Personal Branding is defined as an introspective process through which the professional definition of the self is based on the main question: what is that make me special? This paper assumes a twofold unfolding to the above question. Firstly, the individual aspect, generating the identity asset of the subject. This character is linked to the subject's personality and his life experiences. Secondly, the professional aspect, which implies a brand and assumes a strategic choice of which elements have to be transmitted, based on the situation's target and focused on the professional role that one is expected to fulfil. In an ever-changing reality, where the information in the web are subjected to high dynamism, and where it is required to have the necessary flexibility to deal with the increasing job insecurity, the individual is challenged to successfully face this context. This is accomplished by becoming the creator of others' perception of the self, by 'strategically, coherently and effectively' managing his/her own personal brand, by listening and monitoring the contents of the digital environments. In short, the individuals try to exploit the changes, here considered as a prolific situation allowing the constant questioning of the personal brand, and consequently, of their own personality and identity. Nevertheless, this process doesn't cause a lowering of the self-esteem and of the online reputation, while it keeps a stable identity asset. The core theory presented in this paper is based on the notion that the Web 2.0, where the interpersonal relations take place, became the main conversational market of identity, which is objectivised and conveyed by the personal brand. Within this framework, the community is seen as playing a key role in the (re-) construction, appropriation and valorisation of one's identity, both personal and professional. In the context of the conversational and personal branding - conceived as a creative and conversational process ¿ which takes place in the digital arena through the dialog and the confrontation, it is required that the school is able to fulfil three main tasks. Firstly, it has to stimulate the critical and reflexive capabilities of the individual. Secondly, it has to transmit to the students a new digital competence, consisting of the correct representation of the virtual reality, of its specific linguistic and cultural codes. Finally, it has to allow them to develop a flexible forma mentis, able to adapt to the constant changes and to the dynamism of the conversational markets.

Il Personal branding è il processo introspettivo attraverso il quale definirsi professionalmente che si basa sulla domanda fondamentale Che cosa mi rende speciale? La presente trattazione ne suppone una duplice declinazione: la prima, individuale, che genera l'assetto identitario di ciascuno ed univocamente collegabile alla sua personalità e ai suoi vissuti; la seconda, professionale, invece, che conta al suo interno n brand e presuppone una scelta strategica di quali aspetti comunicarne in base al target situazionale e nell'ottica del ruolo professionale che si intende ricoprire. A fronte del dinamismo a cui sono soggette le informazioni presenti in Rete e della flessibilità necessaria per fronteggiare l'attuale condizione di precariato in cui verte il mondo del lavoro, all'individuo viene demandato il compito di uscire indenne da questo contesto, divenendo l'artefice della percezione che gli altri hanno di sé, gestendo il proprio marchio personale 'strategicamente, in modo coerente ed efficace', ascoltando e monitorando i contenuti degli ambienti digitali: in una sola parola cercando di sfruttare al meglio il cambiamento quasi a trattarsi di una situazione prolifica che permetta la rimessa in discussione del proprio brand, della propria personalità legata ad esso e della propria identità, personale e professionale, senza tuttavia riportare perdite in termini di autostima e reputazione online e pur mantenendo un assetto identitario stabile. La teoria principale avanzata da questo lavoro si basa sull'idea che il Web 2.0, attraverso le cui reti si snodano le relazioni interpersonali soggetto-soggetto e soggetto-gruppo, sia divenuto il principale mercato conversazionale dell'identità, oggettivata e veicolata dal brand o marchio personale, e che la collettività svolga un ruolo decisivo in questo processo di (ri)costruzione, riappropriazione e valorizzazione identitaria, personale o professionale che sia. Nell'ottica del conversational branding e del personal branding, visto come processo creativo e conversazionale che si instaura negli ambienti digitali attraverso il dialogo e il confronto, alla scuola è demandato il compito di attivare le risorse critiche e riflessive dell'individuo, di far acquisire agli studenti una nuova competenza digitale che consista nella rappresentazione corretta dello spazio virtuale, dei codici linguistici, culturali e digitali utilizzati in quel determinato ambiente, in una forma mentis duttile, capace di adattarsi al mutamento e alla dinamicità dei mercati conversazionali.

