The passion for the wildlife and the Piedmontese territory brought me and my classmates Jacopo Saccomani and Mattia De Lillo to carry out this in-depth analysis together. Ungulates’ hunting in Piedmont is relevant and prevalent over the other forms of hunting. Due to this reason, it has been decided to determine the quantity (in kg), of noble proteins from a renewable natural resource such as wild hunted ungulates. The study is focused on chamois Rupicapra rupicapra, roe deer Capreolus capreolus, deer Cervus elaphus and wild boar Sus scrofa. The wild boar’s investigation had to be limited to the game bag carried out in the province of Cuneo, since only within it the data collection is regular thanks to work offered by the local Health Authorities’ Veterinary services (ARVET). The chamois and the wild boar are the species of which the results are presented in this paper. The survey concerned the hunting seasons 18/19 and 19/20 for chamois and 19/20 for wild boar, as they are more complete in providing data. As for the chamois, initially, by the consultation of the Deliberations of the Regional Council (DGR), the collected data were related to the assigned and hunted animals. The DGR approve every year the number of huntable animals and the “Organization and Management of Ruminant Ungulates” (OGUR) documents with whom every public authority, appointed to a territory’s hunting management, reports the wild ungulates management present in its territory. As for the wild boar, the data regarding killing, hunting game and average weights were obtained from consulting the ARVET files. In a second time, the data taken into consideration were related to the number of hunted animals and to the average weight, both divided by public authority, sex and age class. This allowed me to calculate the total weight (in kg), of the totally eviscerated hunted animals. For the wild boar, as the data were available from different matrices, it has been decided to use the formula studied by Giovo, to standardize the weights to totally eviscerated (PTE). The quantity’s calculation of the high-quality proteins was obtained by applying the yield to the slaughter given by the GestAlp Natural Laboratory (Frassino, CN). In Piedmont, in the 18/19 hunting season, were hunted 2241 chamois out of the 2988 assigned; in the following season (19/20) the assignment has reached 3057 chamois, 2252 of which were hunted. Both in the 18/19 and in the 19/20 hunting seasons the total carcasses weight (PTE) amounted to approximately 50 tons (49957,44 kg and 49711,81 kg). The chamois’ lean meat arrived in the kitchens, both in the 2018/2019 and in the 2019/2020 seasons, weighted almost 19 tons (18784,00 kg and 18691,64 kg). For the wild boar, in the hunting season 19/20, 197 tons (197.756,5 kg) (total weight of the PTE of the carcasses) provided 85 tons of clean meat (85035,3 kg). In the hunting seasons 18/19 and 19/20 in Piedmont, it has been calculated the number of portions (170 g) correspondent to 83882,98 kg and 400284,15 kg of game meat, obtaining the following values: 493429 (18/19) and 2354613 (19/20). For the hunting season 19/20, we have established how this meat quantity is able to meet the annual game average per capita of a fraction between 43,64% and 91,89% of the Piedmontese population. Finally, it has been defined that the game meat intake out of the total annual meat consumption of the Piedmontese population corresponds to 0,24%.
La passione per la fauna e il territorio piemontese ha spinto me e i miei compagni di corso Jacopo Saccomani e Mattia De Lillo a svolgere questo elaborato insieme. In Piemonte la caccia agli ungulati è rilevante e prevalente sulle altre forme di caccia. Per questo si è voluto determinare il quantitativo (in kg), di proteine nobili derivanti da una risorsa naturale rinnovabile quali sono gli ungulati selvatici oggetto di prelievo venatorio. Lo studio si è concentrato su camoscio Rupicapra rupicapra, capriolo Capreolus capreolus, cervo Cervus elaphus, cinghiale Sus scrofa. L’indagine per il cinghiale ha dovuto limitarsi al carniere realizzato nella provincia di Cuneo per il fatto che solo in essa la raccolta dei dati riveste carattere di regolarità grazie al lavoro offerto dai servizi veterinari delle locali Aziende Sanitarie (ARVET). Il camoscio e il cinghiale sono le specie delle quali si presentano i risultati in questo elaborato. L’indagine ha interessato le stagioni venatorie 18/19 e 19/20 per il camoscio e 19/20 per il cinghiale, poiché più complete nel fornire i dati. Per il primo dapprima sono stati raccolti i dati relativi a capi assegnati e prelevati mediante la consultazione delle Delibere della Giunta Regionale (DGR) che annualmente approva i piani di prelievo e dei documenti “Organizzazione e Gestione degli Ungulati Ruminanti” (OGUR) con il quale ogni istituto deputato alla gestione venatoria di un territorio relaziona sulla gestione degli ungulati selvatici presenti nel suo territorio. Per quanto riguarda il cinghiale i dati riguardanti abbattimenti, prelievi e pesi medi sono stati ricavati dalla consultazione dei files ARVET. Successivamente è stato raccolto il dato relativo al numero di capi cacciati e quello del peso medio suddivisi per ente, sesso e classe d’età. Questo ha permesso di calcolare il peso complessivo (in kg) dei capi abbattuti totalmente eviscerati. Per il cinghiale, avendo a disposizione dati con matrici diverse, è stata utilizzata la formula studiata da Giovo, per uniformare i pesi a totalmente eviscerati (PTE). Il calcolo della quantità di proteine di alta qualità è scaturito applicando la resa alla macellazione messa a disposizione dal centro del Laboratorio Naturale GestAlp (Frassino, CN). In Piemonte nella stagione 18/19 a fronte di 2988 camosci assegnati, ne sono stati prelevati 2241; nella stagione successiva (19/20) l’assegnazione ha raggiunto i 3057 camosci, 2252 dei quali sono stati cacciati. In entrambe le stagioni il complessivo delle carcasse (PTE) ammontava a circa 50 tonnellate (49957,44 kg e 49711,81 kg). La resa allo spolpo ha fatto arrivare in cucina, quasi 19 tonnellate di carne di camoscio (18784,00 kg 18/19 e 18691,64 kg 19/20). Per il cinghiale, nella stagione venatoria 19/20, 197 tonnellate (197756,5 kg) (peso complessivo dei PTE delle carcasse) hanno fruttato, dopo la resa allo spolpo, 85 tonnellate di carne (85035,3 kg). In Piemonte nelle stagioni 18/19 e 19/20 a fronte di 83882,98 kg e 400284,15 kg di carne selvaggina è stato calcolato il corrispettivo in porzioni da 170 g ottenendo i seguenti valori: 493429 (18/19) e 2354613 (19/20). Per la stagione 19/20, abbiamo stabilito come questo quantitativo di carne riesca a soddisfare il fabbisogno annuo medio pro-capite di una frazione compresa tra il 43,63% e 91,89% della popolazione piemontese. Infine, è stato definito come la carne di selvaggina corrisponda allo 0,24% del consumo annuo totale di carne della popolazione piemontese.
