Il lavoro di tesi si propone di indagare l'ambito delle cure palliative, definibile come l'insieme dei trattamenti al paziente affetto da patologie evolutive ed irreversibili che lo condurranno entro breve tempo alla morte, attraverso il controllo dei sintomi e delle alterazioni psicofisiche. Lo scopo delle cure palliative è infatti quello di provvedere al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi, integrando gli aspetti psicologici e spirituali dell'assistenza. Assume particolare valenza l'assistenza infermieristica, poiché in questa fase di malattia il care deve prevalere sul cure. Per assicurare un'assistenza infermieristica efficace e rispettosa della dignità del malato, è bene orientare la pratica del nursing secondo delle teorie consolidate. Particolarmente adatta all'ambito delle cure palliative, è la teoria dello Human Caring, elaborata dalla statunitense Jean Watson. La studiosa pone l'attenzione sulla necessità di guardare il malato in modo olistico, in quanto, nella persona, corpo, mente e anima sono in una relazione reciproca tra loro. Tali concetti si concretizzano nei dieci carative factors, principi alla base del nursing, da lei elaborati. Obiettivo: indagare l'applicabilità della teoria dello Human Caring, elaborata da J. Watson, all'ambito delle cure palliative. Materiali e metodi: in una prima fase è stata condotta una ricerca sull'ampia bibliografia disponibile, al fine di delineare quali sono gli aspetti salienti dell'assistenza al morente e quali le nozioni fondamentali della teoria dello Human Caring. In una seconda fase si sono coinvolti nove infermieri operanti nell'Hospice di Busca (CN) al fine di indagare, adottando un approccio di ricerca di tipo qualitativo attraverso l'utilizzo di interviste semi-strutturate, i punti di contatto tra la teoria di J. Watson e la loro quotidiana esperienza professionale accanto ai morenti, verificando l'applicabilità di tale teoria al contesto delle cure palliative. Risultati: gli aspetti della teoria che hanno maggiormente colpito gli infermieri sono l'importanza dei valori umanistico-altruistici, la rilevanza del condividere i sentimenti suscitati dalla pratica dell'assistenza ai morenti con i colleghi e quindi la necessità di una forte integrazione di équipe, il bisogno di una maggiore formazione umanistica dei professionisti del nursing, l'importanza di saper infondere fede e speranza, il ruolo fondamentale del setting assistenziale e dell'ambiente culturale, spirituale e sociale. Tutti gli intervistati hanno sottolineato di essere stati colpiti dall'affermazione di J. Watson secondo cui occorre coltivare la sensibilità verso se stessi per poter garantire un'assistenza adeguata. Infine è emersa la grande gratificazione che può derivare dall'assistenza a una persona morente e come l'approccio con la morte li abbia plasmati, cambiando la gerarchia dei propri valori. Conclusioni: dal lavoro di tesi emerge il parere unanime secondo cui la teoria elaborata da J. Watson, per le sue caratteristiche, ben si accosti al contesto delle cure palliative. Sarebbe quindi interessante applicare in Hospice in modo sistematico la teoria dello Human Caring, facendo emergere una pratica assistenziale riflessiva. Riflessione che si deve esplicare sia all'interno del momento assistenziale (riflessione in azione),sia a posteriori (riflessione retrospettiva). La teoria di J. Watson può costituire, in tal modo, un valido supporto all'attività professionale per chi si occupa di accompagnare i malati alla fine della vita.
Prendersi cura alla fine della vita: applicabilità della teoria dello Human Caring alle cure palliative
VIALE, FRANCESCO
2011/2012
Abstract
Il lavoro di tesi si propone di indagare l'ambito delle cure palliative, definibile come l'insieme dei trattamenti al paziente affetto da patologie evolutive ed irreversibili che lo condurranno entro breve tempo alla morte, attraverso il controllo dei sintomi e delle alterazioni psicofisiche. Lo scopo delle cure palliative è infatti quello di provvedere al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi, integrando gli aspetti psicologici e spirituali dell'assistenza. Assume particolare valenza l'assistenza infermieristica, poiché in questa fase di malattia il care deve prevalere sul cure. Per assicurare un'assistenza infermieristica efficace e rispettosa della dignità del malato, è bene orientare la pratica del nursing secondo delle teorie consolidate. Particolarmente adatta all'ambito delle cure palliative, è la teoria dello Human Caring, elaborata dalla statunitense Jean Watson. La studiosa pone l'attenzione sulla necessità di guardare il malato in modo olistico, in quanto, nella persona, corpo, mente e anima sono in una relazione reciproca tra loro. Tali concetti si concretizzano nei dieci carative factors, principi alla base del nursing, da lei elaborati. Obiettivo: indagare l'applicabilità della teoria dello Human Caring, elaborata da J. Watson, all'ambito delle cure palliative. Materiali e metodi: in una prima fase è stata condotta una ricerca sull'ampia bibliografia disponibile, al fine di delineare quali sono gli aspetti salienti dell'assistenza al morente e quali le nozioni fondamentali della teoria dello Human Caring. In una seconda fase si sono coinvolti nove infermieri operanti nell'Hospice di Busca (CN) al fine di indagare, adottando un approccio di ricerca di tipo qualitativo attraverso l'utilizzo di interviste semi-strutturate, i punti di contatto tra la teoria di J. Watson e la loro quotidiana esperienza professionale accanto ai morenti, verificando l'applicabilità di tale teoria al contesto delle cure palliative. Risultati: gli aspetti della teoria che hanno maggiormente colpito gli infermieri sono l'importanza dei valori umanistico-altruistici, la rilevanza del condividere i sentimenti suscitati dalla pratica dell'assistenza ai morenti con i colleghi e quindi la necessità di una forte integrazione di équipe, il bisogno di una maggiore formazione umanistica dei professionisti del nursing, l'importanza di saper infondere fede e speranza, il ruolo fondamentale del setting assistenziale e dell'ambiente culturale, spirituale e sociale. Tutti gli intervistati hanno sottolineato di essere stati colpiti dall'affermazione di J. Watson secondo cui occorre coltivare la sensibilità verso se stessi per poter garantire un'assistenza adeguata. Infine è emersa la grande gratificazione che può derivare dall'assistenza a una persona morente e come l'approccio con la morte li abbia plasmati, cambiando la gerarchia dei propri valori. Conclusioni: dal lavoro di tesi emerge il parere unanime secondo cui la teoria elaborata da J. Watson, per le sue caratteristiche, ben si accosti al contesto delle cure palliative. Sarebbe quindi interessante applicare in Hospice in modo sistematico la teoria dello Human Caring, facendo emergere una pratica assistenziale riflessiva. Riflessione che si deve esplicare sia all'interno del momento assistenziale (riflessione in azione),sia a posteriori (riflessione retrospettiva). La teoria di J. Watson può costituire, in tal modo, un valido supporto all'attività professionale per chi si occupa di accompagnare i malati alla fine della vita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/122394