di lancio per lo smart working, in quanto si è dimostrato, sin da subito, un importante strumento di contenimento del contagio. Se prima di questo periodo tale modalità era svolta in alternanza tra casa ed ufficio, e rivolta ad un numero limitato di lavoratori che svolgevano mansioni ben specifiche, oggi, grazie anche all'introduzione della normativa emergenziale, si assiste ad uno smart working generalizzato, il che implica un allargamento delle mansioni svolgibili da remoto. Questo approccio è di crescente interesse perchè volto a superare un modello basato su gerarchia, potere e controllo, per poter abbracciare una cultura del lavoro basata su autonomia, fiducia e responsabilità. Tale modello permette di tralasciare il “quando” e il “come” per concentrarsi sul “cosa” debba essere fatto, permettendo al lavoratore di organizzare la propria attività per obiettivi. L'obiettivo della tesi è quello di mettere in evidenza le conseguenze della diffusione dello smart working per l'organizzazione del lavoro, con particolare interesse al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro e alla nascita di una nuova etica del lavoro in cui l'unicità di ognuno è valorizzata e rispettata. Tale obiettivo di Tesi è perseguito attraverso la stesura di 3 capitoli. Nel primo capitolo analizzeremo il contesto di sviluppo e gli strumenti tecnologici che hanno favorito la diffusione di tale strumento, soffermandoci, in modo particolare, sulle tecnologie abilitanti 4.0. In seguito, dopo aver introdotto il concetto di smart working e le sue possibili definizioni, andremo ad analizzare quelli che sono i concetti fondamentali del lavoro agile: fiducia, autonomia, responsabilità e work life balance. Il secondo capitolo è dedicato al quadro normativo, in particolare alla Legge 22 maggio 2017, n. 81 recante le “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”. Procederemo attraverso un'analisi approfondita degli artt. 18-23, esponendo il loro contenuto. In tale contesto, ci è sembrato doveroso far riferimento ad un'altra modalità lavorativa da remoto che pone le basi per l'attuale lavoro agile, il quale risulta esserne una possibile evoluzione: il telelavoro. Infine, nell'ultimo capitolo, verrà proposto un caso aziendale, Poste Italiane S.p.A., con lo scopo di illustrare come questa innovativa modalità di lavoro si sia concretizzata empiricamente. Lo studio di caso è stato realizzato attraverso la somministrazione di due interviste semi-strutturate a due testimoni privilegiati: il responsabile delle Risorse Umane del servizio Bancoposta della Filiale di Cuneo Roberto Alciati e il Segretario Provinciale UilPoste Stefano Dho.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/123111