La problematica delle limitata aderenza all'igiene delle mani è un problema molto diffuso, come già dimostrato in numerosi studi precedenti. La stesura di questo elaborato ha l'obiettivo di individuare la causa principale della problematica in modo da permettere una successiva pianificazione di interventi mirati per migliorare la qualità dell'assistenza. L'applicazione delle corrette pratiche di igiene ha la capacità di evitare un numero rilevante di infezioni nosocomiali, limitando la durata della degenza e di conseguenza migliorando la qualità dell'assistenza. La ricerca è stata svolta nelle Strutture Complesse di Medicina Interna, Geriatria, Ematologia, Neurochirurgia, Degenza Dipartimentale Chirurgica, Ortopedia ed Anestesia e Rianimazione presso l'Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle. Le strutture sono state riunite in tre macrocategorie in relazione alla tipologia dei pazienti assistiti: ambito Medico, ambito Chirurgico ed ambito Intensivo. Si è optato per la realizzazione di due differenti modalità di indagine: la prima tramite un questionario realizzato appositamente e somministrato agli operatori, la seconda tramite uno studio di tipo osservazionale simile a quelli già adottati nelle differenti sessioni della campagna dell'OMS ¿Clean Care is Safer Care¿. Le categorie prese in esame durante entrambi gli studi sono: Infermieri, Medici ed Oss del reparto esaminato, Tecnici di Radiologia, barellieri, Medici in consulenza e studenti del Corso di Laurea di Infermieristica di Cuneo durante i rispettivi tirocini. Dai dati ricavati dal questionario è stato possibile individuare come gli operatori percepiscono la loro adesione all'igiene delle mani, dando loro la possibilità di evidenziare alcune lacune legate al problema in esame. Dalle risposte al questionario è stata successivamente ricavata l'adesione percepita alle corrette pratiche di igiene. Dallo studio osservazionale, invece, è stata ricavata l'adesione osservata o reale che è stata successivamente confrontata con quella percepita per evidenziarne le incongruenze. Dai risultati è emerso che nell'ambito Medico e Chirurgico l'adesione percepita è nettamente superiore a quella osservata, indice probabilmente di mancanza di conoscenze o di scarsa capacità di autovalutazione da parte degli operatori. Nell'ambito Intensivo le due adesioni sono invece maggiormente compatibili e l'adesione osservata raggiunge livelli accettabili secondo le linee guida dell'OMS. In conclusione, premettendo che l'eccellenza nella quotidiana pratica professionale risulta un obiettivo utopistico, l'adesione alle correte pratiche di igiene a cui ogni struttura dovrebbe aspirare è nettamente maggiore di quella registrata durante questa ricerca. Dagli studi effettuati si può evincere che la causa della problematica indagata nell'elaborato è la mancanza di un adeguata conoscenza in materia da parte degli operatori sanitari. Si ipotizza che l'unica soluzione, peraltro già sperimentata precedentemente, potrebbe essere la realizzazione di una nuova campagna di sensibilizzazione, seguita da una successiva rivalutazione dell'operato dei professionisti con un ulteriore studio di tipo osservazionale.
Perché gli operatori sanitari non si lavano le mani?
PEIRONE, DAVIDE
2011/2012
Abstract
La problematica delle limitata aderenza all'igiene delle mani è un problema molto diffuso, come già dimostrato in numerosi studi precedenti. La stesura di questo elaborato ha l'obiettivo di individuare la causa principale della problematica in modo da permettere una successiva pianificazione di interventi mirati per migliorare la qualità dell'assistenza. L'applicazione delle corrette pratiche di igiene ha la capacità di evitare un numero rilevante di infezioni nosocomiali, limitando la durata della degenza e di conseguenza migliorando la qualità dell'assistenza. La ricerca è stata svolta nelle Strutture Complesse di Medicina Interna, Geriatria, Ematologia, Neurochirurgia, Degenza Dipartimentale Chirurgica, Ortopedia ed Anestesia e Rianimazione presso l'Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle. Le strutture sono state riunite in tre macrocategorie in relazione alla tipologia dei pazienti assistiti: ambito Medico, ambito Chirurgico ed ambito Intensivo. Si è optato per la realizzazione di due differenti modalità di indagine: la prima tramite un questionario realizzato appositamente e somministrato agli operatori, la seconda tramite uno studio di tipo osservazionale simile a quelli già adottati nelle differenti sessioni della campagna dell'OMS ¿Clean Care is Safer Care¿. Le categorie prese in esame durante entrambi gli studi sono: Infermieri, Medici ed Oss del reparto esaminato, Tecnici di Radiologia, barellieri, Medici in consulenza e studenti del Corso di Laurea di Infermieristica di Cuneo durante i rispettivi tirocini. Dai dati ricavati dal questionario è stato possibile individuare come gli operatori percepiscono la loro adesione all'igiene delle mani, dando loro la possibilità di evidenziare alcune lacune legate al problema in esame. Dalle risposte al questionario è stata successivamente ricavata l'adesione percepita alle corrette pratiche di igiene. Dallo studio osservazionale, invece, è stata ricavata l'adesione osservata o reale che è stata successivamente confrontata con quella percepita per evidenziarne le incongruenze. Dai risultati è emerso che nell'ambito Medico e Chirurgico l'adesione percepita è nettamente superiore a quella osservata, indice probabilmente di mancanza di conoscenze o di scarsa capacità di autovalutazione da parte degli operatori. Nell'ambito Intensivo le due adesioni sono invece maggiormente compatibili e l'adesione osservata raggiunge livelli accettabili secondo le linee guida dell'OMS. In conclusione, premettendo che l'eccellenza nella quotidiana pratica professionale risulta un obiettivo utopistico, l'adesione alle correte pratiche di igiene a cui ogni struttura dovrebbe aspirare è nettamente maggiore di quella registrata durante questa ricerca. Dagli studi effettuati si può evincere che la causa della problematica indagata nell'elaborato è la mancanza di un adeguata conoscenza in materia da parte degli operatori sanitari. Si ipotizza che l'unica soluzione, peraltro già sperimentata precedentemente, potrebbe essere la realizzazione di una nuova campagna di sensibilizzazione, seguita da una successiva rivalutazione dell'operato dei professionisti con un ulteriore studio di tipo osservazionale.File | Dimensione | Formato | |
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