Il food terrorism è definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un documento del 2002 dal titolo “Terrorist Threats to Food: Guidance for Establishing and Strengthening Prevention and Response Systems”, come un atto o una minaccia di contaminazione deliberata di cibo destinato al consumo umano, mediante l’impiego di agenti chimici, biologici o radiologici e al fine di causare malattie o morte della popolazione civile e/o di turbare la stabilità sociale, economica o politica. Atti di contaminazione deliberata dei prodotti alimentari sono ampiamente descritti nella cronaca nazionale ed internazionale. La filiera agroalimentare può diventare un’arma letale nelle mani di individui pericolosi. L’obiettivo è compromettere la capacità produttiva e commerciale delle organizzazioni con azioni che possono spaziare dal sabotaggio delle linee produttive, all’alterazione del prodotto destinato alle vendite. Chi li compie può voler arrecare un danno a una determinata azienda o ad un particolare settore alimentare ma, in entrambi casi, anche se le ripercussioni sono contenute (ad esempio pochi casi di malattia conseguente) si creano comunque ansia e psicosi collettive. La conseguenza è la perdita di fiducia dei consumatori nei confronti delle istituzioni e nei confronti delle aziende che non hanno protetto adeguatamente il loro prodotto; è persino troppo facile capire quanto una tale evenienza può avere impatto negativo sul business delle imprese coinvolte. A livello macroeconomico, si pensi alle ripercussioni che tali eventi possono avere sugli scambi economici: oltre alle perdite sui mercati nazionali, si può arrivare anche al blocco delle importazioni da parte di clienti esteri, blocco giustificato anche dal World Trade Organisation perché a salvaguardia della salute umana, ambientale o animale. La catena di approvvigionamento alimentare è un'infrastruttura critica e pertanto è un obiettivo attraente per gli attacchi terroristici. Nonostante la sua importanza, relativamente poche ricerche si sono concentrate sul miglioramento della sicurezza delle infrastrutture della catena di approvvigionamento alimentare. Ciò è dovuto in gran parte alla mancanza di consapevolezza da parte delle parti interessate e delle autorità della catena di approvvigionamento alimentare in merito alle minacce. In seguito agli attentati dell'11 settembre 2001, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolineò i rischi dovuti al terrorismo alimentare. Di particolare preoccupazione è "un atto o una minaccia di contaminazione deliberata degli alimenti per il consumo umano con agenti biologici, chimici o fisici o materiali radionucleari allo scopo di causare lesioni o morte alle popolazioni civili e/o interrompere la stabilità sociale, economica o politica". La necessità di proteggere la catena di approvvigionamento alimentare è stata sottolineata anche dalla risoluzione WHA dell'Assemblea mondiale della sanità, che ha sottolineato che il cibo è un modo probabile e altamente efficace per diffondere agenti e materiali biologici, chimici o radionucleari. La protezione della catena di approvvigionamento alimentare – definita "difesa alimentare" – ha attirato una notevole attenzione negli Stati Uniti. L'agricoltura e l'alimentazione sono riconosciute come uno dei diciassette settori critici nazionali. L'infrastruttura alimentare è massiccia e altamente distribuita. Gli attacchi simbolici all'approvvigionamento alimentare sono efficienti ed efficaci: questi attacchi sono facili da perpetrare e possono colpire qualsiasi aspetto della catena di approvvigionamento alimentare, in particolare le porzioni meno controllate e protette della catena. Questo elaborato ha lo scopo di analizzare la tematica del terrorismo alimentare e di presentare un approccio per analizzare il rischio, per la catena di approvvigionamento alimentare, in termini di potenziali minacce, vulnerabilità del sistema e contromisure.
La ''fragilità'' della filiera alimentare: food terrorism e food defense.
MANE, JENNIE
2019/2020
Abstract
Il food terrorism è definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un documento del 2002 dal titolo “Terrorist Threats to Food: Guidance for Establishing and Strengthening Prevention and Response Systems”, come un atto o una minaccia di contaminazione deliberata di cibo destinato al consumo umano, mediante l’impiego di agenti chimici, biologici o radiologici e al fine di causare malattie o morte della popolazione civile e/o di turbare la stabilità sociale, economica o politica. Atti di contaminazione deliberata dei prodotti alimentari sono ampiamente descritti nella cronaca nazionale ed internazionale. La filiera agroalimentare può diventare un’arma letale nelle mani di individui pericolosi. L’obiettivo è compromettere la capacità produttiva e commerciale delle organizzazioni con azioni che possono spaziare dal sabotaggio delle linee produttive, all’alterazione del prodotto destinato alle vendite. Chi li compie può voler arrecare un danno a una determinata azienda o ad un particolare settore alimentare ma, in entrambi casi, anche se le ripercussioni sono contenute (ad esempio pochi casi di malattia conseguente) si creano comunque ansia e psicosi collettive. La conseguenza è la perdita di fiducia dei consumatori nei confronti delle istituzioni e nei confronti delle aziende che non hanno protetto adeguatamente il loro prodotto; è persino troppo facile capire quanto una tale evenienza può avere impatto negativo sul business delle imprese coinvolte. A livello macroeconomico, si pensi alle ripercussioni che tali eventi possono avere sugli scambi economici: oltre alle perdite sui mercati nazionali, si può arrivare anche al blocco delle importazioni da parte di clienti esteri, blocco giustificato anche dal World Trade Organisation perché a salvaguardia della salute umana, ambientale o animale. La catena di approvvigionamento alimentare è un'infrastruttura critica e pertanto è un obiettivo attraente per gli attacchi terroristici. Nonostante la sua importanza, relativamente poche ricerche si sono concentrate sul miglioramento della sicurezza delle infrastrutture della catena di approvvigionamento alimentare. Ciò è dovuto in gran parte alla mancanza di consapevolezza da parte delle parti interessate e delle autorità della catena di approvvigionamento alimentare in merito alle minacce. In seguito agli attentati dell'11 settembre 2001, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolineò i rischi dovuti al terrorismo alimentare. Di particolare preoccupazione è "un atto o una minaccia di contaminazione deliberata degli alimenti per il consumo umano con agenti biologici, chimici o fisici o materiali radionucleari allo scopo di causare lesioni o morte alle popolazioni civili e/o interrompere la stabilità sociale, economica o politica". La necessità di proteggere la catena di approvvigionamento alimentare è stata sottolineata anche dalla risoluzione WHA dell'Assemblea mondiale della sanità, che ha sottolineato che il cibo è un modo probabile e altamente efficace per diffondere agenti e materiali biologici, chimici o radionucleari. La protezione della catena di approvvigionamento alimentare – definita "difesa alimentare" – ha attirato una notevole attenzione negli Stati Uniti. L'agricoltura e l'alimentazione sono riconosciute come uno dei diciassette settori critici nazionali. L'infrastruttura alimentare è massiccia e altamente distribuita. Gli attacchi simbolici all'approvvigionamento alimentare sono efficienti ed efficaci: questi attacchi sono facili da perpetrare e possono colpire qualsiasi aspetto della catena di approvvigionamento alimentare, in particolare le porzioni meno controllate e protette della catena. Questo elaborato ha lo scopo di analizzare la tematica del terrorismo alimentare e di presentare un approccio per analizzare il rischio, per la catena di approvvigionamento alimentare, in termini di potenziali minacce, vulnerabilità del sistema e contromisure.File | Dimensione | Formato | |
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