PROTEINE DI ALTA QUALITÀ DA UNA RISORSA NATURALE RINNOVABILE: IL CASO DEL CAMOSCIO Rupicapra rupicapra E DEL CINGHIALE Sus scrofa IN PIEMONTE
BOSONIN, GABRIELE
2019/2020
Abstract
La passione per la fauna e il territorio piemontese ha spinto me e i miei compagni di corso Jacopo Saccomani e Mattia De Lillo a svolgere questo elaborato insieme. In Piemonte la caccia agli ungulati è rilevante e prevalente sulle altre forme di caccia. Per questo si è voluto determinare il quantitativo (in kg), di proteine nobili derivanti da una risorsa naturale rinnovabile quali sono gli ungulati selvatici oggetto di prelievo venatorio. Lo studio si è concentrato su camoscio Rupicapra rupicapra, capriolo Capreolus capreolus, cervo Cervus elaphus, cinghiale Sus scrofa. L’indagine per il cinghiale ha dovuto limitarsi al carniere realizzato nella provincia di Cuneo per il fatto che solo in essa la raccolta dei dati riveste carattere di regolarità grazie al lavoro offerto dai servizi veterinari delle locali Aziende Sanitarie (ARVET). Il camoscio e il cinghiale sono le specie delle quali si presentano i risultati in questo elaborato. L’indagine ha interessato le stagioni venatorie 18/19 e 19/20 per il camoscio e 19/20 per il cinghiale, poiché più complete nel fornire i dati. Per il primo dapprima sono stati raccolti i dati relativi a capi assegnati e prelevati mediante la consultazione delle Delibere della Giunta Regionale (DGR) che annualmente approva i piani di prelievo e dei documenti “Organizzazione e Gestione degli Ungulati Ruminanti” (OGUR) con il quale ogni istituto deputato alla gestione venatoria di un territorio relaziona sulla gestione degli ungulati selvatici presenti nel suo territorio. Per quanto riguarda il cinghiale i dati riguardanti abbattimenti, prelievi e pesi medi sono stati ricavati dalla consultazione dei files ARVET. Successivamente è stato raccolto il dato relativo al numero di capi cacciati e quello del peso medio suddivisi per ente, sesso e classe d’età. Questo ha permesso di calcolare il peso complessivo (in kg) dei capi abbattuti totalmente eviscerati. Per il cinghiale, avendo a disposizione dati con matrici diverse, è stata utilizzata la formula studiata da Giovo, per uniformare i pesi a totalmente eviscerati (PTE). Il calcolo della quantità di proteine di alta qualità è scaturito applicando la resa alla macellazione messa a disposizione dal centro del Laboratorio Naturale GestAlp (Frassino, CN). In Piemonte nella stagione 18/19 a fronte di 2988 camosci assegnati, ne sono stati prelevati 2241; nella stagione successiva (19/20) l’assegnazione ha raggiunto i 3057 camosci, 2252 dei quali sono stati cacciati. In entrambe le stagioni il complessivo delle carcasse (PTE) ammontava a circa 50 tonnellate (49957,44 kg e 49711,81 kg). La resa allo spolpo ha fatto arrivare in cucina, quasi 19 tonnellate di carne di camoscio (18784,00 kg 18/19 e 18691,64 kg 19/20). Per il cinghiale, nella stagione venatoria 19/20, 197 tonnellate (197756,5 kg) (peso complessivo dei PTE delle carcasse) hanno fruttato, dopo la resa allo spolpo, 85 tonnellate di carne (85035,3 kg). In Piemonte nelle stagioni 18/19 e 19/20 a fronte di 83882,98 kg e 400284,15 kg di carne selvaggina è stato calcolato il corrispettivo in porzioni da 170 g ottenendo i seguenti valori: 493429 (18/19) e 2354613 (19/20). Per la stagione 19/20, abbiamo stabilito come questo quantitativo di carne riesca a soddisfare il fabbisogno annuo medio pro-capite di una frazione compresa tra il 43,63% e 91,89% della popolazione piemontese. Infine, è stato definito come la carne di selvaggina corrisponda allo 0,24% del consumo annuo totale di carne della popolazione piemontese.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/123076