Le emissioni di metano (CH4) nei ruminanti sono un fenomeno fisiologico, poiché tali animali vivono in simbiosi mutualistica con batteri e protozoi che digeriscono le parti fibrose degli alimenti a beneficio dell’animale ospite. Il metano è prodotto principalmente a livello del rumine (87%) e secondariamente nell’intestino (13%), grazie alla presenza di un ambiente anaerobico. Le emissioni di metano dai ruminanti possono essere quantificate attraverso diverse tecniche, ciascuna delle quali comporta vantaggi e svantaggi. Le emissioni di metano possono essere ridotte attraverso il miglioramento genetico degli animali. Infatti, attraverso la selezione si può ottenere l’incremento della produzione, migliorare l’efficienza globale del sistema ed effettuare la scelta dei riproduttori in base alle effettive emissioni di metano. L’intensificazione della produzione, comportando una riduzione del numero di capi necessari a raggiungere un determinato livello produttivo consente una riduzione dell’8% delle emissioni. Ciò è possibile puntando ad ottenere una maggiore produttività per singolo animale, unita a una maggiore efficienza alimentare; infatti, tra efficienza alimentare ed emissioni di metano è stata riscontrata una elevata correlazione positiva. Il miglioramento dell’efficienza del sistema dipende anche dalla fertilità degli animali, che ha risentito negativamente del rilevante incremento della produzione di latte ottenuto negli ultimi decenni. Una limitata fertilità determina la necessità di disporre di un maggior numero di capi per la rimonta, aumentando direttamente le emissioni totali della mandria. E’ stato calcolato che la selezione volta ad incrementare la fertilità bovina possa portare ad una riduzione delle emissioni del 10-11%. Infine, è possibile selezionare direttamente gli animali sulla base della loro capacità di emettere gas serra. Questo richiede, tuttavia, di quantificare direttamente le emissioni di metano dei singoli animali, il che comporta difficoltà economiche e operative. Diversi studi hanno evidenziato come incrementare l’efficienza della comunità microbica ruminale porti a aumentare l’indice di conversione degli alimenti, riducendo dunque la produzione di metano. Visto il crescente interesse della problematica a livello mondiale, sono attualmente in corso diversi progetti per testare ed estendere su vasta scala l’utilizzo di tecniche di miglioramento genetico per ridurre le emissioni degli allevamenti. Sono stati analizzati i progressi in bovini da latte, carne e ovini. Concludendo, si può affermare che il miglioramento genetico dei ruminanti è un valido strumento per ridurre le emissioni di metano degli allevamenti. Bisogna, comunque, sottolineare che, nell’ottica di incrementare integralmente la sostenibilità degli allevamenti, occorre considerare non solo le emissioni dirette da parte degli animali, ma anche tutte le fasi della filiera, dalla coltivazione degli alimenti allo stoccaggio e spandimento dei reflui. Sarà anche necessario realizzare progetti di ricerca che favoriscano la messa a punto e il trasferimento di tecnologie sempre più efficaci per mitigare le emissioni di gas serra degli allevamenti.
aspetti genetici delle emissioni di metano nei ruminanti
BAIOTTO, MARTINA
2019/2020
Abstract
Le emissioni di metano (CH4) nei ruminanti sono un fenomeno fisiologico, poiché tali animali vivono in simbiosi mutualistica con batteri e protozoi che digeriscono le parti fibrose degli alimenti a beneficio dell’animale ospite. Il metano è prodotto principalmente a livello del rumine (87%) e secondariamente nell’intestino (13%), grazie alla presenza di un ambiente anaerobico. Le emissioni di metano dai ruminanti possono essere quantificate attraverso diverse tecniche, ciascuna delle quali comporta vantaggi e svantaggi. Le emissioni di metano possono essere ridotte attraverso il miglioramento genetico degli animali. Infatti, attraverso la selezione si può ottenere l’incremento della produzione, migliorare l’efficienza globale del sistema ed effettuare la scelta dei riproduttori in base alle effettive emissioni di metano. L’intensificazione della produzione, comportando una riduzione del numero di capi necessari a raggiungere un determinato livello produttivo consente una riduzione dell’8% delle emissioni. Ciò è possibile puntando ad ottenere una maggiore produttività per singolo animale, unita a una maggiore efficienza alimentare; infatti, tra efficienza alimentare ed emissioni di metano è stata riscontrata una elevata correlazione positiva. Il miglioramento dell’efficienza del sistema dipende anche dalla fertilità degli animali, che ha risentito negativamente del rilevante incremento della produzione di latte ottenuto negli ultimi decenni. Una limitata fertilità determina la necessità di disporre di un maggior numero di capi per la rimonta, aumentando direttamente le emissioni totali della mandria. E’ stato calcolato che la selezione volta ad incrementare la fertilità bovina possa portare ad una riduzione delle emissioni del 10-11%. Infine, è possibile selezionare direttamente gli animali sulla base della loro capacità di emettere gas serra. Questo richiede, tuttavia, di quantificare direttamente le emissioni di metano dei singoli animali, il che comporta difficoltà economiche e operative. Diversi studi hanno evidenziato come incrementare l’efficienza della comunità microbica ruminale porti a aumentare l’indice di conversione degli alimenti, riducendo dunque la produzione di metano. Visto il crescente interesse della problematica a livello mondiale, sono attualmente in corso diversi progetti per testare ed estendere su vasta scala l’utilizzo di tecniche di miglioramento genetico per ridurre le emissioni degli allevamenti. Sono stati analizzati i progressi in bovini da latte, carne e ovini. Concludendo, si può affermare che il miglioramento genetico dei ruminanti è un valido strumento per ridurre le emissioni di metano degli allevamenti. Bisogna, comunque, sottolineare che, nell’ottica di incrementare integralmente la sostenibilità degli allevamenti, occorre considerare non solo le emissioni dirette da parte degli animali, ma anche tutte le fasi della filiera, dalla coltivazione degli alimenti allo stoccaggio e spandimento dei reflui. Sarà anche necessario realizzare progetti di ricerca che favoriscano la messa a punto e il trasferimento di tecnologie sempre più efficaci per mitigare le emissioni di gas serra degli allevamenti.File | Dimensione | Formato | |
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