Il Personal Branding: il mercato conversazionale dell'identità

ROMANO, MARTINA
2015/2016

Abstract

Il Personal branding è il processo introspettivo attraverso il quale definirsi professionalmente che si basa sulla domanda fondamentale Che cosa mi rende speciale? La presente trattazione ne suppone una duplice declinazione: la prima, individuale, che genera l'assetto identitario di ciascuno ed univocamente collegabile alla sua personalità e ai suoi vissuti; la seconda, professionale, invece, che conta al suo interno n brand e presuppone una scelta strategica di quali aspetti comunicarne in base al target situazionale e nell'ottica del ruolo professionale che si intende ricoprire. A fronte del dinamismo a cui sono soggette le informazioni presenti in Rete e della flessibilità necessaria per fronteggiare l'attuale condizione di precariato in cui verte il mondo del lavoro, all'individuo viene demandato il compito di uscire indenne da questo contesto, divenendo l'artefice della percezione che gli altri hanno di sé, gestendo il proprio marchio personale 'strategicamente, in modo coerente ed efficace', ascoltando e monitorando i contenuti degli ambienti digitali: in una sola parola cercando di sfruttare al meglio il cambiamento quasi a trattarsi di una situazione prolifica che permetta la rimessa in discussione del proprio brand, della propria personalità legata ad esso e della propria identità, personale e professionale, senza tuttavia riportare perdite in termini di autostima e reputazione online e pur mantenendo un assetto identitario stabile. La teoria principale avanzata da questo lavoro si basa sull'idea che il Web 2.0, attraverso le cui reti si snodano le relazioni interpersonali soggetto-soggetto e soggetto-gruppo, sia divenuto il principale mercato conversazionale dell'identità, oggettivata e veicolata dal brand o marchio personale, e che la collettività svolga un ruolo decisivo in questo processo di (ri)costruzione, riappropriazione e valorizzazione identitaria, personale o professionale che sia. Nell'ottica del conversational branding e del personal branding, visto come processo creativo e conversazionale che si instaura negli ambienti digitali attraverso il dialogo e il confronto, alla scuola è demandato il compito di attivare le risorse critiche e riflessive dell'individuo, di far acquisire agli studenti una nuova competenza digitale che consista nella rappresentazione corretta dello spazio virtuale, dei codici linguistici, culturali e digitali utilizzati in quel determinato ambiente, in una forma mentis duttile, capace di adattarsi al mutamento e alla dinamicità dei mercati conversazionali.
ITA
Personal Branding is defined as an introspective process through which the professional definition of the self is based on the main question: what is that make me special? This paper assumes a twofold unfolding to the above question. Firstly, the individual aspect, generating the identity asset of the subject. This character is linked to the subject's personality and his life experiences. Secondly, the professional aspect, which implies a brand and assumes a strategic choice of which elements have to be transmitted, based on the situation's target and focused on the professional role that one is expected to fulfil. In an ever-changing reality, where the information in the web are subjected to high dynamism, and where it is required to have the necessary flexibility to deal with the increasing job insecurity, the individual is challenged to successfully face this context. This is accomplished by becoming the creator of others' perception of the self, by 'strategically, coherently and effectively' managing his/her own personal brand, by listening and monitoring the contents of the digital environments. In short, the individuals try to exploit the changes, here considered as a prolific situation allowing the constant questioning of the personal brand, and consequently, of their own personality and identity. Nevertheless, this process doesn't cause a lowering of the self-esteem and of the online reputation, while it keeps a stable identity asset. The core theory presented in this paper is based on the notion that the Web 2.0, where the interpersonal relations take place, became the main conversational market of identity, which is objectivised and conveyed by the personal brand. Within this framework, the community is seen as playing a key role in the (re-) construction, appropriation and valorisation of one's identity, both personal and professional. In the context of the conversational and personal branding - conceived as a creative and conversational process ¿ which takes place in the digital arena through the dialog and the confrontation, it is required that the school is able to fulfil three main tasks. Firstly, it has to stimulate the critical and reflexive capabilities of the individual. Secondly, it has to transmit to the students a new digital competence, consisting of the correct representation of the virtual reality, of its specific linguistic and cultural codes. Finally, it has to allow them to develop a flexible forma mentis, able to adapt to the constant changes and to the dynamism of the conversational markets.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/122259