La superficie mondiale destinata alle coltivazioni orticole si attesta a circa 60 Mha, con produzioni stimate attorno ai 1100 Mt di ortaggi. L’Italia, a livello europeo, occupa la prima posizione per produzione. La commissione europea, per fare fronte alle problematiche della produzione alimentare odierna, intende adottare nel 2021 un piano di azione volto ad ottenere inquinamento zero di aria, acqua e suolo, a sviluppare metodi innovativi per proteggere i raccolti da organismi nocivi e malattie, a considerare il ruolo che nuove tecniche innovative possano potenzialmente rivestire nel migliorare la sostenibilità del sistema alimentare e garantirne al tempo stesso la sicurezza. L’agricoltura deve quindi tenere conto della necessità di implementare nei processi produttivi delle tecniche che mantengano un alto grado di efficienza agronomica e che siano rispettose dell’ambiente, in particolare i settori, come quello orto-floricolo, caratterizzati da un rilevante impiego di mezzi tecnici. Le tecniche fuori suolo sono una delle maggiori innovazioni introdotte nel settore delle produzioni agrarie, sebbene abbia origini antiche. Il termine «fuori suolo» indica tutte le tecniche di coltivazione che si effettuano in assenza di terreno, dove il rifornimento idrico e nutrizionale avvengono generalmente attraverso la somministrazione di una soluzione. Le attività di ricerca e sperimentazione hanno portato alla realizzazione di numerosi sistemi colturali che si differenziano per volumi e modalità degli apporti idrici, tipologia di substrato, forme, riciclo o meno dell’acqua e nutrienti ed oggi è possibile adottare diverse soluzioni di coltivazione svincolate dai tradizionali problemi legati alle coltivazioni su suolo. Il sistema, tuttavia, non è esente da infezioni e patologie; in linea di principio, le piante coltivate in fuori suolo possono essere attaccate dagli stessi fitopatogeni di quelle coltivate in suolo, anche se la frequenza e l’intensità possono variare: la produzione in fuori suolo è principalmente influenzata dalla presenza di funghi, con meno frequenza batteri, virus, nematodi ed insetti. L’ acqua è un’altra delle principali risorse impiegate nel settore primario e la sua gestione rappresenta uno dei principali punti critici nell’ agricoltura. Nelle sistemazioni fuori suolo è possibile intervenire sui parametri di crescita, entro certi limiti tecnico economici, al fine di migliorare l’efficienza d’uso dell’acqua (WUE). Le problematiche legata a questa tecnica sono dovute all’approvvigionamento delle risorse e allo smaltimento dei rifiuti. I sistemi fuori suolo hanno caratteristiche e necessità specifiche, le quali sono necessariamente da tenere in considerazione. Nella seguente dissertazione vengono riassunti alcuni degli aspetti principali per poter giungere ad una corretta gestione dei suddetti sistemi colturali avanzati per la produzione di specie ortive, soffermandosi sulle necessità ed esigenze tecniche dei substrati e della soluzione nutritiva. Vengono poi proposti i risultati di due prove sperimentali per la valutazione di un sistema fuori suolo semplificato ed il confronto tra un sistema tradizionale ed un floating system per la produzione di due specie ortive: Valerianella olitoria L. ed Eruca sativa Mill..

Sistemi di coltivazione fuori suolo: cenni storici, applicazioni e tecniche in orticoltura

BROCCO, MICHELE
2020/2021

Abstract

La superficie mondiale destinata alle coltivazioni orticole si attesta a circa 60 Mha, con produzioni stimate attorno ai 1100 Mt di ortaggi. L’Italia, a livello europeo, occupa la prima posizione per produzione. La commissione europea, per fare fronte alle problematiche della produzione alimentare odierna, intende adottare nel 2021 un piano di azione volto ad ottenere inquinamento zero di aria, acqua e suolo, a sviluppare metodi innovativi per proteggere i raccolti da organismi nocivi e malattie, a considerare il ruolo che nuove tecniche innovative possano potenzialmente rivestire nel migliorare la sostenibilità del sistema alimentare e garantirne al tempo stesso la sicurezza. L’agricoltura deve quindi tenere conto della necessità di implementare nei processi produttivi delle tecniche che mantengano un alto grado di efficienza agronomica e che siano rispettose dell’ambiente, in particolare i settori, come quello orto-floricolo, caratterizzati da un rilevante impiego di mezzi tecnici. Le tecniche fuori suolo sono una delle maggiori innovazioni introdotte nel settore delle produzioni agrarie, sebbene abbia origini antiche. Il termine «fuori suolo» indica tutte le tecniche di coltivazione che si effettuano in assenza di terreno, dove il rifornimento idrico e nutrizionale avvengono generalmente attraverso la somministrazione di una soluzione. Le attività di ricerca e sperimentazione hanno portato alla realizzazione di numerosi sistemi colturali che si differenziano per volumi e modalità degli apporti idrici, tipologia di substrato, forme, riciclo o meno dell’acqua e nutrienti ed oggi è possibile adottare diverse soluzioni di coltivazione svincolate dai tradizionali problemi legati alle coltivazioni su suolo. Il sistema, tuttavia, non è esente da infezioni e patologie; in linea di principio, le piante coltivate in fuori suolo possono essere attaccate dagli stessi fitopatogeni di quelle coltivate in suolo, anche se la frequenza e l’intensità possono variare: la produzione in fuori suolo è principalmente influenzata dalla presenza di funghi, con meno frequenza batteri, virus, nematodi ed insetti. L’ acqua è un’altra delle principali risorse impiegate nel settore primario e la sua gestione rappresenta uno dei principali punti critici nell’ agricoltura. Nelle sistemazioni fuori suolo è possibile intervenire sui parametri di crescita, entro certi limiti tecnico economici, al fine di migliorare l’efficienza d’uso dell’acqua (WUE). Le problematiche legata a questa tecnica sono dovute all’approvvigionamento delle risorse e allo smaltimento dei rifiuti. I sistemi fuori suolo hanno caratteristiche e necessità specifiche, le quali sono necessariamente da tenere in considerazione. Nella seguente dissertazione vengono riassunti alcuni degli aspetti principali per poter giungere ad una corretta gestione dei suddetti sistemi colturali avanzati per la produzione di specie ortive, soffermandosi sulle necessità ed esigenze tecniche dei substrati e della soluzione nutritiva. Vengono poi proposti i risultati di due prove sperimentali per la valutazione di un sistema fuori suolo semplificato ed il confronto tra un sistema tradizionale ed un floating system per la produzione di due specie ortive: Valerianella olitoria L. ed Eruca sativa Mill..
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